Sto sviluppando
una vera forma di allergia per la propaganda e la partigianeria
che piegano gli argomenti “a effetto” a
sostegno delle proprie cause e idiosincrasie. Non si
capisce perché (e se si capisce, è una
spiegazione spiacevole) Magdi Allam debba presentare
sul Corriere una sentenza del Tribunale egiziano
per l’Unificazione dei Principi che consente l’ingresso
nella Università americana del Cairo anche alle
studentesse con niqab, cioè con il velo
integrale nero che lascia solo una fessura per gli occhi,
come un “obbligo strisciante”. Nell’articolo
in prima pagina dell’11 giugno, tra amici del
hijab, ingiunzioni contro il niqab,
comitati pro e contro l’uno e l’altro in
tutto il Maghreb, si rischia di fare una grande confusione.
I fondamentalisti esistono, sono dannosi e pericolosi,
ma la confusione rischia di aiutarli a crescere in numero
e popolarità. E l’arroganza dei regimi
autoritari (che proibiscono rigidamente il velo negli
uffici pubblici) rischia con tutta evidenza di giovare
alla loro causa. In sostanza l’articolo e i titoli
del Corriere lasciano credere che adesso alla American
University del Cairo si entri solo col niqab.
In verità si tratta di un luogo dove capita
di trovare studenti e studentesse abbigliati nei modi
più diversi, con e senza velo, in un clima di
grande libertà, come in un campus di qualunque
metropoli occidentale, con la differenza che si trova
nel centro di una capitale araba e con servizi di sicurezza
che filtrano gli ingressi quasi come in un aeroporto.
Il niqab (quello che lascia solo la fessura
per gli occhi) è diventato una specie di divisa
delle donne militanti dell’ala “fratelli
musulmani”, un simbolo. Cercate di immaginare
una università occidentale del ‘68-‘69
in cui avessero proibito di portare un distintivo con
la falce e martello o i simboli di Lotta Continua o
del femminismo. Aggiungete che chi tratta i “fratelli
musulmani” – oggi componente parlamentare
legalizzata in Egitto – come se fossero dei terroristi
non fa un gran servizio a comprendere il difficile confronto
politico egiziano. Ma questa è una discussione
da fare un’altra volta.
È possibile intanto far circolare informazioni
senza “effetto”, insomma con un po’
meno di spin?
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