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Esclusivo/Il primo inviato di guerra nella storia di Internet

Preston Mendenhall di Msnbc intervistato sul campo da Laura Tettamanzi

 

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Belgrado, aprile 1999 - La guerra del Kosovo segna il tramonto del primato di Cnn a favore di altre reti all news come Skynews e Bbcworld, che effettuano con modelli diversi una copertura degli eventi di straordinaria completezza vincendo la battaglia delle "breaking news" anche grazie al fatto che nei primi giorni dei bombardamenti le troupes di Turner vengono espulse da Belgrado. Brent Sadler e Alessio Vinci possono tornare in città solo dopo qualche giorno, sottoposti a un controllo strettissimo da parte del Ministero dell'Informazione della Repubblica Federale. "Se non manterranno un comportamentto corretto, verranno definitivamente cacciati dalla Yugoslavia" proclama il Ministro Milan Komnemic, dettando le condizioni per la riammissione dei reporter americani.

Ma ad avvantaggiarsi della defaillance di Cnn è anche Msnbc - la rete di informazione ventiquattr'ore su ventiquattro nata dalla fusione fra Nbc e Microsoft Network nel 1996 - che fin dai suoi esordi segna punti sulla concorrente nella lotta per le breaking news grazie alla sinergia fra Internet e tv, che consente di sfruttare con eccezionale tempismo le risorse delle redazioni di Nbc, Msnbc e del sito. Fin dal suo terzo giorno di attività, il 17 luglio 1996, Msnbc diede "buca" alla Cnn riferendo con otto minuti di anticipo sull'incidente della TWA.

Abbiamo incontrato a Belgrado un rappresentante di Msnbc, Preston Mendenhall, la cui figura professionale rappresenta una novità nel panorama dei media: è il primo inviato speciale di Internet, ed è responsabile della copertura degli eventi dalla Yugoslavia per il sito all news. Ma i suoi compiti non si limitano a quelli di redattore online, perché gli è anche affidato il ruolo di integrare sul campo il lavoro di tutti i reporter televisivi alle attività del sito. E' - si potrebbe dire - il trainer degli inviati e dei producer di Msnbc e di Nbc che Preston coordina quando devono scrivere per la rete, o partecipare a chat. Ha, oltre che un compito di formazione, una vera e propria mission organizzativa in funzione della convergenza che si realizza sempre più fuori dalle redazioni, là dove si producono gli eventi.

Il giorno dopo i primi bombardamenti su Belgrado, Mendenhall e i colleghi di Nbc e Msnbc, in tutto una troupe di cinque persone, sfuggono all'attenzione della Polizia yugoslava, che decreta la cacciata dei giornalisti americani, ma anche di quelli che appartengono ai paesi che hanno appoggiato l'intervento Nato.

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"Quando la Polizia è arrivata in albergo per espellere gli altri giornalisti americani, ci siamo stupiti, perché nessuno ci ha chiesto di andarcene. Siamo stati posti davanti a un dilemma: restare a presidiare il terreno, correndo il rischio di sanzioni o cose peggiori, oppure far le valigie e correre alla frontiera, come avevano fatto i nostri colleghi di Abc, Cbs e Cnn?

Non c'è stato bisogno di molto tempo per capire che sarebbe stato meglio fermarci. Nbc ha mantenuto uno share molto alto nei primi giorni di guerra. Successivamente, con il rientro a Belgrado di Brent Sadler, anche Cnn ha ripreso il controllo sul campo".

Trentasei anni compiuti, Mendenhall ha cominciato a lavorare come giornalista qualche anno fa nell'ufficio di Nbc a Londra. Era inviato in Bosnia fino al '96, a Sarajevo e a Touzla. Con la creazione di Msnbc, ha cominciato a scrivere per il Web acquisendo una tale dimestichezza con il mezzo da essere poi scelto per formare i giornalisti di Nbc che, insieme ai pezzi prodotti per le reti televisive di Nbc ed Msnbc, devono garantire una quota di informazione sul sito. I ruoli sono interscambiabili, c'è una perfetta connessione fra attività su Web e attività televisive.

Afferma Preston: "Ogni volta che nel mondo succede un fatto importante, vengo inviato sul posto e lavoro per Nbc news, Msnbc cable e Msnbc per Internet. Lo stesso fanno i miei colleghi che vengono dalla tv. In questo modo è possibile garantire una copertura completa degli eventi, sfruttando al massimo la professionalità e le competenze di ognuno".

 

Quale è stata la difficoltà di adattamento al nuovo mezzo dei giornalisti televisivi?

"Ognuno ha dovuto apprendere non solo come utilizzare la tecnologia, ma capire come scrivere per Internet dove la parola ha una funzione diversa rispetto alla tv. C'è più spazio, ma gli articoli devono rispettare una lunghezza ideale. Parte del mio lavoro consiste nel mostrare ai colleghi in quanti differenti modi possono rapportarsi al mezzo interattivo. Per esempio ogni sera realizziamo una chat sull'evento in cui gli ascoltatori possono porre domande non solo agli inviati di Nbc, ma anche a giornalisti della stampa e della tv serba. In questo caso lavoriamo per telefono, perché utilizzare la connessione Internet non è sempre economico in questa situazione. La linea si interrompe facilmente e i tempi per connettersi nuovamente sono troppo lenti. Io guido la discussione, gestendo la durata e le modalità degli interventi, che vengono poi sottoposti a editing nella nostra sede di Londra".

 

Tutti i reportage televisivi e giornalistici che escono da Belgrado vengono sottoposti a controlli. Per utilizzare il satellite, le tv di tutto il mondo sono obbligate a inviare i materiali dalla tv serba, dove ogni sequenza corre il rischio di essere visionata e censurata. Internet dovrebbe consentire una maggiore libertà…

"Certo, è un mezzo che riesce ancora a sfuggire ai mille occhi dei servizi segreti serbi, e anche per questo motivo anziché aprire una connessione con un provider locale che ci avrebbe facilitato il lavoro abbiamo preferito trasmettere i pezzi a voce con il satellitare, cosa che ci rende meno esposti ".

 

Come si organizza il suo lavoro?

"Normalmente uso una piccola videocamera digitale, registro le interviste, scrivo. La situazione ottimale sarebbe poter collegare il computer al telefono cellulare o satellitare, ma per ora la trasmissione di immagini in movimento è troppo lenta. L'emittente avrebbe il vantaggio di utilizzare una sola persona, invece che una troupe di quattro o cinque. In una situazione normale riesco a inviare i testi e le foto connettendomi direttamente al sito. Qui le difficoltà che ho citato rendono le procedure di trasmissione più lente e complicate".

 

Come si svolge il tuo lavoro quando non viaggi?

"Sto in redazione nell'ufficio Nbc News in Londra e lavoro con i corrispondenti e i producer di Nbc Europe per acquisire il massimo di contenuti possibili dal loro lavoro. In sostanza, organizzo la loro attività in modo che la produzione di informazioni venga ottimizzata. Per esempio, se un reporter acquisisce più notizie e più storie rispetto a quelle richieste dalle trasmissioni televisive, faccio in modo che egli stesso o un redattore delle pagine Internet metta in rete questi materiali".

 

Quante storie riesci a confezionare in una giornata?

"Produco una storia al giorno data la situazione di 'oscuramento' delle fonti che rende difficile per noi giornalisti ottenere informazioni. Gli eventi che accadono in altre zone vengono coperti da altri reporter di Nbc che si trovano in Macedonia, a Bruxelles, in Montenegro e in Albania (in tutto 25 persone utilizzate per coprire la crisi nella sua prima fase). In questo momento - nonostante i problemi - ritengo sia meglio stare a Belgrado perché questa località sarà sempre più cruciale nei prossimi giorni.


Utilizzate operatori Nbc o preferite affidarvi a troupes locali?

"Usiamo una troupe serba, in modo tale da non avere problemi nelle riprese per strada o tra la gente, che qui è molto ostile ai giornalisti occidentali".

 

Avete informatori dentro il Kosovo?

"Sì, siamo in contatto con stringer (procacciatori di notizie, ndr) che lavoravano per noi e che riteniamo affidabili"

 

Quanti sono a Msnbc a fare il tuo stesso lavoro?

"Per ora solo io, ma in futuro credo che il numero degli inviati online aumenterà. Almeno me lo auguro… I ritmi sono massacranti, dalle sette del mattino all'1 di notte e questo va avanti da dieci giorni". Ma se i ritmi di aggiornamento del sito, ancor più che i bombardamenti aerei, tengono sveglio il giovane Mendenhall, anche John Simpson, "veterano" di Bbc sacrifica ai new media le già poche ore di riposo. Dalla sua stanza dell'hotel Hyatt Simpson, uno fra gli unici giornalisti della tv a rimanere a Baghdad nel 1991 sotto i raid americani, effettua più di cento telefonate quotidiane. E' l'unico corrispondente Bbc rimasto a Belgrado con un operatore inglese, un producer locale e uno stringer. Copre i notiziari televisivi e radiofonici di Bbc, ma anche gli aggiornamenti orari di BbcWorld news e tutta l'area del sito Internet che fa riferimento alla capitale serba. "Lavorare per Internet non è un problema. Trasmetto i pezzi con il cellulare, dando loro un taglio e un linguaggio diverso rispetto a quelli per la tv. E' chiaro che operare su mezzi diversi comporta operazioni continue di riscrittura, devi continuamente cambiare impostazione e tono. E' molto stressante. Tutti i momenti arriva un giovane conduttore fresco e riposato che mi ripone le stesse domande che mi aveva fatto solo mezz'ora fa il suo predecessore: 'Cosa pensa la gente a Belgrado?' 'Dove sono cadute le bombe?'" E quando questo avviene alle quattro del mattino anche la pazienza del più cortese degli inviati è messa a dura prova. "Sapevo cosa mi aspettava, restando qui. Ma, nel momento in cui si trattava di decidere 'should I stay or should I go', mi sono ricordato la storia di un producer di Cnn che incontrai a Baghdad durante la Guerra del Golfo. Si trovava in Vietnam nel 1975 quando gli americani abbandonarono il terreno e i vietnamiti rientrarono. Prese la decisione di andarsene, ma passò 15 anni della sua vita a pentirsene. Si sentiva colpevole di non aver fatto il suo dovere di giornalista, di aver fatto la cosa sbagliata. Ho pensato: non voglio fare la stessa fine".

 

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