In tv
si accende la magia: scompaiono i fatti,
si vedono solo i politici. E mentre
la gara per il consenso si fa scambio
di colpi magistrali per conquistare
attenzione e favori del pubblico, il
tele-imbroglio crea dipendenza. Un libro
per rompere lo schermo, un esercizio
per riconoscere l’illusione.
È scomparso
uno dei pensatori più importanti del
nostro tempo, protagonista assoluto della
filosofia contemporanea, stimolo e critica
della sinistra liberal.
La campagna
elettorale era alle porte, il clima del
dibattito politico si andava riscaldando.
Nei testi delle edizioni di maggior ascolto
dei due più importanti tg italiani,
provate a scovare i fattori di spin,
cercate
di svelare il trucco.
Si
chiude senza risultati
concreti la Conferenza
Islamica in Germania.
Ma il successo simbolico
è indubbio
in un paese che ha
ormai smesso di considerare
gli immigrati come
semplici Gastarbeiter,
"lavoratori-ospiti"
Sarko incontra
Barroso, Merkel e alcuni capi di governo:
si discute di trattato semplificato e patto
di stabilità. Ma sulla Turchia, no
secco della Francia.
I blog non
spengono il pensiero, ma lo illuminano in
espressioni di paure e disillusioni. Il web
amplifica la verità, ma quanta ne può
sopportare un medium?
Comuni cittadini
possono prendere decisioni sull’uso
di biotecnologie? Sì, è la risposta
di un’iniziativa lombarda realizzata
da Irer e Fondazione Bassetti.
Roat scrive
tre storie attraversate da ombre e malinconie,
in cui l’atmosfera è dominata
dalla presenza di un sentimento sofferto,
potente e impossibile.
Da The
Nation attenzione puntata su tre libri,
assai diversi tra loro, ma con una cosa in
comune: occhi puntati alla società
secolare. Ecco cosa dicono le riviste che
contano.