I trucchi
della politica, le tecniche per scalare la classifica
dei consensi, i metodi per vincere con la tv la partita
elettorale. Questo è il mestiere dello spin doctor,
trovare la strada della persuasione più efficace.
E questo è il cuore dell’ultimo libro di
Giancarlo Bosetti, direttore di Reset, Spin. Trucchi
e tele-imbrogli della politica (Marsilio). Martedì
5 giugno, alla presentazione romana del libro i protagonisti
chiamati in causa da Bosetti erano tutti rappresentati.
Nella sala della libreria Arion c’era, oltre l’autore,
la politica (di destra e di sinistra), con Giuliano
Amato e Mario Landolfi, c’era la carta stampata
con Ezio Mauro e, rappresentati da Gianni Riotta, c’erano
i tg, che del libro occupano pagine molto dense.
Insomma, al centro dell’analisi di Bosetti c’è
la politica che punta sulla persuasione emotiva delle
persone, preferisce le risse e gli attacchi e nasconde
problemi e argomentazioni, mentre la tv è complice
del gioco. Questo il nocciolo della discussione in cui
Amato ha svelato da che parte mettersi: “I partiti
la dovrebbero smettere di spendere soldi per organizzare
convegni – ha detto il ministro – per radunare
tifoserie prive di lume che vibrano di emozioni di fronte
all’appeal retorico dei leader. I partiti dovrebbero
invece chiamare le persone a ragionare, invitarle a
faticosi incontri che le facciano parlare, informare,
discutere di problemi concreti. Le persone, gli elettori,
i cittadini hanno la capacità per farlo e ne
avvertono forte il bisogno”.
Landolfi ha replicato puntando i piedi nel terreno della
politica più pragmatica e ha citato Bismark che
avrebbe detto una volta: “In nessun caso si dicono
bugie come in guerra, in campagna elettorale e dopo
una partita di calcio” (ma ai tempi di Bismark
già si parlava così tanto di calcio?).
Il presidente della Commissione di vigilanza Rai ha
cercato di spostare il nodo della questione; il tema
vero, ha sostenuto, non sono tanto le tecniche per raggiungere
il consenso, quanto la politica e i suoi contenuti.
“Non vorrei – ha detto – che la politica
si risolva in una partita in cui le tifoserie si insultano,
mentre tra di loro il campo da gioco rimane vuoto”.
Metafora sbagliata, ha ripreso Ezio Mauro che ha corretto:
“È vero il contrario, a me pare che gli
spalti della politica siano deserti e i giocatori fanno
la loro partita in uno stadio vuoto”. Mentre il
giornalismo è essenziale a trattenere nel flusso
delle notizie quelle che possono dare il senso della
realtà, quello che manca alla politica, ha detto
il direttore di Repubblica rivolgendosi alla
sinistra, è la capacità di trasmettere
un’idea che sappia fare da collante per le diverse
esigenze e ambizioni della società.
“Tutto vero, ma lo spin doctor non c’entra
niente”, ha criticato Gianni Riotta. Bush non
ha vinto nel 2004 grazie a Karl Rove, considerato da
tutti il mago della professione. “La verità
– ha continuato il direttore del tg1 – è
che vince chi riesce a interpretare le sensazioni degli
elettori, chi riesce a capire che cosa vogliono sentirsi
dire, gli spin doctor non riescono a mettere in rete
una palla diretta fuori dallo specchio della porta”.
Ma una domanda resta aperta: perché mai i tg
italiani analizzati da Bosetti mostrano un’evidente
magia della campagna elettorale? Scompaiono i fatti
e le argomentazioni, si vedono solo la competizione
e gli attacchi personali. La magia è semplice:
vedete un problema (le tasse, le pensioni, l’immigrazione)
accendete la tv e il problema scompare, l’attenzione
è catapultata altrove. Si vede il politico, la
politica svanisce. Chi sa dire dov’è il
trucco?
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