323 - 21.06.07


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Nuovi contenuti ai tempi
della digitalizzazione

Alessandra Spila


Come spiegare il fenomeno “eversivo” della digitalizzazione dei media e dei loro prodotti, ovvero dei loro contenuti?
Con Economia dei contenuti. L’industria dei media e la rivoluzione digitale, Augusto Preta si cimenta, mettendosi nei panni del consumatore, proprio in quest’impresa adottando una prospettiva particolare, quella economica.
A partire da una premessa precisa: l’idea che il digitale ha modificato, dalla seconda metà degli anni Novanta, la tradizionale relazione tra contenitore (media) e contenuto. L’autore decide di spostare su quest’ultimo il centro dell’attenzione poiché a determinare l’atteggiamento del consumatore, consentire l’ingresso di nuovi attori, aumentare la possibilità di scelta e addirittura migliorare il benessere sociale sarebbe appunto il contenuto e la sua stessa disponibilità.

Rispetto infatti alla comunicazione analogica, in cui il “mezzo” condizionava il “messaggio”, come avverte Enzo Cheli nella presentazione, nel mondo digitale i contenuti hanno assunto, e tendono sempre più a farlo, un ruolo indipendente dalle reti che li trasmettono, diventando veri motori dei processi di trasformazione in atto dei mercati.

Dalla presa di coscienza della loro “dematerializzazione” e “disintermediazione”, vale a dire della scissione tra contenuti e reti e del superamento della contrapposizione tra impresa e utenza, nascono dunque molti interrogativi su quelli che saranno gli scenari futuri. Compresi gli orientamenti dei mercati, le tendenze dei consumatori e gli investimenti delle imprese. Ecco perché, in un contesto come quello attuale, tanto in mutamento quanto ancora incerto, appare necessaria un’analisi economica, di cui il mondo dei media è stato troppo a lungo sprovvisto. Forse, come sostengono alcuni (ma Preta si distacca da una simile lettura), è proprio a causa della natura peculiare dei mezzi di comunicazione di massa, con statuti speciali, leggi e regolamenti, che gli economisti si sarebbero tenuti alla larga.
Si comprende quindi la necessità del saggio di sgombrare il campo da alcuni temi benché centrali, come pluralismo dell’informazione e ruolo del servizio pubblico, da una riflessione più strettamente socio-politica, in favore invece di tematiche legate alla definizione e alla struttura dei mercati e all’analisi comparata di questi ultimi. Altro elemento di novità, inoltre, è la volontà del fondatore di It-Media Consulting di focalizzare l’attenzione sullo spazio europeo, non limitandosi a quello nazionale – spesso contrassegnato da letture ideologiche sulla materia –, per consentire a studiosi e addetti ai lavori una prospettiva adatta a seguire meglio la complessità delle metamorfosi in corso. E a fare propria la necessità di analizzare il fenomeno della convergenza da una prospettiva diversa, non più dal tema delle reti, della larga banda, riducendo i contenuti a una sorta di commodity, ma considerandoli un’espressione della creatività di chi li produce come pure di chi ne fruisce.

Augusto Preta
Economia dei contenuti.
L’industria dei media e
la rivoluzione digitale

Vita e Pensiero, pp. 156, 16 euro

 

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