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Antiche perversioni, nuovi perversi.



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Questo articolo fa parte di un dossier a cura del sito www.e-sessuologia.it , e viene ripubblicato con l'autorizzazione degli autori.

Antiche perversioni per nuovi perversi. Sembra uno slogan e invece è realtà. Sì, perché le perversioni sessuali sono le stesse del passato, le stesse che nel 1866 vennero raccontate nel primo trattato medico sul tema. Ciò che è cambiato, invece, sono i modi in cui queste perversioni trovano sfogo. E Internet è stata più che una “finestra sul mondo”.

“Giornali, riviste, libri, film pornografici,- dice la professoressa Chiara Simonelli- magari anche sul tema delle perversioni, non sono mai mancati. Ma bisognava uscire di casa e acquistarli. C’era poi la necessità di mettere in atto la fantasia sessuale. E anche per questo occorreva uscire di casa e magari trovare una partner.


Non solo, il perverso si sentiva quasi una mosca bianca in una Società di “normali”. Oggi, con l’avvento di Internet non è più così. Si accende il computer e 24 ore su 24 ci si può immergere nella “perversione”. Rimanendo seduti dentro casa”.

“A questo va aggiunto un altro aspetto importante: chi prima credeva di essere una “mosca bianca” oggi ha trovato una rete popolata da suoi simili, da persone con i suoi stessi gusti, con i quali scambiare informazioni, immagini, con i quali dialogare. Ed ecco che si ritrova a sentirsi “normale” perché circondato da persone che la pensano come lui”.

Cambiano i tempi, le modalità, i mezzi. “Prendiamo ad esempio i voyeristi, cioè quelli che amano guardare, spiare gli altri. Non devono più appostarsi dietro un cespuglio: oggi possono guardare persone che fanno l’amore sul video grazie alle webcam, possono spiare le chat line erotiche. In alcuni casi è un “surrogato” della perversione ma è comunque un modo per soddisfare i propri impulsi”

“Le otto categorie di parafilie più comuni sono la pedofilia, l’esibizionismo, il voyerismo, il masochismo sessuale, il sadismo sessuale, il feticismo, il travestimento e il frotterismo. Otto categorie che trovano ampio spazio in Internet. Ma non tutte usano gli stessi canali. I pedofili, ad esempio, non si rivolgono mai a siti come e-sessuologia per porre interrogativi. A differenza delle altre categorie vivono questa perversione in modo tutto particolare, molto più nascosto e mascherato e non si rivolgono certo al sessuologo per porre domande”.



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