Caffe' Europa

 

 

La versione testuale del comunicato integrale delle Br

Caffe' Europa

 

(pag. 15)

ricomposizione corporativa degli interessi sociali su una base di mediazioni locali sul criterio della unicità di interessi alla competitività delle realtà territoriali.

In questi anni si è evidenziata la difficoltà da parte del quadro politico di effettuare dei passaggi di avanzamento sul piano della riforma istituzionale. Le realizzazioni su questo piano hanno riguardato l'aspetto della riforma elettorale e sono state introdotte tramite forzature maturate all'esterno delle sedi parlamentari. Il fallimento della Bicamerale D'Alema, ha dimostrato l'impossibilità di separare, il piano delle riforme istituzionali, dallo scontro di classe e dai riflessi sul quadro politico-parlamentare. La frammentazione del quadro politico è da riferire alla difficoltà, nonostante l'introduzione del sistema maggioritario, di coniugare il posizionamento delle principali forze politiche intorno agli interessi della B.I. con la rappresentanza di interessi sociali di altre classi, in modo da raggiungere un consenso ampio tale da eliminare la pressione di interessi non omologabili. Il Prc e la Lega esprimono questa contraddizione, ma anche la necessità e la funzione di garantire, attraverso la rappresentanza in sede parlamentare, l'istituzionalizzazione di istanze di classe o di interessi particolaristici della borghesia concorrenziale. Per il Prc, significativo è stato il ruolo svolto di compattare settori del movimento di classe intorno agli indirizzi politici antiproletari del governo Prodi.

Altro aspetto critico è l'affermazione di soggetti politici, quali F.I., A.N. e Lega, estranei all'arco delle forze costituzionali, espressione di un personale politico che, non essendosi selezionato nella fase storica precedente, evidenzia un'inidoneità a rapportarsi ai caratteri della mediazione politica storicamente definitasi, e quindi ad esprimere una capacità di governo in grado di intervenirci calibratamente, che, nel passaggio del governo del Polo e nelle posizioni assunte rispetto alla Bicamerale per le riforme, ha dimostrato la inadeguatezza di questo schieramento a garantire governo dell'economia e del conflitto di classe, ma anche a saper collocare il proprio interesse particolare nel far affermare l'interesse della frazione dominante della B.I. come interesse generale, tra cui le ambigue posizioni rispetto ai passaggi dell'Uem. Una contradditorietà acuita dall'anomalia della figura di Berlusconi e del suo gruppo di potere, ma soprattutto legata all'estraneità alla sede neocorporativa e a componenti sociali che organizzino e rappresentino significativamente interessi di settori proletari intorno agli interessi della borghesia. Infine, altro aspetto, è l'impossibilità di azzerare la soggettività politica sulla base del criterio della opportunità di introdurre formule di ingegneria istituzionale. E' il caso ad esempio, del P.p.i. erede di quella componente della D.C. che più di tutte ha rappresentato gli interessi della frazione dominante della B.I., in equilibrio tra interessi atlantici ed europei, inquadrando intorno ad essi, componenti sociali quali Cisl, primo tra i sindacati a proporsi in un ruolo neo-corporativo e a rinnovarlo con il coinvolgimento dell'associazionismo e della finanza cattolica, componente politica che ha espresso il suo ruolo anche attraverso le massime figure istituzionali.

Le modificazioni dell'assetto politico-istituzionale sono quindi derivanti dal processo politico collegato agli sviluppi dello scontro di classe e alle contraddizioni prodotte dal governo dell'economia e del conflitto sociale. Un processo politico che ovviamente con ha un rapporto meccanico con lo scontro di classe, ma contempla un ruolo attivo, e offensivo, della soggettività politica, un rapporto che si esprime come riflesso dialettico sulla sede politico-istituzionale che ha una autonomia relativa rispetto ai rapporti di forza tra le classi.

Un processo che, in una irriducibilità del quadro politico-istituzionale a semplificazioni bipartitiche, si snoda intorno alla difficoltà di costruire due coalizioni idonee a sostenere una dinamica di alternanza tra equilibri politici di governo, in grado di rappresentare una continuità dell'azione del governo intorno agli interessi della frazione dominante della B.I., adeguata ai rapporti di forza reali tra le classi, e quindi all'equivalenza rispetto alla sede neocorporativa. Un processo che avviene nel posizionamento delle forze politiche intorno ai nodi congiunturali dello scontro politico, che ha visto un'assestamento della posizione dell'Italia intorno ai passaggi che ne riguardavano il ruolo nelle politiche centrali dell'imperialismo, ma che ha caratteri maggiormente critici sul piano interno e della politica economica.

Un ruolo particolare in questi anni è stato svolto dal Pds che ha sostenuto organicamente le politiche di riforma e ristrutturazione economico-sociale e di forzatura degli assetti politici. All'interno del Pds è D'Alema che ha operato alla costruzione degli equilibri politici che hanno sistituito il governo Berlusconi e ricondotto, l'opposizione di classe ad esso, in un ambito funzionale all'esercizio di un ruolo di governo. Un ruolo politico che ha incontrato, con la paralisi della Bicamerale da lui presieduta, una caduta significativa, per la presunzione di pervenire ad un riordino complessivo dell'assetto costituzionale e istituzionale, in una piena autonomia della sede parlamentare dalle contraddizioni derivanti dallo scontro di classe e dagli effetti dell'operato dell'Esecutivo. Un ruolo quello di D'Alema, e dei Ds in generale, che viene rilanciato dalla responsabilità assunta, dal suo governo, con il pieno impegno dell'Italia nell'attacco alla Jugoslavia, responsabilità che gestisce le continue forzature con un'articolata tattica di progressive ratifiche parlamentari al coinvolgimento delle forze armate italiane nella infame e folle aggressione al popolo Jugoslavo, ed è sorretta da una volontà politica ad andare fino in fondo, consapevole sia del rischio costituito dal manifestarsi di segnali di debolezza per un equilibrio politico strutturalmente fragile, che del processo di selezione che è in corso all'interno della Nato. Seppure il Ppi, per il ruolo del suo personale politico, abbia spesso formulato le basi per la definizione di passaggi corrispondenti ai reali equilibri parlamentari e quindi adeguati ad affermarsi, la coalizione di centro-sinistra come



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