Basta con le risse, attenzione ai
problemi
Mauro Buonocore
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Il clima della campagna elettorale si va riscaldando. Mentre la
temperatura del confronto politico assume toni arroventati, i media si
fanno teatro di un vero e proprio scontro giocato con le armi degli
anatemi che, da destra e da sinistra, mirano a delegittimare l’avversario
e ad indebolirne la credibilità di fronte all’elettorato.
Un gruppo di autorevoli intellettuali di sinistra - formato da
Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso e
Paolo Sylos Labini - ha lanciato un appello contro la Casa delle
libertà che rappresenterebbe un vero e proprio pericolo per la
democrazia italiana: scarse sarebbero infatti le garanzie democratiche
offerte da un governo guidato da Silvio Berlusconi, imprenditore dal
tormentato passato giudiziario.
D’altra parte, gli stessi rappresentanti del centrodestra non
rinunciano ad attaccare frontalmente l’Ulivo, affidandosi a parole
irruenti e a comportamenti aggressivi. Per Berlusconi e i suoi
alleati, che si ergono a vittime di una presunta campagna persecutoria
condotta da media, maggioranza e giudici, la democrazia è scomparsa
dal nostro paese durante l’ultima legislatura, e tornerà, assicura
il leader di Forza Italia, soltanto con la sua vittoria il prossimo 13
maggio.
E intanto la temperatura sale.
Ma non manca chi cerca di raffreddarla, avvertendo in questa
situazione il pericolo di eccessi nocivi al libero e civile evolversi
della campagna elettorale. Prima fra tutte è la voce del Presidente
della Repubblica Ciampi che più volte ha sollecitato l’attenzione
delle parti ad un atteggiamento più cauto e pacato nel proporre i
programmi elettorali, invitando a far leva sui contenuti più che
sulle reciproche invettive.
Angelo Panebianco, dalle colonne del Corriere dell Sera, mette
l’accento sulla scarsità di patriottismo che serpeggia negli
ambienti politici italiani: un patriottismo che vede nell’alternanza
delle posizioni di governo un segno di maturità civile e che rinnega
gli anatemi tesi a delegittimare l’avversario. Sulla stessa linea
pure un appello, apparso su Il Foglio, firmato da alcuni
intellettuali - Franco Debenedetti, Luciano Cafagna, Michele Salvati,
Paolo Mieli e Augusto Barbera - che deprecano la trasformazione “della
campagna elettorale in uno scontro finale per salvare le sorti
perennemente in pericolo della democrazia”.
Insomma: basta con gli attacchi personali, le invettive e le eccessive
faziosità. Il sistema democratico non ha smesso di esistere durante
la legislazione governata dal centrosinistra, né è in pericolo di
fronte alla candidatura di Silvio Berlusconi. Si capisce, che in
questo modo però oltre al problema dei toni della campagna si sfiora
anche quello del conflitto di interessi, che ha tutta l’aria di
rimanere incandescente al di là della buona volontà dei
sottoscrittori dell’appello.
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