Nasce sul Web lo spettatore del 2000 Paola Casella
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Il film lo affitto su Internet
E' risaputo che il computer ha cambiato i connotati al cinema, tanto
come contenuti creativi quanto come tecnologia: da Tron a The Net, da Nirvana a Matrix, e'
sempre piu' frequente l'utilizzo dell'informatica come soggetto o contesto narrativo, e la
maggior parte dei film d'azione hollywoodiani di grande budget usano la tecnologia
digitale per creare effetti speciali -- basti pensare che delle 2200 scene dell'ultimo
film di Guerre stellari, La minaccia fantasma, 1965 sono state realizzate o ritoccate al
computer.
Meno noto e' il contributo specifico che Internet sta dando al cinema,
quello hollywoodiano ma soprattutto quello indipendente, tanto a livello di promozione dei
film creati per il grande schermo, quanto a livello di produzione e distribuzione di film
pensati appositamente per la rete. E' un contributo sempre piu' rilevante, con il quale
anche la Hollywood piu' conservatrice e' ormai costretta a confrontarsi, anche perche'
Internet rappresenta, oltre che un'opportunita', una minaccia per le grandi case di
produzione che fino a ieri detenevano il pieno controllo del mercato cinematografico
americano e internazionale.
Le caratteristiche intrinseche della rete informatica stanno infatti
sovvertendo gran parte delle regole stabilite dalla mecca del cinema, portando il settore
verso una forma di democratizzazione prima inconcepibile, una democratizzazione che passa
innanzi tutto attraverso l'abbattimento dei costi di produzione, di distribuzione, di
marketing e merchandising.
Anche il tipo di coinvolgimento da parte del pubblico attraverso la
Rete e' infinitamente superiore a quello generato dai normali canali di promozione della
mecca del cinema: l'interattivita' del mezzo aumenta il concetto di democratizzazione del
cinema, tant'è vero che oggi e' del tutto concepibile che uno spettatore virtuale possa
un giorno intervenire direttamente sul contenuto creativo di un corto creato per la Rete,
così come già fa per un testo dattiloscritto.
E' piu' che una rivoluzione tecnologica: e' un nuovo modo di intendere
il cinema, anche perche', grazie (o per colpa di) Internet, il cinema esce dalle sale e
dagli schermi della televisione per approdare sul monitor del personal computer
trasformando quella che era un'esperienza collettiva, o perlomeno familiare (con una sua
sacralita', un suo rituale che contribuiva al fascino del cinema) in una circostanza
strettamente privata, anche se moltiplicata per i milioni di utenti della rete.
Se da un lato le speranze di Francis Coppola, che negli anni Settanta
si augurava che anche una ragazzina dell'Ohio diventasse in grado di fare cinema, stanno
effettivamente per avverarsi, dall'altro la visione di un immenso alveare composto da
centinaia di celle all'interno delle quali i singoli rimangono isolati, facendo si' parte
dell'immensa comunita' virtuale, ma rimanendo fisicamente lontani l'uno dall'altro, può
risultare piuttosto inquietante..
Esistono altri pericoli nell'utilizzo di Internet applicato al cinema:
innanzitutto il disorientamento dei cyberspettatori, per i quali sara' difficile
orientarsi all'interno della vastita' dell'offerta cinematografica, dal minidocumentario
immesso in Rete dal vicino di casa al trailer del nuovo film di una piccola casa
indipendente alla versione pirata dell'ultimo kolossal hollywwodiano.
C'è poi la difficolta' di tutelare il diritto d'autore dei cineasti
alle prime armi, assai meno in grado di difendersi di chi è protetto dagli uffici legali
delle major (ma molti cineasti emergenti sono i primi a rinunciare al copyright in favore
dell'enorme visibilita' garantita loro dalla presenza in Rete). E tuttavia è sempre piu'
frequente la circolazione su Internet di versioni pirata anche dei film prodtti da quelle
stesse major (il piu' visto di straforo e' stato proprio quel Matrix che descriveva un
mondo virtuale), l'ennesima dimostrazione che il Web è per certi versi incontrollabile.
Su un piano quasi metafisico si colloca la naturale tendenza
internettiana a mettere sullo stesso piano, e mescolare fra di loro, notizie attendibili e
falsi comunicati, realta' e finzione: applicata al contesto cinematografico, questa
tendenza e' destinata a rendere sempre piu' labile il confine fra vero e verosimile,
ingenerando nei cyberspettatori, che per la loro situazione di isolamento non hanno
neppure il conforto di un confronto immediato con il vicino di poltrona (il cosiddetto
"reality check", all'americana), uno scollamento sempre maggiore dal contesto
reale.

A giudicare dal successo di alcune recenti campagne di marketing
cinematografico, pero', la perdita di senso del reale non spaventa il cybernauta medio,
che anzi ne' e complice volontario. Inoltre il profilo del viaggiatore informatico e
quello dello spettatore cinematografico medio tendono a coincidere, innazitutto
demograficamente -- sono gli under-30 infatti lo zoccolo duro tanto del pubblico di
Internet quanto di quello cinematografica. Anche il profilo psicologico e' simile: tanto i
giovani spettatori cinematografici quanto i navigatori della Rete sono attratti dalle
novita', recettivi nei confronti di tutto cio' che loro somiglia (non a caso i grandi
successi degli ultimi anni vedono protagonisti i giovanissimi), appassionati di
"generi" specifici come l'horror o la fantascienza, per nulla scoraggiato dalla
vastita' dell'offerta (cinematografica o telematica), all'interno della quale ritagliano
la propria formula individuale, secondo quella tendenza alla personalizzazione che sta
alla base anche di fenomeni giovanili come il piercing e i tatuaggi.
Internet, dunque, non solo sta cambiando il cinema, ma sta anche
allevando una nuova generazione di cinespettatori, che avranno nei confronti del mezzo
aspettative del tutto diverse da quelle dei loro predecessori. Lo dimostrano almeno due
fenomeni cinematografici recenti: l'ultimo episodio di Guerre stellari -- o meglio il
primo, secondo George Lucas -- e l'horror indipendente Blair Witch Project (vedi articoli
collegati).
Ma vediamo prima, settore per settore, in quali modi Internet sta
plasmando il futuro del cinema. Per la piu' esaustiva rassegna delle novita'
sull'industria cinematografica nell'era di Internet, assolutamente da leggere il dossier
di Wired (http://www.wired.com/wired/5.11/hollywood.html).
La promozione
Qui Internet ha gia' compiuto passi da gigante, costringendo anche le
major hollywoodiane a fare i conti con la sua potenza (oltre che con il suo potenziale).
Non c'e' casa cinematografica, grande o piccola che sia, che non vanti il suo sito, e
ciascun film ha il suo personale indirizzo web, dove trovare informazioni sul cast, note
di produzione, interviste ai protagonisti, recensioni e curiosita'. Ogni nuova uscita
cinematografica viene inoltre registrata (con il corollario di informazioni di cui sopra,
anche se vagliate in modo piu' obbiettivo) dalle centinaia di siti dedicati al cinema in
generale e dalle molte riviste online per cinephile.
Ma questo e' solo l'ABC. In concomitanza e soprattutto come
anticipazione dell'uscita di un film, vengono messi in Rete trailer e foto di scena in
anteprima, ma anche forum con gli interpreti principali, pettegolezzi, e chi piu' ne ha
piu' ne metta. Quando poi non si orchestra un'intera campagna promozionale online, creando
un'attesta spasmodica e un seguito di accoliti, intessendo leggende apocrife e rilasciando
sapientemente "soffiate", secondo quella mescolanza di realta' e finzione che
qui funziona a vantaggio di chi vuole promuovere il proprio prodotto cinematografico, con
il contributo attivo dei cybernauti che spesso affiancano ai siti ufficiali quelli di loro
creazione.
Internet e' anche un importante veicolo di merchandising: per tutti i
film di grande budget che prevedono l'emissione sul mercato di gadget a tema, il sito
ufficiale Internet e' un prezioso ed economico canale di vendita che elimina il costo di
allestire un punto vendita, e consente di realizzare inventari in tempo reale. Fra gli
altri vantaggi di Internet come strumento promozionale ci sono il targeting del messaggio,
facilitato proprio dal costante feedback dei cybernauti, e l'abbattimento dei costi del
piano media: la gestione di un sito Internet costa infatti assai meno dell'acquisto di
decine (centinaia?) di spazi pubblicitari su stampa e TV. Se per le case cinematografiche
hollywoodiane Internet funziona ancora soltanto come "sostegno esterno" alle
campagne tradizionali, per i piccoli produttori puo' rappresentare l'unico veicolo
promozonale: e casi clamorosi come quello di Blair Witch Project ne testimoniano la
sorprendente efficacia.

Inoltre, poichè nessun settore piu' di quello cinematografico ha
bisogno di essere promosso in forma di entertainment, Internet puo' svolgere l'incarico
molto meglio di una locandina o di una pubblicita' sulla carta stampata: la sua
flessibilita' creativa e' superiore, tant'e' che dalla promozione di film creati per il
grande schermo si sta rapidamente passando alla confezione di film direttamente per la
Rete.
La produzione
C'e' speranza per tutti coloro che fino ad oggi non avevano i mezzi per
produrre da soli il proprio film: "Con un paio di milioni di lire tra computer e
software e una videocamera digitale (...) che produce direttamente su bit si puo'
allestire l'intero ciclo produttivo di un film", ha sentenziato la rivista di cinema
Ciak. Per 1500 dollari ci si puo' comprare la Mpeg Camera della Hitachi (http://www.mpegcam.com/) e iniziare a girare: 20 minuti
di video formato Mpeg e 4 ore di audio digitale.
Come già accennato, l'abbattimento dei costi non riguarda solo la
confezione del prodotto in se', ma anche la possibilita' di effettuare ricerche di casting
e di location in Rete, di raccogliere fondi (magari internazionali) attraverso Internet,
di gestire un set tramite lo scambio di comunicazioni via e-mail. Persino un illustre
membro della vecchia guardia cinematografica come Gillo Pontecorvo, oggi presidente di
Cinecitta' Holding, sta lavorando ad un progetto telematico di scambio di risorse e idee
con registi e produttori internazionali.
Naturalmente esistono gia' vari siti per insegnare il know how
necessario agli aspiranti cineasti: ad esempio Webcinema (www.webcinema.org), fondato dal regista-produttore
indipendente Jonathan Sarno, che organizza anche periodiche raccolte di fondi per aiutare
i colleghi in difficolta', o Drums (www.sprint.com/drums),
gestito dall'azienda di telecomunicazioni americana Sprint, che offre un
"pacchetto" produttivo agli aspiranti Fellini della Rete.
Esistono anche veri e propri festival del filmato prodotto per
Internet: ad esempio, in Italia, il Videor (www.sincretech.it/more),
in Francia il Fifi (raggiungibile attraverso l'indirizzo www.internet-film.org), il cui ideatore, Vincent
Thomas, sostiene che "il cinema sta vivendo su Internet una stagione simile a quella
del suo debutto sul grande schermo". Il sito americano "D.film" (http://www.dfilm.com) si candida a diventare il Festival
di Cannes dei Web-movies: ci sono gia' vari cortometraggi assai interessanti.
Fra i film prodotti direttamente per la rete vale la pena citare
l'americano The Last Broadcast" (http://www.tebweb.com/lastbroadcast/),
costato appena 900 dollari, un documentario sulla strana morte di due produttori
televisivi, rappresenta l'ultima frontiera della lavorazione digitale "fatta in
casa"."The Last Cowboy" (http://www.thelastcowboy.com)
e' un film digitale realizzato da uno studio tedesco. Nel sito si trovano anche link alle
tecnologie necessarie per sviluppare video del genere.
La distribuzione
E' di questi giorni la notizia che The Quantum Project, un film di
un'ora ricco di effetti speciali e grafica elettronica, debuttera' in Rete prima che nelle
sale cinematografiche, al sito www.sightsound.com:
come un film pay per view trasmesso dalle TV via cavo, sara' visibile dietro pagamento,
potra' anche essere archiviato nel proprio PC (ad un costo superiore alla singola
visione). Ma gia' nel lontano '97 l'American Film Institute (www.afionline.com) consentiva di visionare in Rete il
film di Chaplin The Rink, e Edward Vilga, un regista emergente autore di "Dead
broke", davanti alle mille difficolta' nel far distribuire il suo film in sala, lo
aveva consegnato alla Rete, attirando cosi' l'attenzione di Francis Coppola (che deve
avere individuato in lui la sua "ragazzina dell'Ohio").
Il noleggio di video attraverso il computer per la visione in Rete sta
diventando una pratica frequente negli Stati Uniti (vedi articoli collegati), al punto che
anche la catena Blockbuster (www.blockbuster.com)
ha dovuto aggiungere alla sua offerta di cassette per uso domestico quella di corti da
visionare direttamente online. Il sogno dei film trasmessi via rete e' sempre piu' vicino
grazie al software NetShow 2.0 (http://www.microsoft.com/ntserver/netshow/)
della Microsoft. E' il video-on-demand via Internet (in inglese).
Inutile dire che il noleggio attraverso la Rete per la visione a casa
e' gia' notizia vecchia: da www.reel.com a www.totale.com a www.bodagw.com, per non parlare
dell'immancabile Amazon (www.amazon.com), i videostore
virtuali sono ormai innumerevoli. Anche l'Italia si adegua: il sito www.xoom.it, ad esempio, ha appena annunciato l'offerta di
una cinquantina di filmati digitalizzati per la trasmissione streaming in Rete.
La distribuzione
Internet e' la via del futuro soprattutto per quei cineasti in erba che
non possono permettersi di distribuire il proprio parto creativo attraverso i canali
tradizionali, dalle sale cinematografiche alle tv via cavo ai videonoleggi: cosi'
centinaia di registi emergenti (ma anche qualcuno gia' noto, come Spike Lee in America o
Giulio Base in Italia) affidano le loro creature a siti specializzati nella distribuzione
di filmati inediti, da VDO-Indies (www.vdoindies.com),
un network che si occupa anche di sottoporre i video all'attenzione di potenziali
acquirenti online, a New Venue (www.newvenue.com),
una specie di archivio di filmati girati solo per la Rete.
Il limite e' quello dell'ampiezza di banda delle attuali linee
telefoniche, e della scarsa potenza dei pc della maggior parte degli utenti Internet. Ma
co ogni probabilità si tratta di un limite facilmente superabile, considerata la
velocita' del progresso informatico, e la voracita' di aggiornamento tecnologico dei
cybernauti.
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