Caffe' Europa

 

 

La versione testuale del comunicato integrale delle Br

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(pag. 14)

inferiori della metà, da quelle solo molto relativamente rosee del 2,5%, rispetto alle quali veniva proposto lo scambio tra conquiste del movimento operaio sul piano del diritto del lavoro, e sviluppo, cioè occupazione. Una prospettiva su cui oltretutto, a breve termine, incide negativamente l'impegno bellico per il rastrellamento di risorse che dovrà essere effettuato per sostenere le spese, e nella quale, in generale, le spese di riarmo che dovranno essere effettuate per svolgere il ruolo politico-militare corrispondente agli interessi della borghesia imperialista, previsto dai nuovi indirizzi strategici della Nato, ipotecano gli indirizzi di gestione del bilancio e le linee della programmazione economica.

Pe l'attuazione di queste politiche è perciò fondamentale il rapporto tra Esecutivo e sindacato confederale per la funzione economica che questi svolge nella contrattazione tra capitale e lavoro e, sulla base di questa, per la sua corresponsabilizzazione politica in un cambiamento che necessita tanto dell'estensione capillare del suo ruolo, che di una certezza della rappresentatività e capacità di rappresentazione dei soggetti della contrattazione, secondo regole che selezionino a priori la compatibilità delle istanze sociali con le politiche economiche che informano il quadro generale dei contratti di lavoro, e la disponibilità a contenere l'azione conflittuale. Da queste istanze nascono le linee rivolte sia all'inglobamento, attraverso queste regole, di nuovi soggetti sindacali, che all'allargamento della negoziazione centralizzata a un arco più ampio di forze sociali; di qui nasce, anche un sistema sanzionatorio più rigido, e conciliatorio più diffuso e stringente.

Se è solo nell'ambito della sede neo-corporativa e delle relative politiche che l'affrontamento di questi passaggi può trovare avanzamento, la contrazione della base produttiva e la crisi occupazionale - accentuata dalle politiche economiche adottate in questi anni, e aggravata dalle prospettive di approfondimento del ciclo recessivo internazionale- , costituiscono un forte fattore di contraddizione nel ruolo di questa sede, in particolare nella capacità del sindacato confederale di garantire la tenuta delle politiche che vengono adottate.

Intorno all'asse del neo-corporativismo, e intorno a questi equilibri, si sono definiti e dovranno definirsi anche passaggi di rifunzionalizzazione dello Stato: dall'accentramento di ministeri economici, alla riorganizzazione della pubblica amministrazione, dalla riforma fiscale nel senso del sostegno diretto della fiscalità generale al profitto e all'accumulazione capitalistica e del federalismo fiscale, alla rifunzionalizzazione del ruolo delle amministrazioni locali nel senso del rafforzarne il ruolo di esecutivo locale attraverso il decentramento, alle privatizzazioni e alla ridefinizione in senso privatistico dell'intervento economico dello Stato. La necessità che si presenta per un equilibrio politico in cui i Ds hanno ruolo centrale, in un passaggio come quello attuale, è quella di dare soluzione alla contradditorietà intrinseca di questo modello politico che vede due canali di legittimazione, attraverso il rafforzamento del ruolo politico dell'Esecutivo, con un maggior intervento di proposta legislativa, nell'opera di mediazione tra l'ambito della negoziazione neo-corporativa e quello parlamentare. La rinnovata funzione dell'Esecutivo e della componente Ds-Cgil, nel mediare le funzioni di questi ambiti, nella ricerca dell'equilibrio sufficiente a sostenere il complesso delle politiche che vanno adottate per governare la crisi e il conflitto, ha stagliato il ruolo centrale che vanno ad assumere quei soggetti che rappresentano l'Esecutivo nella sede negoziale, anche nel costruire le condizioni dell'unità di questa stessa componente politica. L'affermazione del progetto di ridefinizione del sistema economico-sociale e del ruolo dello Stato nell'economia, con le politiche neocorporative, se ha dato risposta alla contraddizione prioritaria ed emergenziale, è avvenuta in un contesto di permanente instabilità del quadro politico-istituzionale. Un'instabilità che, però, non ha affatto impedito allo Stato di effettuare quei passaggi politici che costituivano interessi vitali per la frazione dominante della B.I. Le ragioni di questa instabilità si presentano relativamente al ruolo dell'esecutivo, un ruolo che è stato rafforzato con la riforma della Presidenza del Consiglio, e progressivamente incrementato con forzature rispetto al rapporto con la dialettica parlamentare, con gli strumenti della decretazione, del ricorso alla fiducia, dell'introduzione del voto palese, dei vincoli di copertura finanziaria per gli emendamenti, delle deleghe legislative etc. Un ruolo che, di fronte alla crisi della rappresentanza politica, si è ulteriormente rafforzato. Non essendo però sancito formalmente, il suo rapporto con le forze politiche di maggioranza è attraversato da instabilità.

Permane infatti la difficoltà a formare maggioranze di governo omogenee e stabili e, nonostante l'introduzione di un sistema elettorale maggioritario, non c'è stata una semplificazione del quadro politico. Gli schieramenti politici odierni non sono equivalenti rispetto al riconoscimento della sede neocorporativa, nè nel rapporto con il sindacato confederale, disparità che sottopone l'impianto neocorporativo, non nel suo contenuto, ma per il sistema di relazioni e l'equilibrio che lo deve sostenere, al rischio di rimessa in discussione in relazione al prevalere o meno di un determinato equilibrio parlamentare, oppure lo eleva a criterio selettivo dell'equilibrio capace di dominare, in contrasto con il sistema formale. Questo, in un quadro in cui la sede neocorporativa ha assunto un particolare ruolo istituzionale, e ha valenza nel far avanzare gli interessi della B.I., nella governabilità, costituisce elemento di contraddizione.

La ridefinizione dei poteri locali, avvenuta con la riforma elettorale per i Comuni e per le Regioni, e con i provvedimenti tesi a rafforzare il decentramento amministrativo e il federalismo fiscale, non ha una collocazione istituzionale definitiva, e impedisce a questi poteri di esercitare un ruolo stabile e funzionale alla possibilità di utilizzare le significative diversità economico-sociali, come fattore di frammentazione del conflitto di classe e di



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