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Autorita’ indipendenti, presidenti super partes



Franco Bassanini




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In questi giorni, si sta svolgendo in Senato un importante dibattito sulle riforme istituzionali; giornali e media non ne parlano molto, eppure quello delle riforme è un tema molto importante, e allo stesso tempo ci offre un modo particolare per avvicinarci ai temi proposti dall'appello di Reset.

Il sistema istituzionale italiano è profondamente cambiato, e ancora cambierà se le riforme istituzionali di cui si parla saranno approvate. Viviamo in un sistema bipolare maggioritario che ci impone, rispetto al passato, maggiore necessità di istituzioni, di strumenti che non rientrino nello scontro tra la maggioranza e l'opposizione. E' un sistema per cui due schieramenti si affrontano alle elezioni, e chi vince acquisisce il diritto di governare il paese. Ma una democrazia liberale prevede che ci siano istituzioni ed organismi che abbiano la funzione di garantire la continuità del sistema politico e che quindi siano pregiudizialmente al di fuori dalla logica dello scontro tra il governo e l'opposizione.

Sto parlando di temi che ci suonano familiari quando pensiamo allle comunicazioni e dell'informazione, ma è un discorso che riguarda molti altri aspetti della vita di un paese democratico, a partire dalle regole che governano l'andamento dei mercati, le dinamiche della concorrenza, lo svolgimento del lavoro della magistratura. Sono tutti ambiti che non possono essere sottomessi agli interessi di una sola parte politica.

La modernizzazione del nostro sistema, che ha già acquisito molti degli elementi di una democrazia dell'alternanza, ci chiede delle riforme, ci impone di introdurre istituzioni di garanzia dotate dei poteri e dell'indipendenza necessari per garantire quegli spazi che non possono essere soggetti alla appropriazione della maggioranza.

In ambito radiotelevisivo, queste osservazioni si traducono prima di ogni altra cosa nella necessità di dare vita ad una forma di autorità indipendente dalla logica dei partiti. E qui sta l'importanza dell'appello di Reset: indicare una strada che oggi sia praticabile.

Una strada che inizia dall'elezione dei Presidenti delle Camere.
Alcuni parlamentari, tra cui Giuliano Amato, Nicola Mancino, Cesare Salvi, Andrea Manzella ed io, hanno presentato al Senato una proposta di riforma istituzionale con la quale si chiede si torni ad introdurre la regola (già sperimentata negli anni della "prima Repubblica) per cui i Presidenti delle Camere siano eletti con una maggioranza dei due terzi dei votanti. Questo significherebbe mettere le forze politiche nelle condizioni di dover trovare un accordo su persone di grande autorevolezza e indipendenza. La presenza di Presidente che provenga dallo schieramento di governo, affiancato da un Presidente che venga dall'opposizione sarebbe garanzia per la nomina di autorità indipendenti, la cui composizione sarebbe designata direttamente dei vertici delle due Camere.

Anche se gli attuali Presidenti di Camera e Senato non sono stati espressi sulla base di queste regole, mi rivolgo a loro per chiedere di mettere in evidenza che la loro è una posizione super partes. Il rispetto e l'affermazione del ruolo istituzionale che ricoprono, chiede loro che nella prossima designazione del Consiglio di Amministrazione della Rai scelgano persone fuori dalla contrapposizione partitica, seguendo una decisione che sia in grado di garantire l'apertura pluralistica a tutti gli indirizzi e a tutte le opinioni. E così facendo mettano in atto una scelta di qualità, perché indipendenza e autorevolezza non sono disgiunte dalla professionalità e dalla competenza.

La gestione della Rai non può non essere affidata a meccanismi diversi da quelli descritti. Si inizierebbe così un cammino verso una soluzione legislativa, verso la creazione di un'autorità indipendente cui sia affidato il compito di esercitare diverse funzioni. Prima fra queste la designazione di un organo di amministrazione; ma anche compiti di vigilanza, di garanzia del pluralismo e dell'uguale diritto di accesso da parte di tutti.

 

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