Caro Giancarlo,
vorrei porre alcune semplici domande. Primo dovè quel signore
che, avendo fatto cadere il governo Prodi si vantava di "avere spostato a sinistra
lasse della politica italiana"? Secondo, i signori che reggono il governo vanno
mai personalmente a pagare le tasse? Non voglio sapere se le paghino o meno, penso che in
linea di massima le paghino più di quelli che vogliono prendere il loro posto. Voglio
solo sapere se qualcuno si rende conto che mentre si avvicinavano le elezioni milioni di
italiani impazzivano perchè mancano i moduli per pagare. Non il modulo per essere
esentati, ma quello per pagare.
In questi giorni milioni di persone fanno file disperate perchè il
ministro si rifiuta di dare loro una proroga. Se vuoi pagare devi fare la fila e se non
hai tempo devi pagare una ammenda, che per lICI non è proprio poco. E molti di
quelli che devono pagare sono piccoli soggetti economici per i quali il tempo è la cosa
più preziosa. A tutte queste persone, fra le quali si trova sicuramente una buona
porzione del suo elettorato, perchè quelli che non pagano le tasse sono dallaltra
parte, il governo "di sinistra" non è stato capace in tutti questi anni di fare
un sia pur minimo cenno di riconoscimento. Di dire non una cosa "di sinistra",
ma una cosina civile come, per esempio, "le tasse sono gravose e per il momento non
possiamo non farvele pagare, ma vi aiuteremo in tutti i modi per rendervi questo compito
meno gravoso, anche perchè siamo coscienti che dal vostro pagamento dipendono i nostri
stipendi".
Non è possibile rendere meno gravoso questo compito? Non ci credo
perchè dopo anni che lapparato dello stato ci ha obbligato a pagare le tasse
automobilistiche in modo sadistico (cioè riempiendo moduli che prevedevano le migliaia di
lire, ma copiando da tabelloni in cui le cifre erano alla lira, per esempio) ora si scopre
che basta che vai in una tabaccheria e ti avvicini alla macchina per il lotto, dici la tua
targa e paghi in due secondi. Domanda, se chi ti promette di vincere al lotto ti permette
anche di pagare le tasse senza ricevere delle pedate nel sedere.

Comunque se non fosse possibile basterebbe, per dire una cosa
"civile" che il medesimo ministro, aggiungesse che non riesce a rendere meno
gravoso il compito scusandosi con la popolazione. Un amico che fa i sondaggi mi ha detto
di essere stato convocato a Palazzo Chigi dai consiglieri del re e di essere rimasto
allibito dalle domande che gli venivano rivolte. Per esempio "come è il voto
operaio"? Ma qualcuno in quel palazzo o in quel partito legge le cose che i
sociologi, i demografi, gli economisti del loro stesso partito o dellarea ( i Paci,
i Bagnasco, i Trigilia, i Salvati, i De Masi e via nominando) vanno scrivendo da anni
sulla struttura sociale italiana? A nessuno viene in mente che la famosa "cosa di
sinistra" potrebbe essere una cosa civile, una osservazione di rispetto per una
cittadinanza che sa perfettamente che deve contribuire alla vita collettiva, ma è stufa
fino alla rivolta di essere trattata da idiota.
Ma Bossi e Di Pietro non hanno insegnato proprio nulla? Che senso ha
rincorrere i voti di Bossi con delle trattative di vertice (vedi come hanno funzionato a
Milano!) o delle promesse istituzionali a lungo periodo ("scusateci stiamo dormendo
per voi") quando li si potevano in parte erodere facendo funzionare qualche centinaio
di uffici postali?. E la tempesta in un bicchier dacqua sulle pensioni (che è
durata giusto il tempo dei ballottaggi, visto che oggi, tre giorni dopo il voto, è già
rientrata), non la si poteva rimandare di qualche giorno?
Adesso tutti a dire che non è la causa, ma una concausa e che le
elezioni europee la sinistra le ha perse anche in paesi dove le pensioni non sono state
toccate. Bei ragionamenti! Avanti con queste categorie del pensiero e con le domande sul
"voto operaio"! Ma qualcuno si è letto qualche testo sulla causazione nei
fenomeni sociali? Soprattutto quando le elezioni si giocano come a Bologna o a Milano su
poche migliaia di voti di differenza?
Se fossi DAlema mi farei dare le cassette di Prima pagina degli
ultimi giorni, mi pare che ci fosse il direttore del Messaggero, e mi sentirei dieci volte
al giorno la telefonata di una anziana maestra pensionata che implorava "Ci dicano
cosa vogliono fare delle pensioni, sappiamo che qualcosa va fatto, ma non ci facciano
stare male ogni volta parlandone senza dirci che cosa ne faranno". Altro che
"voto operaio", continuate pure a spaventare i nostri elettori, cari amici, e
poi ne vedremo delle belle.
A questo punto non basta più dire "qualcosa di sinistra"
(perchè adesso si scateneranno le dichiarazioni con questa coloritura) occorre farla. Non
ci vuole molto, e suggerisco in questo senso un esperimento mentale. Se i ballottaggi si
fossero tenuti il giovedì 1 luglio - come si fa in Inghilterra (tra laltro, sul
votare di domenica qualche pensierino occorrerà cominciare a farlo in una società in cui
la domenica non è più lunico giorno libero, come era per i contadini e gli operai
dantan) - dopo la kermesse dei moduli unici e delle code per lICI, i partiti
al governo avrebbero preso più o meno voti di domenica?
E se la risposta è come penso, non sarebbe bene che le prossime
elezioni venissero fissate in un giorno il più lontano possibile dal pagamento delle
tasse? O meglio ancora che di qui al prossimo pagamento delle tasse il governo e
soprattutto i suoi ministri finanziari, che fanno un lavoro ingrato a favore della
collettività, come tutti sanno benissimo, ci facessero vedere una cosina di sinistra?
Una, una sola, magari fatta solo di cortesia e buona educazione?