Un veicolo di libertà
Raul Montanari con Antonia Anania
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Una finzione intenzionale
“Con questo libro di poesie pensavamo di fare un’operazione pop:
pubblicarlo nella collana Stile libero dell’Einaudi con un CD
allegato. E invece la casa editrice ha scelto di inserire Nelle
galassie oggi come oggi-Covers nella Collana Bianca che è il
tempio della poesia italiana dagli anni Novanta in poi, perché hanno
ritenuto che le 'poesie' che abbiamo scritto, al di là della loro
origine apparentemente quasi limitante poiché vengono recitate in
pubblico con accompagnamento musicale, venendo lette sulla pagina come
testi poetici avessero una forza più che sufficiente a giustificare
la pubblicazione nella collana”.
Sono bastati solo due giorni di permanenza nelle librerie di tutta
Italia, il 22 e 23 maggio, e Nelle galassie oggi come oggi - Covers
di Raul Montanari, Aldo Nove e Tiziano Scarpa ha già esaurito la
sua prima edizione: 3500 copie. Adesso all’Einaudi stanno
provvedendo alla ristampa e Raul Montanari stenta ancora a crederci:
“Praticamente rischiamo di finire nella classifica top delle vendite
con un libro di poesie!”.
Già perché Covers è la prima raccolta poetica che il
narratore noir e i due cannibali hanno scritto su ispirazione
di una quarantina di canzoni straniere -ecco il riferimento del titolo
alle cover musicali- che hanno amato e ascoltato di più nel corso
degli ultimi trent’anni, e che probabilmente hanno fatto da colonna
sonora durante la stesura di alcuni dei loro romanzi.
Sono tutte canzoni straniere “perché -spiega Montanari- chi ascolta
una canzone in inglese, francese o tedesco la ricostruisce sempre in
modo personale: anziché seguirla parola per parola, fantastica sulle
atmosfere e sul titolo che possono evocare qualche situazione della
propria vita e finisce anche col canticchiare alcuni versi del testo
integrandoli con parole o ritornelli personalizzati”.
Queste Covers non si sovrappongono ai testi originali delle
canzoni, non rispettano la loro metrica, né sono cantabili perché
sono testi poetici autonomi che per semplicità (questo il senso dell’operazione)
mantengono il titolo della canzone alla quale sono ispirati: “Sono
testi che si interpretano sopra quelle canzoni, per cui nello
spettacolo che facciamo per tutta Italia recitiamo una quindicina di
queste poesie mettendo come base la musica della canzone e
interpretando la nostra cover”.

Tutto iniziò con un reading che Montanari, Nove e Scarpa
avevano in programma il 2 giugno del 2000 al MusicArt Festival di
Brescia (organizzato anche da Omar Pedrini dei Timoria): “Pochi
giorni prima venne l’idea delle cover a tutte e tre quasi
contemporaneamente. In quell’occasione avevamo scritto solo un paio
di poesie a testa, ma tre settimane dopo eravamo così entusiasti che
avevamo scritto già abbastanza cover da poter coprire uno spettacolo
intero. Da quel momento abbiamo fatto sempre serate di cover”.
Ovvero concerti di poesie che hanno sostituito le classiche
presentazioni del libro e che il pubblico dimostra di apprezzare, come
si è visto anche al Salone del Libro di Torino, lo scorso 21 maggio:
“Per un’ora e mezza con eventuali bis facciamo musica e poesia. Si
parte con due cover e poi si spiega l’iniziativa in soli 30 secondi.
Poi continuiamo”
Un’esperienza nuova, divertente, unica, anche sudaticcia e stancante
visto che per esempio Montanari si cimenta in Fearless dei Pink
Floyd che nella sua versione è il monologo poetico di quattro
pagine di un calciatore balbuziente che urla e balbetta per raccontare
la sua partita di calcio. Un’esperienza unica dunque in cui tre
narratori diventano poeti (l’unico con un passato poetico ufficiale
è Nove, ex-caporedattore del mensile Poesia, edito da Crocetti,
una delle poche riviste italiane che si dedica alla poesia e divulga
opere altrimenti sconosciute in Italia) dj e attori al tempo stesso in
un periodo in cui la parola d’ordine è commistione.
“Sto vivendo quest’esperienza di poeta pop perché viviamo in un
periodo di assoluta contaminazione", dice Montanari. "Ci
divertiamo a scrivere testi di tutti i tipi, per commentare
video-installazioni, per accompagnare mostre di arte visiva, per fare
musica, per il cinema, per la televisione. E’ proprio un periodo di
fortissimo confronto con linguaggi alternativi a quello vocazionale
della prosa che si affronta per primo e ci ha fatto conoscere al
pubblico. In realtà che molti scrittori si stiano confrontando con
altri media è un segno dei tempi”.
E la poesia per Montanari è un veicolo di libertà, “così
particolare, così di nicchia, versatile, e che vende pochissimo, in
cui è difficile trovare un primus inter pares o un nuovo Orfeo
perché i modelli e gli stili si moltiplicano. E coesistono sia i
discendenti del Gruppo 63 più sperimentali sia le linee più liriche
che girano intorno a Milo De Angelis sia le più infinite sfumature
intermedie fra questi due poli: quella decisamente sperimentale che
lavora sulla parola e quella più comunicativa e discorsiva alla
Giudici, che scrive dialoghi quasi narrativi e al quale io somiglio,
in quanto, come autore di Covers, ho scritto discorsi fulminati
in pochi versi, più che liriche”.
I tre poetæ novi hanno stili completamente diversi: “Io sono
uno scrittore noir, non faccio neanche finta di essere un
poeta, adopero l’endecasillabo per dare un ritmo alle storie
fantastiche che racconto. Scarpa è un acrobata delle parole e ha
usato le forme più fantasiose, che ricordano Palazzeschi o i
futuristi, rime ostinate e difficili come quella in -iro in Bela
Lugosi’s dead dei Bauhaus, in cui chi parla è un Vampiro che si
firma alla fine della storia. Aldo Nove è l’unico fra noi che ha un
passato di poeta con il suo vero nome, Antonello Satta Centanin (Aldo
Nove è il suo nome d’arte come prosatore) e le sue sono vere poesie
con una qualità nettamente lirica ”.
Ma durante le performance poetico-musicali il pubblico risponde
positivamente a tutti e tre gli stili: “Sembra il pubblico di un
concerto rock più che di una lettura di prosa o di poesia, perché ha
reazioni di pancia, che valgono sia per i funanbolismi incredibili di
Tiziano, sia per la potenza poetica sperimentale e i moduli ripetitivi
di Aldo, sia per i miei racconti in versi. E’ un pubblico
tranquillamente in grado di assimilare stili diversi tra loro”.
Secondo Montanari, infatti, quando si affrontano discussioni sulla
poesia, bisogna concentrarsi sul lettore e non sull’autore, “perché
il lettore della poesia adesso ha un gusto molto articolato, ha
assimilato una serie di stili anche difformi fra loro, per cui è in
grado di trarre piacere - in fondo il concetto di libidine sta alla
base di tutta l’arte - da testi strutturati e composti in maniera
molto diversa fra loro, sia più ellenistici sia più diretti”.
Ma al di là degli stili, la costante poetica di Covers è l’idea
molto forte da cui parte ogni poesia, che non è mai una semplice
rappresentazione di stati d’animo: “Bela Lugosi’s dead
dei Bauhaus è la storia in ottonari di un vampiro che desidera l’immortalità
e termina con il verso 'Vita, sarò il tuo crumiro', in cui una parola
del linguaggio sindacale serve a indicare la fedeltà assoluta alla
vita. In Moog Island dei Morcheeba ho immaginato una preghiera
rivolta a Dio in cui un uomo fa richieste fra il banale e il sublime
che si concludono con una invettiva a Dio e alla sua pretesa di essere
amato, Lui che non vuole abbastanza bene a noi: 'Visto che chiedi
amore, e gratitudine/ comincia Tu a volermi un po’ più di bene'.

"In Computer love dei Kraftwerk invece Aldo Nove descrive
la giornata di un impiegato che lavora al computer, scandita da ritmi
virtualizzati e incessanti, e lo fa con una freddezza terribile che è
l’equivalente atmosferico del clima timbrico dei Kraftwerk. La
storia però finisce con un’improvvisa e stupenda apertura dell’anima
quando questa vita perfetta nel suo squallore viene spezzata dall’immagine
finale del protagonista, che di notte si alza per controllare il
computer che ama -computer love è il refrain della cover, come della
canzone- per paura che abbia un virus proveniente dal passato che gli
azzeri la memoria. Improvvisamente questa vita completamente
appiattita sul presente informatico si anima di un passato portatore
di paura e forse di una segreta speranza".
Ma a proposito di memorie, qual è il libro di poesie che ha cambiato
la vita a Raul Montanari? “Carme presunto di Jorge Luis
Borges edito nei primi numeri della Collana Bianca. In realtà era una
raccolta fatta dagli editor dell’Einaudi di alcune poesie tratte dai
testi poetici di Borges, sia dai suoi primi tre libri di poesia, sia
da testi successivi in cui i versi si inframmezzavano ai racconti, per
esempio in Elogio dell’ombra. La poesia di Borges, con il suo
fortissimo apparentamento con la prosa e in particolare col racconto
fantastico, è ridiventata oggi un modello importante”.
Anche per Montanari, che si è ispirato alla poesia Rimorso per
qualsiasi trapasso di Borges per scrivere la cover di Decades
dei Joy Division, un gruppo elettro-rock degli Anni 80 (citati anche
nel recente film Contenders di Daniel Minahan): “Nella poesia
di Borges c’è l’idea che i vivi rubano il mondo ai morti,
cacciandoli via a calci e spartendosi tutto come ladri. Nella mia Decades
un uomo sta morendo e contratta disperatamente gli elementi della
sua vita che sta progressivamente perdendo, ma solo verso la fine si
capisce che quelli che sta scongiurando sono i vivi e non gli dei. Ho
messo insieme la classica comicità del catalogo eterogeneo e lo
strazio dell’uomo che si aggrappa e si congeda dalla vita pezzo per
pezzo, anche da cose che durante l’esistenza non percepiva e che
adesso non vuole perdere- ad esempio i canguri”.
Ma oltre a quella borgesiana, Montanari tiene a mente anche la lezione
dei classici (ha tradotto Edipo re ed Edipo a Colono di
Sofocle per la casa editrice Frassinelli e il Tieste di Seneca
per una messinscena teatrale), "ossia quella di affrontare i temi
alti con un linguaggio molto concreto e materico perché i classici
parlano di destino, ignoto, determinismo contro il libero arbitrio
calati in una concretezza d’immagini e in metafore che non schizzano
verso l’alto ma lavorano in orizzontale, adoperando elementi del
mondo: la carne, il corpo, la quotidianità”.
In Covers si ironizza quasi di continuo su storie quotidiane,
di carne e di passioni, e viene in mente l’eterno dilemma: sarà
più facile scrivere d’amore o di politica? “Secondo me dipende
dalla situazione politica, adesso si farà sicuramente più poesia
politico-civile, perché sarà una poesia di reazione così come già
da qualche tempo si fa prosa di reazione”.
Josif Brodskij in una conferenza del '91 alla Library of Congress di
Washington (vedi articoli collegati) chiedeva l’onnipresenza della
poesia per migliorare la dieta mentale dei cittadini. Per Montanari la
poesia sta già nel quotidiano di tutti, “intesa come frammento più
facilmente memorizzabile: si guarda un albero e viene in mente un’immagine
poetica, si litiga con la fidanzata e viene in mente quella perfetta
descrizione dell’impossibilità di comunicare che si trova in
Sanguineti.
"Proprio per il fatto che i versi di una poesia si ricordano con
più facilità di un brano di prosa, riescono a invadere il quotidiano
flusso di pensieri, che è intrecciato e dipende dalle persone con cui
si discute, dalle cose che si guardano, dalla televisione che ci
parla, dal computer con cui si dialoga. I versi di poesia sono dentro
ognuno di noi e sono al nostro servizio anche più della prosa come
richiamo e commento rapido al nostro stesso agire quotidiano”.
E allora prima di lasciare Raul Montanari gli chiediamo di recitarci
il verso che porterà a memoria nel futuro: è "lascio il nulla a
nessuno", tratto da Il Vangelo Apocrifo di Borges. "Borges
ci dice che camminiamo sul nulla e tutto quello che facciamo è in
più", spiega Montanari. "L’uomo diventa santo col suo
agire perché in realtà non essendo niente non lascerà niente e
proprio questo dà un senso morale fortissimo a qualsiasi azione egli
compia, specialmente se è un’azione buona”.
Le prossime performance di COVERS:
28 maggio, Genova, FNAC, via XX Settembre 46/rosso, ore 18.
29 maggio Milano, fac. Architettura, libreria Clup, P.za Leonardo da
Vinci, 32, ore 15.
30 maggio Milano, IULM, V. da Liscate 8, ore 15.
31 maggio, Vicenza, libreria “Librarsi”, contrà delle Morette 4,
ore 21.
3 giugno Sarzana, piazza Luni, ore 18.
10 giugno Cerreto d'Esi (AN), Sala Tommaso Lippera, ore 21.
12 giugno Milano, libreria Einaudi, via Festa del Perdono 12, ore 15.
15 giugno, Caravaggio, Centro Civico S. Bernardino, ore 21,30.
20 giugno, Milano, ex ospedale P. Pini, V. Ippocrate 45, ore 21,45.
2 luglio, Burago (MI).
9 luglio, Pistoia.
24 agosto, Malo (Vicenza), Festival Azioni InClementi.
12 settembre, Milano, biblioteca di Affori, Villa Litta, V.le Affori
1, ore 21.
Per altre informazioni e curiosità:
http://www.einaudi.com ;
http://www.labranca.com .
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