Chaque epoque reve la suivante (Ciascuna
epoca sogna quella successiva, Jules Michelet, storico)
Diciamoci la verita', ora questo baco ci fa proprio ridere. Eppure fino alle 23 e 59
del 31 dicembre 1999 era lui a rappresentare tutte le ansie di questa fine millennio. Ma
siccome avevamo riso per secoli di quel "Mille e non piu' mille" non volevamo
fare pure noi, come era successo ai nostri antenati, una figura barbina. Quindi, da bravi
contemporanei, tecnologici, informatici, cybernauti, ci siamo nascosti dietro al baco.
Un insetto - ma elettronico, perche' siamo moderni - che minacciava di sconvolgere il
mondo informatizzato. Ma i computer non sono impazziti: non hanno sganciato bombe nucleari
sul pianeta, non hanno azzerato i nostri conti bancari, ne' hanno mandato in tilt citta'
intere. Qualche problema c'e' stato, ma nessuna catastrofe, nessuna delle apocalissi
annunciate.

In realta' il millennium bug, un problema prettamente informatico, e' stato negli
ultimi mesi caricato di significati che andavano al di la' del semplice cambiamento di
data di un computer o di un sistema informatizzato. Se ne sono rese conto negli ultimi
tempi anche le autorita' americane. L'isteria collettiva (ansia da carenza di
combustibile, panico per la possibile mancanza di corrente elettrica, stress da
approvvigionamento) aveva toccato vette superiori alle aspettative e alla fine il governo
statunitense ha cercato di fare marcia indietro, tranquillizzando le masse: "Calmi,
non ripiomberemo in un nuovo Medioevo".
Gia' il Medioevo. Perche' si dovrebbe mai temere di ritornare nell'era piu' oscura
della civilta' occidentale? Eppure questo medievalismo di ritorno, un'aura oscura e
primitiva che sembra ammantare le nuove tecnologie, e' stato ampiamente coccolato dalla
macchina dei mass media. Basta pensare che in Italia, fino ad almeno un anno fa, Internet
era evocato da Tv e giornali solo ed esclusivamente se un malaugurato ragazzino finiva nel
mirino di qualche pedofilo cybernauta o se uno scriteriato navigatore della Rete finiva
all'ospedale per aver trascorso, ipnotizzato dal video, giornate intere davanti al
computer.
Era lecito a quel punto che la casalinga di Voghera pensasse a Internet come a una
perversione sessuale contemporanea, a una droga allucinogena o a un mostro fagocitante
l'anima. Valle a spiegare che, volendo, i maniaci possono contattare gli ingenui pargoli
anche attraverso l'innoquo vecchio telefono. Spiegale poi che anche stare 24 ore davanti
all'oblò di una lavatrice manderebbe chiunque stravolto all'ospedale.

La demonizzazione della tecnologia, e di Internet in particolare, nasce sicuramente
dall'ignoranza dei mezzi di informazione, ma negli ultimi tempi ha coinvolto anche la
letteratura e il cinema. Negli Stati Uniti imperversano i libri di tecno-fantascienza, un
filone che mescola paure millenarie e ansie cybernaute. E i film piu recenti, si pensi a
Matrix, ma anche all'italianissimo Nirvana, sono ben rappresentate le paure dell'uomo
contemporaneo davanti alle novita' tecnologiche.
In particolare in Matrix le macchine sono rappresentate come mostruosi e orripilanti
insetti dalle mille gambe che per sopravvivere si nutrono dell'energia dell'uomo,
coltivando piccoli feti umani per poi cibarsene. Insomma molto simili a come e' stato
rappresentato in questi mesi il famoso baco del millennio. L'incubo di Keanu Revees,
programmatore informatico in balia di un mondo virtuale, e' in fondo quello dell'homo
simplex davanti al computer: riusciro' a dominare questa macchina o sara' lei a dominare
me?
Il mondo in cui si aggira il protagonista del film sembra ripiombato in un'era oscura,
una specie, appunto, di Medioevo: stracci al posto dei vestiti, astronavi che sembrano
costruite con la mercanzia di un ferrovecchi. E pure la trama e' infarcita di riferimenti
all'antico: Reeves e' "l'eletto" chiamato, ovviamente, a salvare il mondo,
l'amico di Reeves si chiama Morpheus, Morfeo.
Che cambiamento rispetto alle luminose visioni cinematografiche del futuro dei film
degli anni '60 e '70, quando capolavori come 2001 Odissea nello Spazio o serie cult come
Star Wars e Star Trek ci proponevano un futuro tecnologico luminoso, pulito, quasi
asettico(si pensi all'armonia cosmica dell'astronave immaginata da Kubrick o all'infantile
giocosita' dei costumi dell'equipaggio di Star Trek). Allora le intelligenze artificiali -
ne eravamo sicuri - avrebbero aiutato l'uomo nelle sue sorti magnifiche e progressive.
Ma in questo inizio millennio sembra prevalere l'incubo di essere risucchiati dal
mostro che si annida dentro ogni computer. E non dall'uomo che c'e' sempre dietro una
macchina.