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Qualcuno ci salvi dalla spazzatura

Lawrence K. Grossman

 

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La mia disputa con la critica di Robert McChesney al sistema dei mezzi di comunicazione americani ha più a che vedere con la retorica che non con la sostanza; e ciò che mi preoccupa delle riforme che propone riguarda più il loro senso di realtà che non i loro scopi. Qualunque siano i problemi dell'attuale sistema di comunicazione, commerciale, popolare e redditizio, non c'è bisogno di distruggerlo, come suggerisce McChesney per migliorarlo.

McChesney ha ragione a inveire contro l'eccessiva commercializzazione dei mezzi di comunicazione elettronici, contro una nozione di servizio pubblico che perde sempre più importanza, contro gli orribili notiziari locali e i programmi che speculano sulle ingenuità dei bambini e dei giovani (nessuna critica è troppo dura per un sistema che mette l'odioso Jerry Springer Show al primo posto - o tra i primi - fra tutte le serie televisive). La profezia di McChesney che Internet, nonostante le enormi aspettative, non avrebbe automaticamente portato "una comunicazione più democratica o più orientata verso il servizio pubblico" si è rivelata giusta, così come la sua richiesta di un sistema di telecomunicazioni ben finanziato, senza scopo di lucro e pubblico.

Ma la sua aspra critica di ogni aspetto di ciò che secondo lui è il nostro sistema di mezzi di comunicazione non competitivo, commerciale e moralmente depravato altro non è che l'immagine speculare di attacchi altrettanto voraci che provengono dalla destra ideologica. Alla fine, temo, una così alta retorica sarà più dannosa che non di aiuto nell'identificare le vere cause del problema dei nostri mezzi di comunicazione e nel fornire proposte utili e costruttive per una riforma democratica. D'altra parte McChesney non riflette il mondo che conosco nella sua conclusione, - nata più da un desiderio che dalla realtà - , quando afferma che "il treno della riforma dei mezzi di comunicazione è pronto a lasciare la stazione" grazie al lavoro di gruppi attivisti marginali come FAIR (Fairness and Accuracy in Reporting - Imparzialità e Accuratezza nel Giornalismo), Rocky Mountain Media Watch, le Conferenze dei Media e Democrazia a San Francisco, New York, ecc. L'impatto di questi gruppi sulla maggior parte dei mezzi di comunicazione è al massimo marginale, e con lo stato di cose attuali essi incidono molto meno delle organizzazioni conservatrici come la Federazione Nazionale per la Decenza, la Maggioranza Morale, AIM (Accuracy in Media - Accuratezza nei Media), il Centro di Studi per la Cultura Popolare ed altre associazioni della stessa categoria.

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Nella nuova era delle telecomunicazioni un cambiamento è inevitabile, e per il futuro benessere della nostra democrazia devono di certo essere fatti dei cambiamenti basilari al sistema dei mezzi di comunicazione nazionale. La richiesta conversione alla televisione digitale fa sì che questo sia il momento ideale per riesaminare le politiche di comunicazione nazionali in maniera disciplinata, convinta e costruttiva. Sono ottimista e credo che tale riesame dimostrerà che possiamo aggiungere al nostro sistema commerciale, redditizio ma inadeguato, un nuovo sistema pubblico di telecomunicazioni, senza scopo di lucro, all'avanguardia ed accessibile, un controcanto americano alla BBC aggiornato al ventunesimo secolo.

McChesney riconosce che la sua proposta per un sistema di mezzi comunicazione ideale "non è assolutamente plausibile", ed ha ragione. Vorrebbe un'azione anti-trust aggressiva per spezzettare i conglomerati dell'intrattenimento multimediale che ci sono oggi. Propone anche un insieme di stazioni radio e televisive piccole, ben fatte e vicine alle istanze della comunità, e centri di produzione di servizi pubblici diffusi in tutto il paese, sostenute da un governo illuminato e dei sindacati idealisti. La proposta di McChesney è chiaramente animata da buone intenzioni, ma di difficile realizzazione.

Certo, la radio, i programmi televisivi, la televisione satellitare e via cavo stanno sommergendo la sfera pubblica con "canti da sirene", ammaliandola con entertainment, sport, film, musica, pettegolezzi e una moltitudine di altri passatempi ancora. Certo, la stampa elettronica sta diventando un deserto sempre più vasto e incolto, riversando tutto ciò che non è fiction in maniera condensata, notizie insignificanti, crimini, sesso, pettegolezzi e scandalo; concentrandosi quasi esclusivamente sugli errori del governo e ciò che esso non dovrebbe fare che non sui servizi essenziali che esso fornisce. I mezzi di comunicazione contribuiscono enormemente al crescente cinismo del pubblico, al suo distacco dalla politica e alla sua sfiducia verso il governo.

Ma riconosciamo i lati positivi dove ci sono. I mezzi di comunicazione americani sono riusciti brillantemente a dare al pubblico di tutto il mondo ciò che voleva. Il problema è che non riescono a dare agli americani i servizi di cui hanno bisogno - servizi di vitale importanza, come l'educazione; programmi per bambini di qualità; un'istruzione continua, che segua il soggetto per tutto l'arco della sua vita; riconversione professionale; un'informazione civica profonda e sensata su concetti politici chiave; informazione sulla sanità pubblica; e arti e cultura originali. La radio e la televisione commerciali non riescono ad offrire i valori alti ed essenziali della vita perché, sebbene tali servizi contribuiscano a formare una società più civile e meglio informata e una democrazia più solida, non rendono; piuttosto, costano. Gli ufficiali delle società multimedia che decidono cosa passare sui nostri canali appartengono fondamentalmente al business dell'intrattenimento e non a quello dell'informazione civica e del servizio pubblico, perché l 'intrattenimento rappresenta la fetta più grande dei profitti. Come il portavoce della Disney Michael Eisner ha dichiarato alla stampa quando comprò l'ABC, "immaginate l'enorme potenziale finanziario che avremo, dato il crescente appetito globale per l'intrattenimento non-politico e gli sport.

Il mercato non incentiva investimenti in servizi che migliorano la condizione umana e la qualità della democrazia, ma che risucchiano i profitti e riducono le entrate. Se le forze di mercato richiedono di abbassare il livello dei programmi o di sostituire importanti notiziari internazionali con storie di crimini locali per attrarre più pubblico, è esattamente ciò che le società dei media finiscono per fare. Ma ciò di cui questo paese ha davvero bisogno è un sistema di telecomunicazioni pubblico, attraente e senza scopi di lucro che operi parallelamente al sistema di media commerciali attuale e che colmi quei bisogni che il sistema commerciale trascura. La nuova autostrada delle telecomunicazioni dovrebbe essere il nostro centro civico, la nostra istruzione per tutta la vita, il nostro insegnante, colui che ci fornisce le informazioni vitali, il nostro centro di arti elettroniche, ed anche il nostro centro di divertimento e diversivi. Abbiamo bisogno di sviluppare corsi televisivi, programmi di qualità, CD-ROM e siti internet che forniscano informazioni civiche, sul governo e sulla sanità pubblica; libere opportunità per un discorso politico civile; e lezioni di scienze, arte e cultura - tutte ben prodotte, ben promosse , ben commercializzate ed interattive.

Con l'ingresso nel nuovo mondo delle telecomunicazioni interattive, questo paese deve smettere di fingere che la comunicazione commerciale e le società di telecomunicazione, il cui primo dovere è verso se stesse, possano soddisfare tutti i bisogni della popolazione. In una società basata sulla conoscenza occorre un sistema alternativo, senza scopi di lucro, un sistema pubblico di telecomunicazioni, ben finanziato, efficiente ed integralmente ripensato, con grandi corsie riservate alla nuova autostrada dell'informazione elettronica.

In Connecticut, il mio stato natale, stiamo cercando di creare proprio un siffatto modello di telecomunicazioni ad ampio raggio di interesse pubblico per colmare i crescenti bisogni educativi, di informazione civica e culturali dello stato. Lavoro per il Dipartimento della Televisione Pubblica del Connecticut (CPTV) e ne presiedo il comitato di programmazione strategica. Per prepararci al cambiamento del CPTV alla trasmissione digitale, stiamo cominciando con il riunire le università statali, pubbliche e private del Connecticut, le agenzie di sanità pubblica, le biblioteche, i musei, le scuole e i gruppi civici così da poterle quantificare e capire a che livello è arrivato ciascuno di essi per stabilire i loro bisogni e le loro risorse per l'era delle telecomunicazioni. Contemporaneamente, vogliamo sviluppare una superstrada delle telecomunicazioni, completa, efficiente ed interattiva con l'interesse pubblico, che sia in grado di soddisfare i bisogni educativi, informativi, civici e culturali di tutta la popolazione dello stato.

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Con un po' di fortuna, quello che stiamo cercando di fare in Connecticut può essere un modello utile per altri stati, altre comunità, nonché per l'intera nazione. Per esempio, la Biblioteca del Congresso, sostenuta con le tasse dei contribuenti, ora fornisce gratuitamente a tutti i membri del Congresso e al loro personale che ne faccia richiesta ricerche autorevoli ed oneste ed informazioni sui più importanti argomenti pubblici. Perché non rendere questo servizio di informazione accessibile, su richiesta, a tutti i cittadini del paese, con modalità utili, interessanti ed invitanti? Con la convergenza di televisione, telefoni, satelliti e computer, gli strumenti multimediali sono nelle condizioni di farlo.

La cosa buona è che non dobbiamo iniziare da zero per costruire questo sistema. Possiamo lavorare sulla forte base che già abbiamo: le nostre grandi università di ricerca non a scopo di lucro e i canali delle biblioteche pubbliche, dei musei, delle agenzie di servizi pubblici e di sanità pubblica, che adesso forniscono, a chi si rivolge loro, informazioni ed un'istruzione affidabile, utile ed intelligente. Nell'era digitale sarebbe vergognoso non utilizzare questi fidati strumenti di istruzione e informazione per arrivare a portare in via elettronica in ogni casa, scuola, ospedale, prigione, asilo nido, biblioteca, museo e casa di cura materiali istruttivi ed informativi di vitale importanza, ben prodotti e che utilizzino mezzi visivi, supporti audio e supporti dati , nonché l'opportunità di rispondere, reagire, e discutere in via interattiva.

Dovremmo usare le istituzioni esistenti di servizio pubblico per creare una grande superstrada elettronica di interesse pubblico. Anche se prese singolarmente esse non sono molto incisive, riunite possono generare un impressionante sostegno politico per raccogliere i fondi necessari ad attuare questi servizi. Per definizione, il mercato commerciale non sosterrà un sistema di telecomunicazioni pubblico senza scopi di lucro. Ma con le politiche giuste al posto giusto possiamo raccogliere contributi concreti con cui creare un fondo di credito idoneo allo scopo. Tutto ciò che occorre è una piccola fetta dei miliardi di dollari che arrivano dalle aste per l'etere. Per aumentare il fondo potremmo anche tassare le società commerciali che usano l'etere di proprietà pubblica con una modesta imposta di licenza annuale e imporre una piccola commissione sulla vendita e fusione delle società stesse. Il Congresso ha un ottimo precedente da seguire: la legge Land Grant Colleges del 1862, che permetteva di vendere centinaia di migliaia di acri di terreno pubblico per finanziare le università statali americane, così da rendere l'educazione superiore per la prima volta accessibile a tutti. L'etere di proprietà pubblica di oggi equivale al terreno pubblico di un secolo fa.

Non è necessario demolire il sistema commerciale dei mezzi di comunicazione attuale, così straordinariamente popolare e rimunerativo, per creare un nuovo grande sistema di telecomunicazioni pubblico. Non c'è motivo per cui questo paese non possa godere dei benefici di entrambi i sistemi nel prossimo secolo.

 

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