Il caso Spider Boys
Vito Biolchini ed Elio Turno Arthemalle con Antonia Anania
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Noir al cinema, noir in letteratura.
Ma a teatro? E un genere possibile? Ragioniamo sullargomento con Vito
Biolchini e Elio Turno Arthemalle, giornalista il primo e regista-attore il secondo, che
dal 1995 scrivono in coppia testi teatrali. Allulteriore sodalizio con Massimo
Carlotto, scrittore di noir e dintorni, si deve, tra gli altri (vedi anche http://www.caffeeuropa.it/attualita/
103attualita-piccolo ), uno dei primi esperimenti italiani di teatro nero, che non
passa per la letteratura ma parte direttamente da un fatto di cronaca cagliaritana di
quarantanni fa.
Lo spettacolo mette in scena le prove di uno spettacolo di narrazione -il caso di cronaca
appunto- a due personaggi: lattore che racconta in prima persona alla maniera di
Marco Paolini e il tecnico che rappresenta il popolo curioso e attento ai pettegolezzi, ad
esempio al fatto che una ragazza sia stata stuprata con una melanzana, più che allo
stupro in sé.
La locandina dello spettacolo fa il verso, sicuramente voluto, alle copertine dei Gialli
Mondadori: in primo piano una spider su campo giallo e al di sotto il titolo, Il caso
Spider Boys.
Qual è il fattaccio compiuto dagli Spider Boys?
Biolchini: Il caso Spider Boys prende spunto da un fatto di cronaca del 1963,
quando un gruppo di sedici giovani della Cagliari bene sequestrò e stuprò in spiaggia
una ragazza. La ragazza li denunciò e si arrivò a un processo che si risolse con
laccusa e la condanna a cinque anni di galera di uno solo di questi, un capro
espiatorio che venne pagato dalle famiglie. Anche la ragazza fu pagata e lasciò la
Sardegna. Questa è la verità dei fatti che però non coincide con la verità
processuale. Noi volevamo raccontarle entrambe

Arthemalle:
lavare i panni sporchi della città e
far notare che dopo quarantanni vige ancora la regola non scritta che certi fatti e
persone non si devono menzionare.
Ecco allora i primi due elementi del noir: la città e il buio, che in questo caso è
quello dellomertà.
Arthemalle: Lomertà elevata a sistema, per cui sia durante le prove che al debutto
dello spettacolo a Cagliari ci fu molta tensione, perché si era sparsa la voce che
stavamo lavorando a questa vicenda di famiglie e circoletti di potere di cui non si poteva
parlare
Biolchini:
tanto che fu difficile trovare gente che fosse pronta a raccontarci i
fatti, senza ripensarci il giorno prima.
Dunque come risalire agli eventi?
Arthemalle: Usando il metodo indicatoci da Massimo Carlotto: non dire esattamente quale fu
la verità. Abbiamo usato nomi fittizi e dati inquinanti. E questo ha provocato
leffetto che nella sala e nel foyer del teatro a Cagliari si dicessero a gran voce i
nomi dei veri colpevoli, e anche nelle altre città volevano informarsi sugli eventi
precisi. Perché per reazione, falso più falso è uguale a vero, e perché se sul
palcoscenico si inquinano i fatti, scatta automatica la voglia di verità
Biolchini:
e non solo. Proprio perché la città si chiuse in un silenzio
allucinante, noi abbiamo dovuto inventare. E per uno strano miracolo abbiamo scoperto che
gran parte dei fatti inventati coincidevano con la realtà, per esempio le abitazioni o le
strade dove avvenne la storia, il bar dove si incontravano i ragazzi.
A dimostrazione che soprattutto nel noir si passa di continuo dalla cronaca
allimmaginario, dalla realtà alla finzione
Biolchini: E che inventando spesso ci si azzecca. E questo ci ha inquietato.
Come siete riusciti a raccontare sia i fatti che la versione processuale degli eventi?
Biolchini: Alternando i monologhi che lattore (Elio Turno Arthemalle,
n.d.r.) sta provando per lo spettacolo e che portano nel tunnel del racconto in prima
persona - la Cagliari degli Anni Sessanta e un suo zio emigrato a Milano che, operaio
allAlfa Romeo, tornò in Sardegna con una Giulietta Spider-, e i dialoghi tra
questattore e il tecnico che entra nella seconda scena. I dialoghi spezzano il
clima, fanno emergere la verità nascosta e mettono in evidenza i limiti del teatro di
narrazione che dilaga oggi sui palcoscenici italiani. E lo spettacolo si conclude con
lultimo monologo interrotto dal tecnico che deve andare a mangiare, mentre il
cinicissimo attore dice che tenterà un provino da Costanzo se andrà bene lo spettacolo.

Arthemalle: In realtà abbiamo voluto mettere in scena
il teatro di narrazione col quale siamo in totale disaccordo, perché crediamo più alla
narrazione dei pupari siciliani in terza persona che al racconto in scena dei fatti
personali dellattore.
Ritornando al genere: Il caso Spider Boys è più noir o più giallo?
Arthemalle: E più teatro. Il nero che ci ha indicato lesperto, Massimo
Carlotto, sta nel punto di osservazione della realtà: metterla a nudo e svelarne i
meccanismi reali. E proprio questa è la nostra filosofia teatrale: teatronoir per noi
oltre a essere una formula è una tautologia.
Biolchini: Uno scrittore noir avrebbe svelato alla fine lesito del processo o i nomi
dei malfattori. Invece noi a teatro abbiamo scelto di esporre subito nella prima scena il
reato, dire i nomi degli assassini e raccontare la fine della storia, perché quello che
ci interessa nello sviluppo drammaturgico dello spettacolo è lavvicinamento, il
meccanismo che porta alla fine.
Arthemalle: Lo stesso procedimento dell' Edipo di Sofocle, dove solo attraverso un
lento svelamento, una maieutica socratica si arriva a dire quanto annunciato
allinizio: lincesto con Giocasta e dunque la colpevolezza di Edipo assassino
del padre.
Biolchini: Il noir è una modalità letteraria che per essere trasportata in teatro ha
bisogno di opportune mediazioni e necessari stravolgimenti. E in questo caso il nostro
stravolgimento del noir letterario sta nel prendere il suo modo di vedere gli ingranaggi e
le regole che reggono il mondo e non nellinteressarsi agli assassini e assassinati.
Quindi è un noir che diventa meno scuro sin dallinizio: il buio inquietante si
rischiara.
Arthemalle: E una luce sparata su un attore che entra in scena dicendo che
cè buio, come fa lo stesso Edipo che è cieco non solo fisicamente ma anche perché
ancora non conosce la verità.
Biolchini: E questo fa più paura.
La città, il buio
ma dove sono le atmosfere fumose tipiche del noir?
Arthemalle: La città viene raccontata da un attore che sta provando lo spettacolo al
chiuso a teatro, le atmosfere fumose sono evocate in un modo talmente finto -si racconta
di porte che si aprono, di bicchieri che tintinnano- che la gente crede alla loro
presenza.
Quale altro consiglio vi ha dato Massimo Carlotto?
Arthemalle: Mettere in piena luce il meccanismo del potere che quando vuole nasconde
la verità comprando giornali, pagando persone. E questa necessità di chiarire è anche
una deformazione giornalistica di Vito Biolchini che è giornalista di professione e
Massimo Carlotto che lo è per vocazione, i quali affermano sempre che, passata
lepoca dei grandi reportage che hanno messo in ginocchio lItalia, lunico
strumento di indagine giornalistica è la letteratura. E infatti in alcuni processi sono
stati svelati fatti che Massimo Carlotto aveva già scovato e inserito nei suoi romanzi.
Spesso un fatto di cronaca diventa un film con tendenze noir sceneggiato dagli stessi
giornalisti che si sono interessati al caso. Avete pensato anche voi a fare un film di
questa storia?
Biolchini: No, perché quella degli Spider Boys è una piccola storia di provincia che non
ha neppure il morto. E tra laltro negli anni Sessanta le cronache erano piene di
ragazzi di famiglie bene che facevano bravate, per esempio il caso Montesi.
Arthemalle: Inoltre noi crediamo che il teatro sia uno strumento di approfondimento
maggiore del cinema. E ci interessava mettere il dito dove secondo noi cè il male,
in questi banali e squallidi fatti di provincia.
In Storia del noir (Castelvecchi 2000) Fabio Giovannini scrive che : "il
noir indica una lettura 'sociale' della devianza, la 'colpa' del crimine è nella famiglia
o nelle istituzioni, non in uninteriorità astratta di chi delinque. Rispetto al
giallo". E così anche per gli Spider Boys?
Biolchini: Sì perché il colpevole è la città. Alla fine lattore cinico che vuole
fare i soldi con questo spettacolo, si chiede a che cosa serva raccontare un caso di
stupro a distanza di 40 anni, quando secondo la sentenza fu una ragazzata, e si chiede a
che serva accusare tutta la città.
Arthemalle: Secondo il normale meccanismo della narrazione avremmo dovuto sollevare
lindignazione sui sedici stupratori, e invece la vera indignazione è che questi
stupratori facciano una vita tranquilla e che non se ne possa parlare, non che non siano
stati puniti allora. La vera indignazione si solleva sui corresponsabili dello stupro e
cioè sui cittadini che coprono i colpevoli senza saperne i nomi ma conoscendone i
cognomi.
Possiamo fare un esempio eccellente di drammaturgia noir?
Biolchini: In realtà la drammaturgia noir deriva da un fenomeno letterario sulla cui
legittimità ancora si discute. Io non ho visto finora spettacoli noir ex novo,
solo adattamenti da romanzi che però non hanno una resa teatrale soddisfacente perché la
distanza tra teatro e letteratura è più ampia di quanto si creda.
Arthemalle: Infatti la grande intelligenza di Massimo Carlotto è stata confrontare la sua
scrittura letteraria con le tavole del palcoscenico.
Biolchini: E ha capito che per fare una riduzione teatrale di un romanzo bisogna scrivere
una storia nuova, che riporti lo spirito del libro, ma che sia altro, così come è
successo per Buenos Aires non finisce mai.
Ma allora a teatro il noir è un genere possibile?
Biolchini: In teatro il noir esiste da sempre come atmosfera, come tono: nelle
tragedie greche o in quelle gotiche, nel Macbeth di Shakespeare. Anche
linizio di Amleto è noir ma non è teatro noir.
Arthemalle: Il noir è una delle cifre del teatro e noi labbiamo semplicemente messo
in locandina.
Così come Edipo può essere considerata la prima indagine poliziesca della
storia del teatro.
Biolchini: E Sofocle per alcuni versi può essere il primo drammaturgo noir, anche se
nella prefazione di Edipo edito dalla Bur, si scrive che questa tragedia greca non
è un noir perché travolge la regola numero uno del genere: chi indaga non può essere
lassassino. E a pensarci bene, sarebbe dunque un noir perfetto.
Il caso Spider Boys
Di Massimo Carlotto, Vito Biolchini e Elio Turno Arthemalle
Con Elio Turno Arthemalle e Lorenzo Perra
Regia di Vito Biolchini e Elio Turno Arthemalle
Scene e costumi di Antine Massa
La tournée riprenderà in primavera 2002.
Per altre notizie: http://www.godotnews.com e
http://www.massimocarlotto.it/teatro .
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