Pregiudizi positivi e
negativi
Odette Misa Sonia Hassan*
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Luovo sbattuto per recuperarsi da un surplus di fatiche, quello al tegamino per
cenare in fretta o per spendere poco ma consumare pur sempre un pasto proteico. E poi
ancora uova come simbolo di festa, e mille altri motivi per ricordare il debito millenario
che luomo ha con questo alimento. Purtroppo un intenso vociare ha fatto si che mille
dicerie lo abbiano reso un alimento visto con sospetto dai più, specialmente in Italia,
dove il consumo pro capite di uova è inferiore a quello di tutti gli altri paesi europei.
Prima l'uovo è stato imputato di essere lartefice unico del mal di fegato, e ora
sembra diventato l'unica causa del colesterolo alto. Quante volte dietologi e dietiste
durante lanamnesi alimentare hanno sentito pazienti dichiarare di aver escluso
completamente le uova non solo dalla propria dieta ma anche da quella dei propri bambini?
E questo è un vero peccato non solo perchè con le uova, come ci insegnano sia gli chef
famosi che le nostre nonne, si possono creare delle gustosissime ghiottonerie, ma anche
perchè con luovo si possono fare le frittate con le verdure, non sempre gradite dai
bambini, ma fonte preziosa di fibra solubile, vitamine e sali minerali.

Inoltre le uova sono un alimento ricco in proteine a tal punto che i nutrizionisti hanno
utilizzato la composizione aminoacidica delluovo per costruire la proteina di
riferimento. Quello della proteina di riferimento è considerato lapporto ideale di
aminoacidi: le proteine non sono tutte uguali, quelle di origine animale contengono una
percentuale completa di aminoacidi essenziali definiti così proprio perchè
insostituibili nellalimentazione. Una fettina di carne bovina da un etto contiene
mediamente 21.5 g di proteine mentre un uovo il cui peso medio è di 65 gr contiene 7.8
gr. di proteine. La particolarità di queste proteine consiste nel fatto che sono
particolarmente biodisponibili e cioè vengono quasi totalmente utilizzate
dallorganismo.
Il colesterolo contenuto nelle uova è il grande imputato delle moderne leggende
metropolitane, che condannano questo alimento esiliandolo o meglio espellendolo dalle
tavole degli igienisti. Ma in realtà quanto colesterolo cè in un uovo medio?
Lindustria ha selezionato galline ovaiole che fanno uova contenenti mediamente 241
milligrammi di colesterolo. Per mantenere invariato il contenuto di colesterolo senza
rinunciare al contenuto proteico e al volume di due uova, è sufficiente fare una frittata
con un uovo e un albume che di colesterolo non ne contiene affatto, mentre contiene circa
l84% delle proteine totali delluovo. Questo trucchetto infatti viene
consigliato dai nutrizionisti (Eugenio Del Toma Alimentazione: domande e risposte pag.45).
Il consumo giornaliero di colesterolo consentito secondo le linee guida è di 300
milligrammi, quindi un uovo o due non sono certamente dannosi allinterno di una
dieta equilibrata. Altra cosa è introdurle nascoste in polpettoni torte creme e così
via. Luovo contiene fra laltro tutte le vitamine ad eccezione dellacido
ascorbico.
Un vecchio pregiudizio che condanna inesorabilmente luovo quello che faccia male al
fegato: non è vero! Il fegato teme solo lalcol e i fritti, per il resto è
unottima macchina metabolica. Questo pregiudizio nasce dal fatto che in caso di
calcoli alla cistifellea si esclude luovo dalla dieta, non perchè sia dannoso, ma
perchè facendo funzionare la cistifellea stimola il dolore dovuto alla presenza dei
calcoli: insomma il dolore è dovuto al calcolo e non alluovo, ma una volta tolti i
calcoli difficilmente le uova tornano sulla tavola.
Ahimè nessun pregiudizio sembra essere vero sulluovo, neanche quelli positivi: non
serve per recuperare le forze, né per rendere più fruttuosi gli studi dei nostri ragazzi
che preparano la maturità, né tantomeno garantisce un miglior rendimento muscolare per i
bodybuilder. Per luovo insomma come per ogni altro alimento lunica verità e
che va consumato con buon senso.
*Odette Misa Sonia Hassan, dietista e allieva del Prof. Eugenio Del Toma, è autrice di
saggi sullanoressia e bulimia ha condotto una ricerca tra il 1996 e il 1998 sui
gruppi di auto-aiuto nel settore dei disturbi del comportamento alimentare pubblicata su
ADI-magazine, e ha vinto il premio per la migliore comunicazione al Congresso nazionale
Adi (Associazione di dietetica e nutrizione clinica) di Terni per "Aspetti
bioelettrici su pazienti con disturbi del comportamento alimentare". Ha scritto per
Isoradio-Rai un corso di educazione alimentare. L'indirizzo del suo sito è: http://sites.netscape.net/ysthar/pantgruel
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