La sconfitta di Silvia
Bartolini a Bologna lo dimostra inequivocabilmente: non basta essere donne magari
anche giovani e fotogeniche per vincere le elezioni. Chi riteneva che fosse
sufficiente candidare una signora per aumentare i consensi è rimasto deluso, come pure
chi sosteneva che essere donna costituisse un handicap ( basti pensare ai risultati
ottenuti a Torino da Mercedes Bresso e a Milano da Ombretta Colli ). A constatare la
diminuita influenza del fattore-donna sugli esiti elettorali sono, con
sfumature diverse, tutte le personalità della politica al femminile che
abbiamo interpellato nel nostro sondaggio.
ROSA RUSSO JERVOLINO (ministro degli Interni) "Le ultime
amministrative dimostrano in modo inequivocabile che vittorie e sconfitte non hanno nulla
a che fare con il fatto che il candidato sia un uomo o una donna. Contano in modo assai
maggiore i programmi, le capacità individuali, la chiarezza del messaggio politico, lo
schieramento o il partito rappresentato: Nonostante ciò, naturalmente, mi sembra che la
presenza delle donne in politica sia una realtà sempre più necessaria ed auspicabile,
che in Italia, del resto è in continuo aumento".

TIZIANA MAJOLO (deputata Forza Italia) "Non basta mettere le donne
in lista. I partiti, infatti, continuano a trattare le candidate come bambolette di bella
presenza o, peggio ancora, a vedere il fatto di dare spazio al genere femminile come un
obbligo cui ottemperare svogliatamente. La Bartolini, a Bologna, ha perso per questo: non
è stata sostenuta dal suo partito e dalla coalizione che laveva presentata. Posso
dirlo con sincerità? Pur essendo lieta della vittoria di Guazzaloca, sono, come donna,
dispiaciuta e quasi offesa del modo in cui è stata trattata, dalla stampa e dai politici,
una persona intelligente come Silvia Bartolini. Purtroppo è così: I partiti hanno paura
delle donne, della loro concretezza, della loro ripugnanza nei confronti delle piccole
manovre e degli intrighi, della loro vicinanza alla società".
ROSY BINDI (ministro della Sanità) "Credo che gli elettori, non
da oggi, siano ben più attenti al programma di un candidato, alla sua personalità e al
suo curriculum che non al suo essere donna o uomo. Le amministrative hanno dimostrato
proprio questo: basta osservare con attenzione i risultati per accorgersene.".

ANGELA NAPOLI (deputata An) "La sconfitta della Bartolini a
Bologna dimostra quanto vado dicendo ormai da anni: non serve candidare una donna per
aumentare i consensi. Occorre invece modificare davvero la linea dei partiti e lavorare in
modo finalmente serio per migliorare concretamente il ruolo delle donne nella società: il
che è ben diverso dal trasformarle in una bandiera, in una gradevole faccia da
manifesto!"
GIOVANNA MELANDRI (ministro Beni Culturali) "Le recenti
amministrative, come del resto la composizione dellattuale governo, dimostrano che
la presenza delle donne in politica sta aumentando per quantità, livello e qualità.
Però tutto questo non va sopravvalutato: le donne possono essere (o non essere )
allaltezza dei loro compiti esattamente come gli uomini. Credo che di questo gli
elettori ne siano pienamente coscienti: Sono semmai i media a sottolineare le differenze,
a puntare sullimmagine".

SANDRA FEI (deputata An) "Il fatto che molte donne siano presenti
in lista è comunque positivo, perché le donne sono maggioranza nella società.
Finalmente, nella politica come nel mondo imprenditoriale, ci si sta accorgendo della
competenza e dellaffidabilità delle donne. Questo è un fatto ottimo, al di là
delle vittorie e delle sconfitte, segno che un candidato comincia ad esser valutato per i
propri meriti, e non sulla base del sesso".
LIVIA TURCO (ministro Affari Sociali) "Sarebbe assurdo pensare ma non credo
che qualcuno lo abbia fatto- che la candidatura di una donna rappresenti di per sè una
garanzia di successo. La presenza delle donne in politica è e resta, successi o
insuccessi a parte, un fattore essenziale, che però sarebbe sbagliato analizzare come se
si trattasse di un fenomeno curioso o insolito".