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Questo articolo fa parte di un dossier a cura del sito www.e-sessuologia.it , e viene ripubblicato con l'autorizzazione degli autori.

Paurosi, curiosi, fantasiosi, alcuni perversi, altri inibiti, altri ancora “semplicemente normali”. Ma tutti, proprio tutti, assolutamente sinceri. E’ il popolo di Internet, di chi usa il web per fare sesso e per parlare di sesso. Di chi, in queste prime 1000 ore di attività del sito www.e-sessuologia.it  (il primo osservatorio sulla sessuologia in Italia, nato all’interno del portale di medicina www.e-salute.it ) ha affidato alla rete i suoi dubbi, le sue paure, le sue domande. E il ritratto che ne emerge è netto: a Internet si confidano cose che nemmeno al medico, nello studio, si ha il coraggio di dire.

“La schiettezza, la sincerità, l’uso di parole dirette: sono queste le caratteristiche del popolo di Internet- dice la professoressa Chiara Simonelli psicologa, psicoterapeuta, sessuologa, docente di Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma “La Sapienza”, Direttore Scientifico e docente dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, Presidente della Società Italiana di Sessuologia Scientifica.

Professoressa Simonelli, perché affidare a Internet una “confessione”, un dubbio?


L’anonimato aiuta. Ci si rivolge ad Internet perché non bisogna esporsi in prima persona. E non necessariamente nei casi in cui si ha la necessità di “confessare” una perversione o una fantasia sopra le righe ma anche nei casi in cui si vuole fare una domanda banale. Chi avrebbe il “coraggio” di andare dal medico e chiedere come ci si masturba? Noi pensiamo che i ragazzi, ma anche gli adulti, sul sesso ormai sappiano tutto. Non è così. E le domande che ci sono arrivate lo confermano.

E’ possibile tracciare un identikit di chi si è rivolto al sito?


No completamente . In genere conosciamo l’età e il sesso, perché lo dicono, e si tratta di informazioni veritiere. Così possiamo dire che sono soprattutto i giovani a scrivere, l’età media è tra i 30 e i 40 anni ma non mancano domande dalle altre fasce d’età come i giovanissimi e gli ultrasessantacinquenni. Sono principalmente uomini ma il numero delle donne che scrive è in crescita. Non saprei , invece, dire che lavoro fanno, che tipo di ruolo sociale occupano. Posso intuire dal linguaggio o dal modo con cui scrivono o da un’inflessione dialettale nel testo se hanno o meno un buon livello culturale o se sono del Nord o del Sud ma niente altro. Quello che possiamo fare con sicurezza è l’identikit delle domande che, a grandi linee, vanno suddivise in due grandi gruppi: le domande su temi semplici poste per non conoscenza e le “confessioni” di comportamenti sopra le righe.

Dalle “confessioni” che italiano viene fuori?


C’è una fisionomia di “normale” che chiede di essere “normale”. Sono persone dalla vita apparentemente irreprensibile, che vivono in una coppia regolare, con abitudini regolari e comportamenti regolari. Ma che in realtà sognano, o praticano (ovviamente all’insaputa del partner) attività tutt’altro che regolari.

Qual è l’atteggiamento nuovo, il comportamento che sta emergendo?


E’ in crescita quello dei cosiddetti “forsennati del sesso”. Quelle persone cioè che sono come drogate dal sesso, che devono avere un numero elevatissimo di rapporti sessuali. A prima vista potrebbe sembrare il ricalcare un modello americano da rivista scandalistica ma non è così. Anche in Italia è in aumento ed è un problema reale. Perché come tutte le dipendenze , pensiamo all’alcool, al cibo, alla droga anche quella del sesso indica come alla base ci sia un profilo comportamentale di dipendenza. Si tratta comunque di soggetti “a rischio” che hanno scelto il sesso come oggetto di dipendenza.

Perché confidare a Internet le proprie fantasie o perversioni sessuali?


Innanzitutto perché dall’altra parte del terminale c’è un esperto dal quale ti aspetti una risposta esauriente e su basi scientifiche. Ma soprattutto perché è forte il bisogno di sentirsi dire, da una persona competente, che sei “normale”. Oggi il sesso viene vissuto diversamente da prima: è arrivato ormai il messaggio che la sessualità è una parte importante della vita e che ognuno ha diritto a una vita sessuale piena e soddisfacente. E se la mia vita sessuale è fatta soprattutto di fantasie sopra le righe o perversioni sento la necessità di sentirmi dire che sono “normale”, cerco quasi un’autorizzazione ad andare avanti.

Perché un perverso non viene a studio?


In molti casi chi vive una parafilia, cioè una perversione, è una persona in sintonia con se stessa. L’equilibrio salta quando gli altri lo fanno sentire diverso oppure quanto la parafilia prende il sopravvento e la persona la vive con sofferenza. Nella maggior parte dei casi, però, non c’è il desiderio di essere curati e per questo non ci si rivolge al medico. A questo aggiungiamo il fatto che non deve essere semplice guardare negli occhi un’altra persona e confidarle una perversione. Internet aiuta.

Internet come finestra sul mondo. Ed ovviamente sul sesso. Ci sono nuove tendenze anche nel campo delle fantasie e delle perversioni?


Le perversioni sono sempre le stesse. Però è cambiato il mezzo con il quale esprimerle. Faccio un esempio: le webcam e cioè le piccole telecamere collegate al computer. Vengono poste nei punti più impensabili della casa, primo fra tutti il bagno. Le perversioni legate agli escrementi sono esistite da sempre, Internet consente di esplicitarle rimanendo in casa. Oppure l’esibizionismo o il voyerismo: non serve più uscire, non occorre appostarsi dietro un cespuglio. Volendo si rimane in salotto. Grazie alla webcam ci si può mostrare oppure si possono seguire sul monitor performance sessuali di altri oppure si possono “sbirciare” due mentre chattano.

Internet ha cambiato il modo di fare, o sognare, il sesso?

Certamente rappresenta la terra di tutte le fantasie. E questo è positivo. L’anonimato di una chat line ti permette di interpretare il personaggio che vuoi. Ti puoi spacciare per chiunque, ti puoi descrivere come vuoi, puoi fare sesso virtuale senza tabù. Ma soprattutto puoi interpretare il personaggio che ritieni essere vincente.

Internet è, da definizione, strumento da singoli. Si naviga per ore stando davanti alla tastiera in perfetta solitudine. Magari cercando l’anima gemella con la quale fare sesso. Ma la coppia, spento il computer e tornati alla vita reale, non ne risente? Oppure tanta libertà in rete fa sì che lo stesso atteggiamento disinibito si porti anche sotto le lenzuola?

No, la libertà sessuale è regalata solo al web. E Internet è considerata quasi una “perversione” da tenere nascosta. E’ raro che una persona che trascorre ore su una chat line erotica lo confessi al proprio partner o ad un medico. Mentre è meno raro che chi sta per ore sui siti erotici alla fine si “accontenti” di quello e non cerchi più sotto le lenzuola il partner.

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