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Ma lo Stato ha ancora una funzione

Norberto Bobbio



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Caro Manconi,

ho letto attentamente e lentamente, per un progressivo indebolimento della mia vista che procede parallelamente all'indebolimento del mio ormai vecchio e logoro organismo, il tuo testo su ecologia e terza sinistra. Sono totalmente d'accordo con te sulla funzione emancipatoria, e quindi di sinistra, dell'ambientalismo (sebbene ci sia anche un ambientalismo tradizionalista che appartiene alla destra) e mi rallegro dei risultati raggiunti, ad esempio, nella politica energetica e di quelli che potranno continuare a essere raggiunti in futuro, perché la consapevolezza dei pericoli che corre questa nostra povera aiuola su cui siamo costretti a vivere, consapevolezza che è stata la grande scoperta dei "Verdi", è ormai entrata a far parte irrinunciabile, anche se ancora in gruppi antiveggenti di pochi, dell'azione politica del futuro. Politica di sinistra, ripeto, perché sono pienamente d'accordo con te che la funzione della sinistra, sia prima, seconda o terza, è essenzialmente emancipatoria.

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Permettimi però di fare il bastian contrario almeno su due punti fondamentali del tuo testo che mi stanno particolarmente a cuore: l'antistatalismo, che mi pare spinto a conseguenze estreme, e la precedenza assoluta dei diritti individuali sui diritti sociali. Riguardo al primo punto, io sono meno antistatalista di te, perché ritengo che la formazione degli stati moderni, sulla frammentata società feudale, abbia avuto la funzione di unificare genti disperse in continua guerra tra di loro e di dar vita alla Europa moderna, che non a caso tende a diventare essa stessa uno Stato (l'assenza di uno Stato europeo ha avuto pieno risalto recentemente nel confronto con la potenza americana, che ha il privilegio di un comando unico indispensabile nei momenti di crisi). Ritengo che la funzione dello Stato sia ancora attuale nell'età della globalizzazione selvaggia, in cui il potere unificante rischia di diventare sempre più quello dei grandi gruppi economici e finanziari, ancor meno controllabili degli stati sovrani.

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Con questo non voglio negare che lo spazio del potere politico possa e debba essere ridotto. Ridotto, ma non completamente annullato, come mi pare di capire dal tuo testo, anche se nelle ultime pagine compare una rivalutazione del ruolo dello Stato. Non ho nessuna difficoltà ad ammettere che lo Stato rinunci ad amministrare le poste o le ferrovie. Non sono sicuro che la riduzione dell'intervento statale valga anche per due servizi pubblici fondamentali come la sanità e l'istruzione. Tu stesso ammetti limiti alla sovranità del mercato che "mostra una selvaggia natura darwiniana" e che ha sostituito quella dello Stato. Dove sono questi limiti? La risposta a questa domanda caratterizza la sinistra, prima, seconda o terza, rispetto alla destra. La terza sinistra, se vuole ancora dare un senso a questa parola così spesso male adoperata, "sinistra", deve pur fare i conti, non solo con le sinistre tradizionali ma anche, soprattutto, con la destra. Mi piacerebbe che la linea di demarcazione tra la sinistra, quale essa sia, e la destra che va all'assalto delle nostre posizioni tradizionali, fosse più netta. Se sbaglio, ti prego di rettificare il mio errore. Probabilmente, pur avendo letto attentamente le singole parti del tuo discorso, può essermi sfuggita la veduta d'insieme.

Quanto alla seconda osservazione, pur essendo perfettamente d'accordo sull'importanza originaria ed essenziale dei diritti individuali, non sarei così drastico nel respingere i diritti sociali. I diritti sociali, che sono entrati a far parte delle costituzioni moderne ed anche dei documenti internazionali, non sono un'aggiunta superflua e addirittura ingombrante, perché, a guardar bene, sono la condizione necessaria per una maggiore garanzia dei diritti individuali: una persona malata, che non può disporre di un servizio sanitario nazionale, è meno libera di una sana: l'ignorante che non può avvantaggiarsi di una pubblica istruzione estesa a tutti è meno libero di un uomo colto. Non sono obiezioni, ma soltanto dubbi che agito tra me e me in questi anni in cui l'antistatalismo è diventato la bandiera di una destra senza tanti scrupoli egualitari, che dovrebbero essere secondo me propri di qualsiasi sinistra.

La lettura del tuo testo, nonostante i dubbi che mi sono sorti qua e là, è stata molto istruttiva, anche per il riferimento ad opere che non conoscevo. Dimenticavo il tema della mediazione, che occupa anche per me un posto di rilievo nell'agire politico.




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