Come sopravvivere allo "sbrago
dentro"
Francesco Roat
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Uomini sull’orlo di una crisi di nervi perché la vostra lei vi ha
mollato, fidanzatini lasciati dalla morosa o amanti resi vedovi
dall’abbandono dell’amata udite, udite: c’è un baedeker, un breviario
proprio adatto a voi, redatto in forma di romanzo pedagogico, ironico
ma istruttivo, su come elaborare il lutto di una perdita affettiva;
insomma per non venire distrutti dal lacerante “sbrago dentro” che
sempre coglie chi è stato piantato in asso. Si tratta di Quasi
amore - scritto da Ugo Cornia - uno degli eleganti libricini
blu di Sellerio, praticissimo da portare in tasca e utilizzare in
caso di sindrome da astinenza da chi v’ha spezzato il cuore.
Prima regola (ma, attenti lettori, i suggerimenti di Cornia sono
disseminati qua e là, quasi incidentalmente, in un caleidoscopio
mirabolante di spassosissimi racconti all’interno del racconto):
“aver pietà di se stessi in mezzo al compatimento generale”, ossia
smetterla di farsi del male con elucubrazioni intorno al perché
della fine di un amore, la quale è spesso altrettanto imponderabilmente
gratuita quanto il suo inizio. In secondo luogo, aver pazienza:
proprio nel senso etimologico della necessità ineludibile di patire
l’abbandono, non essendoci scappatoie a tale tribolazione, da attraversare
più o meno stoicamente a seconda delle caratteristiche psicologiche
individuali. Ancora: autoironia, ovvero non prendere troppo sul
serio le traversie amorose, anche se la rottura - specie improvvisa
- di un rapporto trasforma le nostre giornate in una "lunga
stasi in movimento", quando sembra di avvertire che la vita
“si spappola completamente”.

Infine: calma e gesso, tanto un giorno o l’altro, come è venuto
e andato l’amore, anche la sofferenza se ne va, e presto o tardi
capita a tutti di accorgersi - succede giusto all’io narrante dell’ilarotragico
Quasi amore -, magari con malinconico stupore, di come “tutto
quello che (…) mi ha disturbato in modo così forte, di colpo si
è dissolto”. Infatti, solo riconoscendo e accettando la fine di
un legame importante si può uscire dall’infelicità in cui essa ci
ha precipitato e, congedandosi dal lutto, aprirsi a nuovi incontri,
ad altre storie. Nel frattempo (ma il consiglio non è certo rivolto
soltanto a chi soffre per una perdita affettiva), leggetevi, leggiamoci
questo dolceamaro libretto dal tono scanzonato ma profondo, questa
storia di passioni e di ambasce, sorta di inno alla vita e all’amore:
“uno dei più puri misteri dello stare al mondo”.
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