Caffe' Europa

 

 

 

La versione testuale del comunicato integrale delle Br

Caffe' Europa

 

(pag. 25)

mediamente riproduce una tendenza allo spontaneismo intendendo con ciò tutto quello che si produce al di fuori di una prassi finalizzata e funzionale allo sviluppo della progettualità rivoluzionaria.

Nella tendenza spontaneista va inscritta la tendenza all'approccio ideologico, che può qualificare, il rapporto con la militanza rivoluzionaria, in termini di adesione, un rapporto che si riconosce in un patrimonio e che si schiera, prendendo posizione nello scontro e rendendosi disponibile ad essere attivato, ma che non stabilisce un rapporto politico con tale patrimonio, intendendo con ciò, il rapporto con cui si pone il problema di come operare soggettivamente per collocare e riarticolare questo patrimonio, quindi svilupparlo, in riferimento al problema di definire come agire, in modo che, a partire dalle contraddizioni oggettive e materiali presenti, che hanno sempre un inquadramento sul piano storico-politico ed economico-sociale, si possa operare per far avanzare verso le finalità rivoluzionarie, utilizzando in questo, il patrimonio complessivo, stabilendo con esso un rapporto di continuità/critica/sviluppo. L'approccio ideologico, vede l'ideologia come ciò che fa avanzare queste motivazioni verso gli obiettivi politico-generali; non si vede il ruolo dell'"ideologia", come concezione, nell'indirizzare la prassi nell'immediato e nel concreto, e non si vede il ruolo della prassi nell'approfondire il rapporto politico con la concezione e nello svilupparla. L'ideologismo porta a non vedere come, l'avanzamento nella prassi e nella comprensione della concezione si produce solo se, a mettere in rapporto questi due piani, c'è il soggetto che opera nello scontro, e che, dal dare soluzione al problema dell'operare funzionalmente all'avanzamento del processo rivoluzionario, approfondisce la comprensione e lo sviluppo della concezione stessa.

Da questo se ne ricava che è antimaterialistico pensare che, la risoluzione del problema, si dia sul piano della formazione ideologica, per operare, poi, successivamente, nello scontro, perchè, non sviluppando un ruolo soggettivo nella realtà dello scontro, la comprensione del piano ideologico è fittizia, cioè sfocia sul piano idealistico e in posizioni opportunistiche o massimaliste, mancando di risolvere il problema politico di dare sviluppo al processo rivoluzionario.

Limiti connessi all'ideologismo sono anche quelli dell'esecutivismo che, non essendo espressione di una disposizione complessiva d'avanguardia, ma di una dipendenza politico-operativa, caratterizza un contributo alla prassi rivoluzionaria sganciandolo dall'inquadramento politico-operativo più generale dei problemi che vengono affrontati e delle finalità perseguite, e del genericismo, causa ed effetto di una posizione di adesione che non si misura con il dettaglio dei problemi concreti assunti soggettivamente, ma con i problemi di discriminazione di una posizione di schieramento o interpretativa.

Altro limite può vedersi nell'immediatismo, cioè l'attenzione rivolta esclusivamente all'aspetto specifico del problema o dell'attività a cui si vuole dare soluzione, ad una necessità particolare che si vede in funzione dell'avanzamento della prassi rivoluzionaria, limite questo che, nonostante il volontarismo e l'abnegazione rivoluzionaria, può portare all'inefficacia nell'attività, perchè essa è inquadrata in una progettualità e in uno scontro politico-militare, ma può portare anche alla difficoltà di fare di questa prassi un'occasione di avanzamento nella costruzione soggettiva, dell'impianto teorico atto ad impostare una prassi più avanzata: oppure alla difficoltà a confrontarsi con problemi nuovi e complessi che, se mai affrontati e in assenza di un'impostazione che sappia riarticolare scelte funzionali alla progettualità rivoluzionaria, di fronte a novità e complessità particolari, possono mettere in crisi.

Un ulteriore aspetto in cui si manifesta lo spontaneismo può essere anche la difficoltà ad operare in una dimensione organizzata, una dimensione organizzata che si differenzia dall'organizzazione di classe sul piano rivendicativo (anche quando questa rivendicazione assume un carattere offensivo), la quale non determina il proprio agire in relazione al problema di produrre un movimento unitario e unico nella diversità, di avanzamento rispetto ad obiettivi strategici, congiunturali, e secondo una linea che costituisce sintesi tra fine e mezzo. Una dimensione organizzativa che risponde quindi a leggi e problematiche proprie dell'operare collettivo, su questo piano, e influenzate dai termini di strategia politica, di collocazione di classe, di condizioni storiche, fattori questi, che trovano sempre il modo di affermarsi come aspetti concreti e materiali. Dallo spontaneismo, infine, può dipendere anche la difficoltà di riadeguarsi ai caratteri particolari dell'operare sul terreno della Guerra di Classe di Lunga Durata, che è piano assunto soggettivamente e offensivamente come unica prospettiva per dare sbocco rivoluzionario alle contraddizioni di classe, i cui caratteri, in questa fase, non sono il prodotto spontanei dello scontro sociale o della vita civile. Anche quei caratteri di offensività proletaria che possono prodursi spontaneamente sul piano dello scontro di classe, sono inadeguati rispetto ad una prassi che colloca l'agire offensivo sul piano degli interessi generali e storici del proletariato in una dimensione storicamente continua, scientifica e organizzata.

Il rapporto con le necessità imposte dall'operare offensivamente nello scontro, e l'essere inseriti in una relazione organizzata, che rapporta istanze superiori e inferiori, mette immediatamente in evidenza gli aspetti inadeguati della disposizione spontanea sul terreno rivoluzionario. Il confronto tra, gli obietti generali che si perseguono, rappresentati concretamente dalle realizzazioni programmatiche da attuare, i problemi della prassi, la dimensione organizzata, nel momento in cui si opera un riadeguamento rispetto alle modalità spontanee con cui si è operato, e si analizza teoricamente il limite legato all'inefficacia, produce necessariamente un passaggio di approfondimento nella responsabilizzazione complessiva, e negli strumenti cognitivi per sostanziare l'autonomia politico-operativa.



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