Caffe' Europa

 

 

La versione testuale del comunicato integrale delle Br

Caffe' Europa

 

(pag. 4)

corporativa caratterizzata dalla costruzione di metodo e obiettivi comuni tra esecutivo e parti sociali, così che, nelle scelte e nelle decisioni concrete, l'Esecutivo sia vincolato, in modo formalmente legittimo, dalle istanze provenienti dagli interessi antagonisti, in un contesto in cui, le finalità sociali, in riferimento alle quali metodo e obiettivi si definiscono, è ovvio, sono date e immutabili, e coincidono strutturalmente con le finalità della frazione dominante della Borghesia Imperialista. In questo senso Massimo D'Antona ha rappresentato una figura organica dell'Esecutivo D'Alema, che ha assunto "la concertazione come metodo di governo" come aspetto sostanziale del suo programma. D'Alema e il gruppo della Quercia che ha incarichi nell'Esecutivo, infatti, intendono far pesare l'iniziativa politico-legislativa del governo, ben all'interno delle dinamiche parlamentari come termine di risoluzione, specificamente, delle contraddizioni interne alla maggioranza e in particolare ai Ds, e in generale delle resistenze della rappresentanza parlamentare al cambiamento, dovute alla sua impossibilità di pervenire a mediazioni politiche sufficienti e organiche, all'interno del quadro di compatibilità economico-politiche dettate dalla centralità degli interessi della b.i. e dai suoi obiettivi di fase. Questo ulteriore ruolo politico-legislativo, l'Esecutivo lo svolge adducendo la legittimità delle parti sociali a pesare, nelle trasformazioni politico-giuridiche, in virtù delle materie in oggetto sulle quali si riconoscono loro facoltà autonome. Questa "autonomia", che per quanto riguarda il sindacato confederale è fondata sul peso politico storico del movimento operaio e derivata da questo, diventa la giustificazione dell'accentuato intervento legislativo dell'Esecutivo, su temi che non concernono semplicemente il piano capitale-lavoro, ma il modo di concepire il ruolo del "lavoro" nella società e nelle sue finalità, e che perciò necessitano di formalizzazioni giuridiche di livello legislativo, e anche costituzionale, che investono il Parlamento e perciò il ruolo della rappresentanza politica.

D'altra parte, nella sede politica, la contraddittorietà tra, i contenuti costituzionali che riflettono il peso che ha avuto in essi l'interesse politico autonomo del proletariato e il peso politico decisivo che tuttora ha la classe e, il riferirsi, della dinamica politica, agli attuali rapporti di forza generali tra proletariato e borghesia, si manifesta nella difficoltà a superare il quadro normativo che è ancora significativamente condizionato dal peso politico della classe, e che ostacola l'attuazione dei nuovi indirizzi che devono operare aggirando i vincoli costituzionali e perciò vengono frenati dalle contraddizioni generate dalla debolezza di questa pratica, in termini di disorganicità o inconcludenza dell'iniziativa legislativa parlamentare, che l'Esecutivo si incarica di forzare. La tradizionale impostazione dell'azione politica dei partiti che, in un contesto di impiego della spesa pubblica per stimolare la produzione, poteva essere tesa a una gestione delle risorse statali, in funzione del consolidamento del consenso politico-elettorale, si è dovuta riadeguare alle istanze della borghesia imperialista a fronte delle odierne contraddizioni della crisi del capitale. Ora, l'azione politica dei partiti, sostiene la funzione economica dello Stato perseguendo linee di attivo di bilancio, di contenimento dell'inflazione, di contrazione dei costi diretti e indiretti di produzione, di definizione di meccanismi che stimolino la competizione interna, come condizioni irrinunciabili affinchè il capitale a base nazionale conservi quote di mercato e la formazione economico-sociale non arretri nella scala gerarchica della catena imperialista. Le scelte politiche assumono un carattere più spiccatamente antiproletario, sia perchè per sostenere la funzione economica dello Stato in questo contesto, il presupposto diventa il dispiegamento di un'offensiva complessiva alle posizioni e condizioni della classe, sia perchè si riduce strutturalmente la mediabilità degli interessi. Il carattere di queste scelte è stato sostenuto con l'adozione di un sistema elettorale sostanzialmente maggioritario, che corrispondesse alla oggettiva riduzione del complesso degli interessi rappresentabili e mediabili. Questi fattori nel loro insieme rendono tendenzialmente più fragile il dominio politico-economico della borghesia. Se da una parte, quindi, la risposta è quella di incrementare le misure repressive generali, rafforzare organici e strumentazioni degli apparati di polizia (vedi pacchetto anticriminalità Diliberto-Jervolino), inasprire le sanzioni anti-sciopero, estendere le campagne di criminalizzazione e la pratica dell'incriminazione delle lotte di settori che non accettano la subordinazione agli interessi della B.I. ma anche alternativamente quella di assorbire e svilire l'opposizione di settori di proletariato, dall'altra, l'istanza di una più forte legittimazione dell'azione statuale viene soddisfatta affiancando al canale di legittimazione istituzionale, politico-rappresentativo, quello negoziale con le parti sociali, che tende a controbilanciare gli effetti negativi, in termini di governabilità, dell'esecutivizzazione implicata a livello di ri-disposizione dei ruoli delle istituzioni nell'ordinamento politico-istituzionale materiale, dagli odierni indirizzi politico-economici rispondenti alle istanze della classe dominante. Una manovra che, però, ha il limite della sovraesposizione politica del sindacato confederale e di acuire la crisi di legittimazione reale che lo investe. L'assestamento in senso neo-corporativo della dinamica politica e sociale è il progetto politico che tiene coeso l'equilibrio politico dominante, equilibrio che a sua volta è la risultante del processo di trasformazione e selezione delle forze dell'arco costituzionale nel rapporto organico con il sindacato confederale, che hanno investito il capitalismo negli anni '80 e '90, per candidarsi a rappresentare gli interessi della borghesia imperialista nel nuovo corso, basandosi proprio sulla capacità di effettuare la trasformazione funzionale, e nel contempo, garantire la coesione e il consenso sociale necessario a governare, pur senza poter adottare i tradizionali strumenti della spesa pubblica.



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