Caffe' Europa
Attualita'



Qualcosa di folle e indefinibile



Licia Maglietta con Antonia Anania



Articoli collegati:
Qualcosa di folle e indefinibile
Le relazioni al tempo della guerra
La guerra e le ragioni del cuore
Ipotesi di caldo
La verità, vi prego, sull'amore
Ma in che cosa sbagliamo?


Dietro le quinte di Delirio amoroso, il monologo col quale porta in scena da sei anni Alda Merini e i suoi testi d’amore e follie (vd. http://www.caffeeuropa.it/
attualita03/151teatro-delirio.html
), Licia Maglietta incontra molte persone che si complimentano, la ringraziano, le regalano persino del vino. I suoi occhi da cerbiatta brillano, lo sguardo è intenso, la voce pacata, i modi gentili e divertiti.

E’ una donna ironica che ha voglia di sperimentare, e così dopo aver interpretato casalinghe desiderose di libertà (Pane e tulipani del 1999) e single acrobate (Le acrobate del 1997), da venerdì 19 ottobre Licia è al cinema nel ruolo di una cattiva Clitennestra dei giorni nostri, napoletana e pure camorrista. In un film -Luna rossa di Antonio Capuano- che tra le altre cose rivisita e attualizza la trilogia tragica dell’Orestea di Eschilo, dove Clitennestra è una madre snaturata che fa ammazzare il marito, si mette col cognato e prende il potere. Ragion per cui viene ammazzata dal figlio.

A teatro invece la ritroveremo a novembre, con un altro monologo, L’uomo atlantico, tratto da due racconti di Marguerite Duras, sempre riadattati dall’attrice. A Caffè Europa Licia Maglietta parla di sé, di amore, donne e amicizie, passeggiando di notte per le strade di Roma.

Che cosa hanno in comune Licia Maglietta, Alda Merini e Marguerite Duras?

La prima risposta che mi viene in mente è "l'ironia", la seconda è “questa prodigiosa sensazione che mi tiene attratta alla vita”, per ripetere le parole di Alda.

Se dovesse fare il critico di se stessa come penserebbe di aver recitato questa sera?

Difficile, no, non ci riuscirei. Quando recito al cinema o rivedo le scene già filmate sono un’eterna criticona di me stessa ma a teatro non riesco proprio a diventarlo, forse perché la recitazione in palcoscenico è una passione troppo forte che non mi permette un’analisi critica e razionale. E anche perché a teatro ogni sera lo spettacolo è diverso, in continuo divenire, difficile da acchiappare e quindi da definire.

Vinicio Capossela in una canzone si chiedeva Che cossè l’amor, lei come risponde?

Qualcosa di cui non sappiamo il significato. E poi non sono brava a dare definizioni.

Alda Merini ama in modo folle, delirante, totale… e Licia Maglietta come ama?

Allo stesso modo. Alda dice che “gli amori possono essere di tanti tipi: coercitivi, energici, tipo plenilunio, tipo abbandono totale, tipo suicidio. Ma quello che più mi piace è l’amore trionfante della follia, e la follia è una donna”: credo che tutte le donne, anzi tutti gli uomini intelligenti amino in maniera pazza.

Rispetto ad altre attrici lei è diventata famosa da quarantenne: come se lo spiega, ha fatto più gavetta?

Non è stata una gavetta, è stata una strada che ho scelto con convinzione per cui ho lavorato sempre con le persone che sceglievo io -come Carlo Cecchi e Mario Martone- e con le quali lavoro ancora, per esempio in Luna rossa recito accanto a Carlo Cecchi e Toni Servillo. La fama non è mia, me la danno gli altri, anche se allo stesso tempo è una conquista.

Sulla scena lei si muove, disegna cerchi con le braccia… quale dei gesti o dei movimenti che esegue in Delirio amoroso possono dare un’idea di quelli quotidiani di Alda Merini?

In realtà nessuno dei gesti che faccio in scena è tipico di Alda. Questo spettacolo nasce da un lavoro mio autentico: è vero che interpreto Alda che racconta la sua storia ma è anche vero che all’inizio ho avuto un grande pudore a farlo, a essere partecipe del suo dolore. Poi vedendo che lei stessa era divertita ed entusiasta all’idea di mettere in scena le sue poesie, ho continuato nel lavoro di stesura e messinscena. Ma certamente non avrei interpretato Alda in questo modo se non avessi conosciuto il suo modo ironico di mettere distanza tra se stessa e il suo enorme dolore.

 

Alda Merini l’ha vista recitare? Che cosa pensa dello spettacolo?

Ogni volta che poteva, Alda veniva a vedermi. Anche quest’anno nella tappa di Milano era a teatro un giorno sì e uno no. Così a spettacolo terminato saliva sul palco e diceva alcune parole. Lei è felice di Delirio amoroso, e come in una sorta di transfert crede che io sia lei da giovane.

E lei invece che cosa crede?

Che ci sia stato effettivamente un riconoscimento: sento Alda affine, perché c’è una parte di lei che riconosco in me. Ecco, la riconosco, come capita in amore quando si riconosce l’amato.



Articoli collegati:
Qualcosa di folle e indefinibile
Le relazioni al tempo della guerra
La guerra e le ragioni del cuore
Ipotesi di caldo
La verità, vi prego, sull'amore
Ma in che cosa sbagliamo?


Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui

Archivio Attualita'


homearchivio sezionearchivio
Copyright © Caffe' Europa 2001

 

Home | Rassegna italiana | Rassegna estera | Editoriale | Attualita' | Dossier | Reset Online | Libri | Cinema | Costume | Posta del cuore | Immagini | Nuovi media | Archivi | A domicilio | Scriveteci | Chi siamo