Caffe' Europa

 

 

La versione testuale del comunicato integrale delle Br

Caffe' Europa

 

Caffe' Europa aveva messo online, in esclusiva, le immagini scannerizzate del comunicato integrale delle Br.

Adesso un nostro lettore, M. Saba, si e' preso la briga di ri-battere il testo di quelle 28 cartelle. Lo trovate qui sotto e al suo sito http://move.to/saba .

 

Il giorno 20 maggio 1999, a Roma, le Brigate Rosse per la Costruzione del Partito Combattente hanno colpito Massimo D'Antona, consigliere legislativo del Ministro del Lavoro Bassolino e rappresentante dell'Esecutivo al tavolo permanente del "Patto per l'occupazione e lo sviluppo". Con questa offensiva le Brigate Rosse per la Costruzione del partito Comunista combattente, riprendono l'iniziativa combattente, intervenendo nei nodi centrali dello scontro per lo sviluppo della guerra di classe di lunga durata, per la conquista del potere politico e l'instaurazione della dittatura del proletariato, portando l'attacco al progetto politico neo-corporativo del "Patto per l'occupazione e lo sviluppo", quale aspetto centrale nella contraddizione classe/Stato, perno su cui l'equilibrio politico dominante intende procedere nell'attuazione di un processo di complessiva ristrutturazione e riforma economico-sociale, di riadeguamento delle forme del dominio statuale, base politica interna del rinnovato ruolo dell'Italia nelle politiche centrali dell'imperialismo. Un attacco che spezza la mediazione politica neo-corporativa, su cui questo Esecutivo tenta di assestare un consolidamento del dominio della borghesia imperialista, contrapponendovi gli interessi generali del proletariato, con l'obiettivo di farne il piano su cui organizzare la classe per costruire lo sbocco rivoluzionario alla crisi della borghesia imperialista e alla sua guerra, in un momento in cui gli stessi connotati dello scontro generale tra le classi vengono investiti dalla guerra aperta che lo Stato italiano, nel quadro più generale dell'Alleanza Atlantica, sta conducendo nei Balcani per assoggettare la Jugoslavia. Una guerra, quella odierna, che ha i suoi presupposti nella politica attuale fin dagli inizi degli anni '90, dalla Nato e dall'Europa, per favorire la disgregazione della Federazione Jugoslava, con la creazione di Stati o protettorati su base etnica, e che ora è rivolta a distruggere il potenziale produttivo, e le risorse infrastrutturali della Repubblica Serba, per ridurla in miseria, piegarne la volontà e annientare l'entità statuale jugoslava per imporre i termini del dominio imperialista, in un disegno folle che mira a costruire condizioni di insediamento politico-militari dirette, funzionali ad esercitare funzioni di dominio politico con cui governare le profondissime contraddizioni sociali generate in queste aree dai riflessi della crisi dell'imperialismo e dall'inserimento dell'ex-campo socialista nel mercato capitalistico. Un quadro politico generale che impone al proletariato e alle sue avanguardie rivoluzionarie di assumersi la responsabilità politica di costruire l'alternativa di potere storicamente adeguata a questi progetti, attraverso la ripresa dell'attacco rivoluzionario, sia al cuore delle politiche che consentono a questo Stato di sostenere il suo ruolo imperialista, per logorarne il potere e in questo avanzare nella costruzione delle condizioni della guerra di classe e del Partito, che nei nodi centrali della contrapposizione tra imperialismo ed antiimperialismo, per costruire le alleanze antimperialiste necessarie ad indebolire il nemico comune nell'area politica Europea-Mediterraneo-Mediorientale, attrezzandosi conseguentemente a sostenere lo scontro prolungato con lo Stato e l'imperialismo. In questa prospettiva si colloca l'offensiva a Massimo D'Antona, con la quale, le avanguardie rivoluzionarie che concretamente l'hanno costruita, per la valenza politica che essa assume nello scontro generale tra le classi, possono svolgere un ruolo d'avanguardia in continuità oggettiva con la proposta delle Br-Pcc ed assumersi perciò la responsabilità politica di prenderne la denominazione.

Massimo D'Antona, esponente di spicco dell'equilibrio politico dominante e del progetto affermatosi come centrale nel corrispondere agli interessi di governo dell'economia e del conflitto di classe della Borghesia Imperialista, ha costituito cerniera politico-operativa del rapporto tra esecutivo e sindacato confederale, un formulatore ed interprete della funzione politica del "Patto Sociale" e della sede neo-corporativa in dialettica con i caratteri storici della democrazia rappresentativa in Italia, e del ruolo antiproletario e controrivoluzionario della corresponsabilizzazione delle parti sociali e innanzitutto del sindacato, nelle decisioni sulle materie di politica economica, a maggior ragione oggi, nel quadro delle necessità implicate a livello, sia di esercizio della funzione economica dello Stato, che della governabilità delle contraddizioni sociali, dal contesto della coesione europea, e dal rinnovato interventismo bellico rivolto ad assoggettare i popoli che resistono al dominio imperialista ed a imporre l'ordine sociale del capitale. "Patto Sociale" che opera specificatamente in funzione dell'isolamento e dell'accerchiamento delle espressioni di autonomia di classe, che non accettano la subordinazione degli interessi proletari alla centralità degli interessi della b.i., oppure dell'inglobamento di quelle componenti che, per penetrare i filtri che selezionano un ruolo negoziale sul piano della contrattazione capitale/lavoro o un ruolo politico sul piano politico generale, attivano un progressivo processo trasformistico, condizioni, quelle dell'accerchiamento delle prime e dell'inglobamento delle seconde, che per l'equilibrio dominante, costituiscono termini politici complementari necessari ad assicurare la governabilità. Un progetto politico che ha consentito, già dal governo Amato e poi con quello Ciampi, di tradurre, gli indirizzi politici di controllo delle leve statuali del governo macroeconomico, in elemento attivo nelle contraddizioni di classe, grazie al sostegno del radicamento reale e diffuso, e ad un'azione soggettiva di ricomposizione forzata



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