E una penosa bugia quella che le guerre non
servono mai. E questo e uno di quei casi in cui la guerra e necessaria. Ha
ragione lo scrittore forse piu amato dagli italiani Andrea Camilleri; lo ha detto
sulla Stampa in questi giorni. E con lui tutti gli altri che hanno espresso la stessa
idea. Ma Camilleri ha anche speso, mentre lo scriveva, qualche parola di comprensione per
chi fatica a pronunciare quelle parole, "la guerra ci vuole", senza un po
di sofferenza. Si dice "si" alla guerra qui oggi in Italia, ma con il
"cuore in due scisso", secondo il poeta.
Che cosa vuol dire? Forse che siamo i soliti furbacchioni, meta
di qua e meta di la, in modo che mai nessuno si possa trovare del tutto dalla
parte del perdente? Ipocrisia insomma? No, io non credo che le cose stiano cosi.
Questa volta, almeno qui in Italia, fortunatamente per ora, non ce da
rischiare la pelle a dichiararsi pro o contro. Non e una scelta che ci metta di
fronte allurto con un regime. La pelle la rischiano solo alcuni aviatori, che
e bene partano in missione sapendo di avere alle spalle delle buone ragioni e
lappoggio dei concittadini. Ma in ogni caso, anche nel peggiore, lItalia non
sembra destinata a pagare un prezzo superiore a quello gia pagato, in vittime
civili, per dirne una, con il disastro del Cermis. Dunque siamo tutti in condizioni di
pronunciare la nostra opinione senza farne una scelta di vita o di morte.

Lattacco ci voleva, anche prima
E il libero giudizio che possiamo esprimere in questo momento ci dice
che questo attacco della Nato alla Serbia ci voleva. Ci voleva probabilmente anche prima,
prima del Kosovo, quando era stato il turno della Bosnia. Sono convinto che un enorme
quantita di sofferenza e di morte sarebbe stata evitata bombardando le strutture
militari serbe nel 93 e bloccando sul nascere il progetto della Grande Serbia. Oggi
gran parte della catastrofe e gia avvenuta, ma unaltra parte e
ancora possibile, forse, risparmiarla. Perche allora il "cuore scisso" e
tante esitazioni e tremiti nel dire di si alla guerra? Come mai la maggioranza
favorevole allintervento tra gli Italiani non e schiacciante come potrebbe
sulla base di un ragionamento e di un giudizio su quel che Milosevic sta facendo ai
kosovari?
Chi esita e perche
Non tutte le esitazioni hanno la stessa origine. Ce chi
e contrario a seguire fino in fondo i vincoli che derivano dalla nostra
partecipazione alla Nato per riflessi condizionati di vecchie appartenenze
"orientali". E venuto meno il contenuto politico comunista della potenza
sovietica, ma perdura da parte di Cossutta e Bertinotti e con loro di qualche
frazione dellopinione pubblica un riflesso antiamericano, piu ancora
che filorusso, la preoccupazione di consegnarsi a una egemonia incontrastata della
superpotenza vincitrice dei conflitti mondiali, prima con il soldato Ryan, a meta
del secolo, poi con il soldato Reagan verso la fine. A questa egemonia, in verita,
non ci sono alternative, almeno fino a quando lOnu non uscira da un condizione
di paralisi decisionale da veti incrociati e fino a quando lEuropa non
manifestera di essere anche un soggetto della politica internazionale. Fino ad
allora non si potra fare a meno degli Stati Uniti come fattore di ordine nei
rapporti internazionali.
Come ridare ossigeno ai kosovari
Ce chi esita perche la efficacia dellazione
aerea sulla Serbia e ancora effettivamente da dimostrare. Finora non e servita
a fermare i rastrellamenti e la pressione terroristica per realizzare la pulizia etnica.
Non si vede bene quale dinamica politico-militare possa restituire un po di ossigeno
alle popolazioni kosovare e come, ammesso che i bombardamenti riescano a piegare la
volonta del regime nazionalista serbo, possa ricostituirsi una situazione di
pacifica convivenza tra le vittime delle purghe etniche e i loro aguzzini. Ed e
difficile considerare il passaggio dalla guerra aerea a quella terrestre come qualcosa di
automatico che i paesi della Nato possano permettersi senza una fase assai complicata di
consultazioni dei loro cittadini.
Viva i nostri premier "pantofolai"
Ce poi chi esita per una istintiva, sobria autodifesa: la
scelta di innescare una logica militare, anche se inevitabile, necessaria e giusta, sta
bene nei paesi democratici sulla bocca, nella testa e negli atti di persone riflessive, di
per se poco propense a dare la parola ai cannoni. Nessuno, credo, che abbia la testa
sulle spalle, si sentirebbe tranquillo sotto la guida di un governo che partecipi
gioiosamente ed entusiasticamente ad imprese militari come questa. Che le democrazie
abbiano difficolta a fare la guerra si sa. Che debbano fare i conti con una opinione
pubblica agitata da correnti diverse e un vantaggio e non un danno. Che tutti gli
atti dei governi coinvolti nelle decisioni della Nato debbano essere soppesati ben bene, e
anche piu di una volta, potra anche essere di qualche impaccio dal punto di
vista militare, ma e cio che fa la differenza per cui possiamo dichiararci
fortunati di non avere sulla testa un governo "deciso a tutto" pur di realizzare
i propri deliri come quello che ce a Belgrado. Meno male insomma che non
abbiamo bisogno di contrapporre a Milosevic qualche Stranamore. Teniamoci i nostri premier
europei con quella loro vocazione, che Mussolini avrebbe certamente definito
"pantofolaia" e che a noi e cosi cara. Una vocazione che non ha
impedito di dispiegare lazione militare aerea e di proseguirla.
Se Manconi e Cossutta se ne vanno
Gli italiani, come tutti gli europei, non sono divisi tra amanti della
pace e amanti della guerra. Sono, siamo, tutti amanti della pace, ma siamo anche convinti,
in grandissima maggioranza che ci sono crimini che vanno impediti, se ci si riesce, anche
con limpiego delle armi. Sbagliano Bertinotti, Cossutta e Manconi, quando pensano
che la ostilita alla guerra, cosi forte nei sondaggi, coincida con le loro
posizioni. Si tratta invece di quel "cuore diviso" con cui nessuna persona seria
puo prendere atto che in qualche caso "la guerra ci vuole". Se poi verdi e
comunisti italiani lasceranno il governo facendo traballare la maggioranza questo non
dimostrera che gli italiani sono divisi, come qualcuno ha sostenuto, e che si fanno
sempre "conoscere" per questa loro rissosita. Dimostrera soltanto
quello ormai hanno capito tutti in Italia e allestero: che abbiamo un sistema
politico che non funziona e che non riesce a mettere insieme una coalizione abbastanza
omogenea da durare quanto serve. Ma questa e unaltra questione nella quale
siamo ormai tutti superesperti, seppure impotenti.