Caffe' Europa
Attualita'



Gli altri festival d’Italia



Maria Teresa Cinanni


Articoli collegati:
Il cinema come esperanto
Venezia è sempre Venezia
Letti per voi/Un festival gentile e vivibile
Il meglio dei "fuori concorso"
Parlano gli italiani in gara
"Io sto con gli emarginati"
Gli altri festival d’Italia
Recensione/Il partigiano Johnny



“Un popolo di girovaghi, artisti e menestrelli”. Così gli italiani venivano definiti durante il Rinascimento nell’ambiente delle corti europee. E così Mattia Corvino d’Ungheria ed Elisabetta II d’Inghilterra accrescevano il loro prestigio e consenso circondandosi di esponenti del Bel Paese, accorsi a corte per esportare la propria arte, il proprio talento o, più semplicemente, per allietare le monotone serate di imperatori e re.

Sono cambiati i tempi e le condizioni storiche, ma lo slogan è duro a morire. Il popolo dei poeti, cineasti e saltimbanchi continua il suo iter senza fine. Computer, chitarre elettriche e moderne macchine da presa hanno sostituito pergamene, cetre e mandolini e lo spazio di corte si proietta su grande schermo. Non più peregrinazioni di corte in corte, ma di set in set o, stando alla tendenza degli ultimi anni, di festival in festival. E, tra realtà e finzione, l’Italia diviene un grande palcoscenico, dove passato e presente si mescolano, dove attori e registi improvvisamente si materializzano e oltrepassano lo schermo per divenire spettatori di se stessi.

Un pullulare di set, festival, rassegne e manifestazioni dove cinema e vita quotidiana s’incontrano, magari passeggiando per il centro o sorseggiando un caffè al bar dietro casa. Non elitari circoli privati, dunque, né i soliti luoghi deputati, ma le strade, i larghi spazi aperti, i cinema all’aperto. E in ogni parte della penisola. Da Trento a Taormina, da Torino a Giffoni a Cosenza, in Italia è tutto un festival, un insieme di proiezioni, concorsi, vecchie pellicole e nuove promesse.

Primadonna indiscussa rimane Venezia, con i suoi 57 anni ben portati (vedi articoli collegati); seguono i 49 vissuti ad alta quota di Trento, Taormina con i suoi 45 anni, Giffoni 30, Torino 18, Fano 12 e, new entry del gruppo, Cosenza con il suo giovanissimo “Abracalabria” (IV edizione). E Roma? Beh… non è una dimenticanza, ma la Capitale convive tanto costantemente con l’invenzione, la finzione, il passato secolare da meritare un discorso a parte, magari un’intera puntata. Più che di veri e propri festival, Roma è infatti la madrina di rassegne e manifestazioni nazionali e internazionali che, superati i confini geografici, confluiscono in tendoni e spazi aperti facendo divenire l’intera città una proiezione vivente di se stessa, con il passato sullo sfondo e il futuro sullo schermo.


Dopo Venezia, il più importante appuntamento della cinematografia italiana è il Torino Film Festival, rivolto essenzialmente a giovani artisti, filmaker e attori del panorama nazionale e internazionale. La manifestazione, giunta quest'anno alla diciottesima edizione (17 - 25 novembre 2000) e organizzata dalla Città di Torino, in collaborazione con la Regione Piemonte, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Comunità Europea, si pone in evidenza soprattutto come luogo di incontro e di confronto per il cinema indipendente che riflette aspetti e manifestazioni della cultura e dei comportamenti giovanili, facilitando così la promozione e la diffusione dei film realizzati da giovani autori spesso ancora sconosciuti. Tra le diverse sezioni previste, si distinguono per anzianità e fama quelle rivolte ai realizzatori di lungometraggi, cortometraggi, omaggi e retrospettive, programmi speciali.

La montagna ha fatto da padrona nelle quarantanove edizioni del festival di Trento, raduno e punto d’incontro per cineasti e atletici scalatori d’alta quota. Ai corto e lungometraggi in concorso, sempre presenti nelle varie edizioni, sono stati aggiunti quest’anno (il festival si è svolto dal 28 aprile al 6 maggio) degli spazi per la fiction, il documentario di montagna, un premio del tutto innovativo per il miglior film di produzione autonoma, finanziato cioè dagli stessi realizzatori. Punto fermo del festival, gli “Ottomila”, le quattordici vette ambite e vagheggiate da chiunque si sia avvicinato all’alpinismo o all’ambiente montano in genere. Proprio in cima a queste mitiche vette sono state organizzate in quest’ultima edizione una serie di conferenze cinematografiche e letterarie. Già, perché il clima montano stimola anche la lettura di un buon libro, che smog, stress e frenetici ritmi cittadini relegano spesso nel cassetto del comodino. Qui, invece, la rassegna letteraria ha addirittura preceduto e anticipato il festival cinematografico, affiancato tra l’alto da premi conferiti da C.O.N.I. e F.I.S.I. alle migliori promozioni sportive. Il tutto alla presenza di Reinhold Messner, ospite di quest’edizione.

A Courmayeur (dal 3 al 9 dicembre) ha luogo il Noir in Festival, che mette insieme cinema e letteratura di genere giallo. 12 i film in concorso, molti i cortometraggi, definiti Corti di paura, molte le presentazioni di saggi e romanzi, i convegni e i seminari sul noir, il thriller, il mystery e la spy story. Ad ogni edizione vengono assegnati i Mystery Award cinematografici, il premio letterario Raymond Chandler alla carriera e il Premio Mystery per il miglior romanzo italiano di genere.
Dall’estremo nord al profondo sud della penisola. Non monti e alte vette, ma ampie spiagge, mare e uno splendido teatro greco. Siamo ancora in Italia e precisamente a Taormina, storico luogo deputato di cinema, musica e arte. Raduno di artisti, vip e paparazzi, il Taormina Film Festival ha ritrovato quest’anno (24-31 luglio 2000) la sua originaria identità: l’amore per il cinema internazionale e per i testi scritti, svalutati dallo sperimentalismo avanguardistico delle ultime edizioni. Dopo gli anni casual di Enrico Grezzi, la recente direzione di Felice Laudadio ha riportato al Festival il pubblico “buono” e ospiti di tutto rispetto, come Tom Cruise e Melanie Griffith, in tema con le giornate monografiche dedicate esclusivamente ad opere di lingue inglese, che hanno sostituito i “Cariddi” delle precedenti rassegne. Nata nel 1955, la manifestazione siciliana ha sempre rappresentato un importante punto d’incontro per attori, registi, produttori e distributori. Durante l’ultimo Festival di Cannes Peter Fonda ricordava di aver conosciuto proprio a Taormina nel 1965 sia Federico Fellini che Terence Stamp, suo grande amico e collega. Altro amante di Taormina Woody Allen che, invitato fuori concorso nel 1971 con “Il dittatore dello Stato libero di Bananas”, decise che quello scenario sarebbe stato perfetto per un suo film: un progetto concretizzato vent’anni dopo con “La Dea dell’amore”.


Il Teatro greco fece poi da testimone nel 1984 all’ultima apparizione pubblica di Eduardo De Filippo, nel ’94 al bacio tra Pedro Almodovar, nelle vesti del perfetto padrone di casa, e John Waters, nel 1979 all’innovativa animazione di Roberto Benigni, che vinse quell’anno l’Oscar per la simpatia e vi tornò in un secondo momento con Walter Matthau per realizzare “Johnny Stecchino”. Gli anni successivi furono segnati dall’intensificarsi di cultura, moda, mondanità e spettacolo: Liz Taylor e Richard Burton, Bernardo Bertolucci, Gillo Pontecorvo, Sergio Leone, Francesco Rosi, Steven Spielberg, Theo Anghelopoulos, Pier Paolo Pisolini e, alla fine degli anni Ottanta, quando il Festival assunse più le sembianze di una festa per il cinema che non di un concorso, anche Gerard Depardieu, Robert Duvall, Ben Gazzara, Greta Scacchi, Susan Sarandon, Steven Seagal e Kelly LeBrock. E adesso? Quest’anno la “Venezia del Sud”, come è stata battezzata Taormina per le analogie e i rapporti con la grande sorella, ha spento le sue quarantacinque candeline insieme a Michelangelo Antonioni e alla piccola Ethan Cruise.

Trenta, invece, le candeline del Festival di Giffoni Valle Piana, un paesino di poche anime in provincia di Salerno. Nato come rassegna del cinema giovanile nel 1971 da un’idea dell’allora diciottenne direttore artistico Claudio Subitosi e di pochi irriducibili cinefili come lui, Carlo Andria, Mario Ferrara, Franco Rega e Generoso Andria, la manifestazione ha acquisito sempre più importanza nel panorama nazionale e d’oltralpe, fino a divenire oggi uno degli appuntamenti più attesi da divi e gente del cinema. Sin da principio il tutto è stato considerato un vero e proprio “miracolo”, a cui la stessa gente del paese stentava a credere. Mancava una sede fissa e l’unico punto di riferimento era per tutti la maggiore sala cinematografica del paese che, oltre ad assicurare ai giovani giurati la visione dei film, rappresentava anche il luogo delle riunioni, della costruzione strategica, degli organizzatori in lotta con la carenza di strutture e con le mille difficoltà logistiche che soltanto la passione pura per il cinema di decine di giovani volontari riuscì a superare.

Nel 1974 la Rassegna diventa Festival ed un organismo istituzionale, l’Ente Autonomo Festival Internazionale del Cinema per i Ragazzi, viene chiamato a gestire le attività della manifestazione che ha come suo primo ospite l’attore Leopoldo Trieste. L’anno successivo la televisione scopre il Festival e la Rai gli dedica un intero servizio giornalistico, seguita subito dopo dal “Mattino” di Napoli. L’anno d’oro è il 1981, quando La Boum ("Il Tempo delle mele") con Sophie Marceau viene presentato in anteprima mondiale. E’ il preludio di un successo internazionale senza precedenti che segnerà una svolta importante nel panorama cinematografico, che porterà a Giffoni l’anno seguente François Truffaut e Robert De Niro, al quale venne conferita la cittadinanza onoraria.

Le edizioni successive, oramai patrocinate dal Presidente della Repubblica Italiana, si avvalsero di protagonisti e ospiti internazionali, sempre più numerosi: Ingmar Bergman, Eduardo De Filippo, Giuliano Montaldo (1983), Pino Quartullo, Francesca Archibugi, Stanley Kubrick, Nino Manfredi, Giovanni Soldati (1985), Alberto Sordi, Giuliano Gemma, Nanni Moretti, Enrico Montesano, Franco Zeffirelli, (1986), Federico Fellini, Ermanno Olmi, Sergio Leone, Maurizio Nichetti, Paolo Villaggio (1987), Bernardo Bertolucci, Carlo Verdone, Michele Placido, Gina Lollobrigida, Claudio Amendola, Marco Risi, Nanny Loy, Ettore Scola, Lina Wertmüller (1989), Michelangelo Antonioni che riceve il premio "François Truffaut", Gianni Amelio, Werner Herzog, Andrzej Wajda, Gian Maria Volonté, John Travolta, Roberto Benigni (1991), Mario Monicelli, Anthony Quinn, Giuliano Gemma, Emir Kusturica, Theo Angelopoulos (1992), Paolo e Vittorio Taviani, Abbas Kiarostami, Sergio Rubini, Sivio Orlando (1993), Dino Risi, Giuseppe Tornatore, Paolo Villaggio, Mario Martone, Ettore Scola, Mariangela Melato, Gigi Proietti, Remo Girone (1994), Gabriele Salvatores, Luigi Magni, Alessandro Gassman, Gian Marco Tognazzi, Renato Zero, Raoul Bova (1995), Peter Fonda, Gillo Pontecorvo, Abbas Kiarostami, Marco Tullio Giordana, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Virzì, (1997) Nancy Brilli, Chiara Caselli, Valerio Mastrandrea, Claudia Koll, Leonardo Pieraccioni (1998), Emir Kusturica, Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Francesca Archibugi, Giulio Scarpati, Lando Buzzanca, Aldo, Giovanni, Giacomo, Ennio Morricone e Maria Grazia Cucinotta (1999).
Dopo la “carrellata” di nomi ed eventi, rischiano di apparire minori gli altri Festival. Sono ancora piccoli, ma… già promettono bene! Con i suoi soli 12 anni, il FanoFilmFestival si colloca in un panorama internazionale per l’importanza attribuita al corto e mediometraggio e per la sezione (unica nel suo genere) dedicata alla scuola italiana. Studenti, docenti di ogni parte della penisola sono invitati ogni anno a inviare i loro lavori che divengono così soggetti in concorso e, allo stesso tempo, parti eterogenee di un seminario-laboratorio di aggiornamento per insegnanti. "Lo scopo principale della manifestazione, che quest’anno si svolgerà dal 16 al 21 ottobre - affermano gli organizzatori - è quello di promuovere la conoscenza e contribuire alla diffusione di film realizzati da giovani registi che sappiano esprimere temi e soggetti delle nuove sensibilità emergenti e rappresentare, nel contempo, momenti innovativi di autentica ricerca linguistica, formale e artistica". Tra gli Enti e le Istituzioni coinvolti, oltre al Comune di Fano e la Regione Marche, anche il Ministero della Pubblica Istruzione, l’Università degli Studi di Urbino e la Kodak, da sempre sponsor ufficiale del Festival. A Fano devono il proprio successo Giorgio Comaschi, Ciprì e Maresco, Antonio Rezza e Marco Pozzi.
Qualche ora di viaggio ed ecco che gnomi, cilindri e bacchette accompagnano il nostro cammino. E’ il clima fatato di Abracalabria. Il nome è già tutto un programma! Gli intenti? Narrare il territorio, recuperare la memoria, dare il via a un nuovo modello di sviluppo. Cosenza è la sede ufficiale del concorso che, nonostante il nome, si rivolge ai residenti di numerose regioni del Centro-sud: non solo Calabria, dunque, ma anche Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Per non delegare ad altri la rappresentazione della propria identità storico-culturale e la progettazione del proprio futuro, l’Associazione AltroSud e la Società per l’Imprenditoria Giovanile hanno ideato questa manifestazione per cineasti e letterati, il cui un unico obbligo è quello di ambientare le loro opere in una località del Meridione. Tre le sezioni previste in queste quattro edizioni (l’ultima si è svolta lo scorso giugno): progetti di impresa, racconti legati alla realtà lavorativa del Sud Italia, cortometraggi con taglio documentaristico o di fiction.
"La preoccupazione iniziale - spiega Domenico Ferraro dell’Associazione Altrosud - è stata di carattere didattico, in quanto volevamo sensibilizzare e informare i giovani dell’area centro-meridionale sulle opportunità esistenti a favore dell’imprenditoria giovanile, in quanto ci sono delle leggi poco conosciute che, se sfruttate al meglio, potrebbero davvero garantire loro la realizzazione di un’idea di impresa. Volevamo arrivare a tale obiettivo nel modo meno “pesante” possibile e quindi, almeno inizialmente, l’accostamento di temi quali il cinema e la letteratura partiva proprio dalla preoccupazione di riuscire a far capire ai giovani che pensare in termini progettuali al proprio futuro è un’esperienza intellettuale per certi versi emozionante quanto quella che compie chi realizza un cortometraggio o scrive un racconto".
Dalla realtà, alla magia, al virtuale. Eccoci in sintonia con un computer che, attraverso Internet, proietta per la prima volta intere pellicole in concorso, facendole valutare dal popolo internazionale degli internauti. Siamo su www.cinemawebfestival.com , il primo festival cinematografico on line. Una realizzazione tutta italiana per una manifestazione che si rivolge al mondo intero e che permette ad ogni utente di assistere, partecipare, votare senza muoversi da casa propria. Sette i giorni previsti per il festival (dal 24 al 30 settembre 2000), sei le sezioni (lungo e cortometraggi, fiction, documentari, cartoon e spot), tre le fasce orarie di programmazione. E le star? La partecipazione è aperta a tutti, basta connettersi!

Articoli collegati:
Il cinema come esperanto
Venezia è sempre Venezia
Letti per voi/Un festival gentile e vivibile
Il meglio dei "fuori concorso"
Parlano gli italiani in gara
"Io sto con gli emarginati"
Gli altri festival d’Italia
Recensione/Il partigiano Johnny

 

Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui

Archivio Attualita'


homearchivio sezionearchivio
Copyright © Caffe' Europa 1999

Home | Rassegna italiana | Rassegna estera | Editoriale | Attualita' | Dossier | Reset Online | Libri | Cinema | Costume | Posta del cuore | Immagini | Nuovi media | Archivi | A domicilio | Scriveteci | Chi siamo