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Quando l'amore è solo una Chimera



Parla Pappi Corsicato, a cura di Paola Casella



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Quello che segue è il resoconto della conferenza di presentazione del film "Chimera", scritto e diretto da Pappi Corsicato, che si è svolta al cinema Quattro Fontane di Roma.

Chimera
racconta il meccanismo di coazione a ripetere che si instaura all'interno di una coppia tormentata da desideri, dubbi e incertezze. Ho scelto di raccontare questa storia in maniera non tradizionale, nell'intento di andare a esplorare le mille giustificazioni che una coppia si da, piuttosto che guardare in faccia la realtà. E mi sono rifatto a generi cinematografici specifici - il noir e il melodramma, il fotoromanzo e la telenovela, persino il film porno - per sottolineare che la storia d'amore che racconto è una finzione, è tutta costruita, per far capire che si tratta di una messinscena.

Il film racconta la storia di un uomo e una donna che si rappresentano come due personaggi da film, e quindi recitano letteralmente se stessi. Per apprezzarlo bisogna perdere di vista la coerenza narrativa, abbandonare qualsiasi filo logico, perché è una storia così come se la inventano via via i suoi protagonisti. Entrambi fingono, ed entrambi agiscono in modo diverso, spesso opposto, rispetto a ciò che dicono.


Ogni scena ha un significato simbolico, e rappresenta una richiesta amplificata da parte di uno dei due personaggi. E' dunque più importante entrare nel mood che nella dinamica della storia. Chimera suggerisce che sarebbe bello poter creare una complicità con la persona amata, creando di volta in volta un nuovo tipo di rapporto che non sia quello canonico, dove ci siano rispetto totale e completa libertà.

Ho voluto rilanciare l'idea della coppia creandone una che si ritrova continuamente attraverso il gioco del reinventarsi, per poter vedere nell'altro qualcosa di sempre diverso da scoprire: in fondo l'amore si alimenta anche di immaginazione. Tuttavia Chimera non vuole stabilire come dev'essere la coppia oggi. Vuole solo raccontare la storia e gli stati d'animo di una coppia che si è tradita perché ha desiderato qualcos'altro, ma che poi ha ritrovato il suo equilibrio spostandosi su un'altra dimensione.

Oggi c'è un maggiore moralismo, un maggior pudore: si fa, ma non si dice. E c'è un'incapacità di esprimere al proprio partner le proprie paure e i propri desideri, di dire sinceramente: "Sto male con te". Si tende ad abbozzare e tirare avanti, senza soffermarsi più di tanto sulle cose. Oppure si preferisce troncare piuttosto che spiegare, per poi lamentarsi che le storie d'amore durano poco.


Sfido chiunque a vivere una relazione tranquillamente, a non avere dubbi su se stessi e su ciò che si prova per l'altro. In ogni relazione si innescano meccanismi spiccioli: il desiderio cala, poi si riaccende. Persino il filosofo dell'amore che narra la vicenda di Chimera è costretto ad autoipnotizzarsi insieme alla moglie per impedire a sé e a lei di porsi domande. Come dire: l'amore funziona solo se siamo disposti ad abbandonarci all'illusione.

Quando ho scritto Chimera ero molto depresso. Il mio film è autobiografico in quanto riproduce un mio stato d'animo, quello della confusione. Credo che sia molto difficile distinguere se si vuole veramente avere una relazione con una determinata persona, o se non si è invece motivati esclusivamente da un generico desiderio d'amore, da un bisogno indiscriminato di legarsi a qualcuno. Probabilmente l'amore è solo un'illusione, ma se vogliamo continuare a credere che esista, dobbiamo continuare ad alimentarla.


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