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Il comunicato Br: gli aggettivi sono nuovi, lo stile e' proprio quello di una volta

Wladimiro Settimelli

 

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Questo articolo e' apparso su "l'Unita'" del 21 maggio

ROMA - Il linguaggio, l 'uso degli aggettivi, delle sigle, delle formulette di analisi politica, delle maiuscole e delle minuscole e sempre quello. Quello "antico" delle vecchie Br che, negli anni bui del terrorismo, uccisero e massacrarono senza pietà per un folle progetto di presa del potere e di distruzione della democrazia. Leggendo le ventotto cartelle di rivendicazione per l'assassinio di Massimo D'Antona, tornano gli incubi e l'angoscia. E' come se una vecchia " manona" avesse deciso, all'improvviso, di tornare a frugare tra antiche carte polverose piene di idee astruse e prive di legami con la realtà, per poi alzare la sdrucita coperta di un letto e tirare fuori dal materasso una pistola e dei proiettili rimasti nascosti nel buio per chissà quanti anni. Naturalmente per tornare ad uccidere. Esattamente come negli anni 70-80. Che cosa vogliono e che cosa dicono i neo brigatisti di fine millennio? Perchè hanno ucciso, ancora una volta, un uomo indifeso?

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Ecco l'inizio del loro " messaggio":" Il giorno 20 maggio 1999, a Roma, le Brigate Rosse per la Costruzione del Partito Comunista combattente hanno colpito Massimo D'Antona, consigliere legislativo del Ministro del Lavoro Bassolino e rappresentante dell'Esecutivo al tavolo permanente del " Patto per l'occupazione e lo sviluppo''. Con questa offensiva le Brigate Rosse per la Costruzione del Partito Comunista Combattente, riprendono l'iniziativa combattente, intervenendo nei nodi centrali dello scontro per lo sviluppo della guerra di classe di lunga durata, per la conquista del potere politico e l'istaurazione della dittatura del proletariato, portando l'attacco al progetto politico neo-corporativo del" Patto per l'occupazione e lo sviluppo'', quale aspetto centrale nella contraddizione classe/Stato, perno su cui l'equilòibrio politico dominante intende procedere nell'attuazione di un processo di complessiva ristrutturazione e riforma economico- sociale, di riadeguamento delle forme del dominio statuale, base politica interna del rinnovato ruolo dell'Italia nelle politiche centrali dell'imperialismo."

Il senso di tutto il documento, che analizza lungo la politica italiana, il governo delle sinistre e la situazione internazionale con al centro la guerra nella ex Jugoslavia, è ,in pratica, tutto nelle prime righe del documento che inizia nello stile e nelle aggettivazioni dei vecchi documenti delle Br. Copia quasi conforme, insomma.

Torneremo sulle 28 cartelle di rivendicazione. Ma prima di tutto tentiamo di rispondere alla domanda che è nella mente e sulla bocca di tutti. Sono davvero le Br che hanno ucciso ieri mattina a Roma? Sono tornati i vecchi assassini ? L'impressione generale è che si tratti davvero ancora di loro .

O meglio dei loro eredi che hanno ancora nei cassetti e in qualche archivio segreto carte e documenti del passato a quali si riallacciano a distanza di tanto tempo come se, nel frattempo, non fosse accaduto nulla.

Aggettivi e termini, lo abbiamo già detto, sono un po' cambiati e non poteva essere diversamenti. La " gergalità" politica e il gusto per le sigle e per gli assiomi sono gli stessi. E' lo stesso anche il tentativo di condurre un ragionamento politico stringente e inoppugnabile che non lasci mai spazio a nessuna contestazione o discussione. La ragione, insomma, è una, immutabile e immarscescibile, con un vago sentore nostalgico per l'ex blocco sovietico e una critica durissima alla Germania che ha "inglobato" l'ex Ddr, la cosidetta Repubblica democratica tedesca. La guerra Nato contro i serbi con varie scuse umanitaristiche, dice poi il documento, non è altro che il tentativo di inglobare nel mondo imperialista e nella Nato, ciò che un tempo apparteneva al mondo del socialismo reale.

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Lo stile e il testo del documento di rivendicazione dell'assassiunio di Roma, sembra nato in modo un po' strano e contorto. Facciamo un esempio banale, nel tentativo di spiegare meglio. E' come se le ventotto cartelle del documento fossero uscite dalla penna di un giovane di oggi, colto, intelligente informato della politica nazionale e internazionale, di buona formazione e di buone letture. Il giovane brigastista, prima di scrivere il testo, avrebbe però passato in rassegna tutti gli antichi documenti delle Br, compresi quelli del sequestro e dell'omicidio di Aldo Moro. Poi, carte ancora alla mano, avrebbe discusso, per ore, con un vecchio brigatista degli anni '70 e '80,una specie di antico e "nobile maestro" politico, molto auterovole e molto ascoltato. E' lui che avrebbe lasciato una impronta davvero indelebile sul documento rivendicativo per l'assassinio di Massimo D'Antona. Non è certo difficile capire che le cose potrebbero davvero essere andate cosi. Ci sono, ovviamente, oltre alle analisi politche aggiornatissime fino all'elezione di Ciampi al Quirinale, tutta una serie di termini e di aggettivi che sono di oggi. Il "rapportarsi'', l'" idelogismo'', l'''esecutivismo'', e ancora l' ''immediatismo" e così via. Al posto del vecchio "Sim''( e cioè lo Stato Imperialista delle Multinazionali) c'è la "B .I" che sarebbe la " Borghesia internazionale" . Ma il continuo ricorso alle maiuscole è davvero lo stesso di sempre. Stesso spreco di enfasi e stesso stile di analisi, appunto. Non manca una specie di autocritica al vecchio spontaneismo. Quasi una spiegazione delle antiche sconfitte. Stesso metodo allucinante e manicheista , ovviamente, nel giudicare situazioni politiche nazionali e internazionali. Il giudizio sul governo D'Alema e sulla politica riformista dei Ds è immaginabile. C'è poi un richiamo all'uccisione Br di Roberto Ruffilli. Quasi un richiamarsi idealmente a quel delitto e perfino un breve esame della vecchia politica di De Mita.

Sono di nuovo loro: neobrigatisti con alle spalle qualche vecchio assassino. I dubbi sono davvero pochi. Comunque le indagini, come si dice, sono in corso.

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