Il test del bravo filosofo
relativista
A cura di Alessandro Lanni
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Chi ritiene di far parte della "quinta colonna alleata di Bin
Laden e soci" (Panebianco docet)? Vale a dire: chi conosce a
menadito la koine' filosofica degli ultimi decenni? Facciamo
un esperimento: proviamo a contarci.
Per gioco, abbiamo scelto una serie di passi piu' o meno celebri,
che, con un po' di approssimazione - ne siamo consapevoli - possono
essere raccolti sotto il comprensivo ombrellone del postmodernismo
contemporaneo. Molti stili differenti degli ultimi due secoli della
filosofia occidentale: nichilismo, ermeneutica, decostruzione e
giochi linguistici, rivoluzioni scientifiche, anything goes e
post filosofia. Ad ogni brano corrisponde un padre nobile:
indovinate quale (a fine pagina troverete le soluzioni, l'ordine
scelto per le citazioni e' strettamente casuale).

Attenzione: chi riconoscera' tutti gli autori dimostrerà di essersi
formato sui testi che hanno messo in pericolo quest'ultimo scorcio
della storia umana e verra' arruolato d'ufficio tra i distruttori
dell'Occidente. Come si suol dire: uomo o donna avvisato, mezzo
salvato.
1 Dio e' morto?
«L'uomo folle balzo' in mezzo a loro e li trapasso' con i suoi
sguardi: "Dove se n'e' andato Dio?" grido' ve lo voglio
dire! L'abbiamo ucciso - voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini!
Ma come abbiamo fatto? Come potremmo vuotare il mare bevendolo fino
all'ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strofinare via
l'intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra
dalla catena del suo sole? Dov'e' che si muove ora? Dov'e' che ci
muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non e' il nostro un eterno
precipitare? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse
vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo
spazio vuoto? - non si e' fatto piu' freddo? Non seguita a venire
notte, sempre piu' notte? Non dobbiamo accendere lanterne la
mattina? Dello strepito dei becchini mentre seppelliscono Dio, non
udiamo ancora nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina
putrefazione? Anche gli dei si decompongono! Dio e' morto!»
Risposte:
a) Friederich Nietzsche
b) Woody Allen
c) Karl Marx

2 La scienza e' un collage
«Non esiste un solo modo di conoscere, vale a dire la scienza,
ce ne sono molti altri e (prima di essere distrutti dalla Civilta'
Occidentale) erano validi, nel senso che mantenevano la gente viva e
rendevano la loro esistenza comprensibile. La stessa scienza
presenta le parti in conflitto tra loro, ognuna con strategie,
risultati, abbellimenti metafisici differenti dalle altre: e' un
collage, non un sistema.»
Risposte:
a) Piero Angela
b) Paul Feyerabend
c) Enrico Fermi
3 Ogni linguaggio fa parte di una forma di vita
«Ma quanti tipi di proposizioni ci sono? Per esempio:
asserzione, domanda e ordine? - di tali tipi ne esistono innumerevoli:
innumerevoli tipi d'impiego di tutto cio' che chiamiamo
"segni", "parole", "proposizioni". E
questa molteplicita' non e' qualcosa di fisso, di dato una volta per
tutte; ma nuovi tipi di linguaggio, nuovi giuochi linguistici, come
potremmo dire, sorgono e altri invecchiano e vengono dimenticati
(...) qui la parola "giuoco linguistico" e'
destinata a mettere in evidenza il fatto che il parlare un
linguaggio fa parte di una attivita'.»
Risposte:
a) Roland Barthes
b) Mina
c) Ludwig Wittgenstein
4 Sguardi incommensurabili
«Cio' che differenziava le varie scuole non era questo o quel
difetto di metodo - tutte erano "scientifiche" - ma cio'
che chiameremo le loro incommensurabili maniere di guardare al mondo
e di praticare la scienza in esso. L'osservazione e l'esperienza
possono e debbono limitare drasticamente l'ambito delle credenze
scientifiche ammissibili, altrimenti non vi sarebbe scienza; ma non
sono in grado, da sole, di determinare un particolare insieme di
tali credenze. Un elemento arbitrario, composto di accidentalita'
storiche e personali, e' sempre presente, come elemento costitutivo,
nelle convinzioni manifestate da una data comunita' scientifica in
un dato momento.»
Risposte:
a) Thomas Kuhn
b) Umberto Eco
c) Philip Dick

5 Non esistono fatti, ma solo interpretazioni
«Anche la comprensione, in quanto apertura del Ci, riguarda
sempre l'essere-nel-mondo nella sua totalita'. In ogni comprensione
del mondo e' con-compresa l'esistenza, e viceversa. Ogni
interpretazione si muove nella struttura del "pre" che
abbiamo descritta (in passi non citati, ndr). L'interpretazione, che
e' promotrice di nuova comprensione, deve aver gia' compreso
l'interpretando. Si tratta di un fatto gia' notato da tempo, benche'
solo nell'ambito delle forme derivate di comprensione e di
interpretazione come l'interpretazione filologica. (...) Ma se
l'interpretazione deve sempre muoversi nel compreso e nutrirsi di
esso, come potra' condurre a risultati scientifici senza avvolgersi
in un circolo, tanto piu' che la comprensione presupposta e'
costituita dalle convinzioni ordinarie degli uomini e del mondo in
cui vivono? Le regole piu' elementari della logica ci insegnano che
il circolo e' circulus vitiosus. (...)
Ma se si vede in questo circolo un circolo vizioso e se si mira
ad evitarlo o semplicemente lo si sente come un'irrimediabile
imperfezione, si fraintende la comprensione da capo a fondo.
(...) L'importante non sta nell'uscir fuori dal circolo, ma nello
starvi dentro nella maniera giusta.»
Risposte:
a) Alessandro Bergonzoni
b) Martin Heidegger
c) Il Grande Boh
Soluzioni:
1. ehcsztein; 2. dnebareyef; 3. neitsnegttiw; 4. nhuk; 5. reggedieh.
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