Come ogni metropoli che si rispetti anche
Berlino va sempre piu spesso a vedersi al cinema. E accaduto un anno fa con
Lola corre, accadra a Natale con limmancabile movie
strappalacrime, sta accadendo in queste settimane con Sonennallee e
Helden wie wir (Eroi come noi), due film che raccontano splendore
e miseria dellaltra Berlino, quella che per trentanni ha vissuto dalla parte
grigia del Muro. Co-sceneggiatore di entrambe le pellicole e Thomas Brussig: classe
1965, berlinese dellest, gia militare, facchino, portiere dalbergo, da
quattro anni semplicemente scrittore grazie al successo repentino e inarrestabile del suo
romanzo Eroi come noi (duecentomila copie vendute solo in Germania, in Italia
edito da Mondadori).
Con Brussig si e imposto sulla scena letteraria tedesca un personaggio atipico,
un letterato attentissimo alla qualita stilistica dei suoi libri, ma anche uno
scrittore che cerca e provoca contaminazioni con altre forme espressive. E
cosi che dal suo primo romanzo e stato tratto lomonimo film diretto da
Sebastian Peterson, ed e cosi che lo stesso Brussig ha collaborato col regista
quarantenne Leander Haussmann alla realizzazione di Sonnenallee (da cui ha poi
tratto in un secondo momento il romanzo Am kurzeren Ende der Sonnenallee,
appena uscito per i tipi di Volk und Welt, pp.164, 28 DM); sempre per la sua
poliedricita Brussig e stato poi praticamente requisito da Edgar
Reitz con cui sta lavorando alla sceneggiatura della nuova serie di Heimat.
Romanzi, cinema, teatro, e poi talk-show, letture pubbliche, interviste su di se,
sul paese, sul secolo, sul mondo; Brussig e giovane, colto, sarcastico senza
risentimento, arguto senza pedanteria; e berlinese al punto e al momento giusto,
e amato a est perche e uno di noi, e letto a ovest
perche non disprezza la way of life della vecchia Bundesrepublik. Ma e
soprattutto lincontrastato astro nascente del firmamento cultural-letterario
tedesco.
A valle del fenomeno Brussig ci sono qualita facilmente spendibili
nellagone dei media, a monte pero ce un portentoso talento
affabulatorio e un libro che quattro anni fa si e imposto come un clamoroso
stop-and-go nel tormentato dibattito intertedesco su cosera, cosa sarebbe dovuta
essere, cosa sarebbe potuta diventare la Repubblica popolare di Ulbricht e di Honecker,
delle Trabant, di Christa Wolf e delle migliaia di dimostranti che nel novembre 89
fecero capire di averne ormai pił che abbastanza. Riunificazione si, riunificazione
no, Ddr da buttare, Ddr che aveva pure il suo lato positivo: su tutto questo Eroi
come noi (tradotto per l'Italia da Marina Bistolfi) stende una volta per tutte la
sua clamorosa e sonora risata rabelaisiana, leco delle sue duecento e piu
pagine di tormenti psico-sessual-andro-ginecologici.

Il modello di riferimento di quello che la Zeit ha salutato come il
tanto agognato romanzo sulla Svolta e chiaro, evidente, nascosto: e il
grande Philip Roth del Lamento di Portnoy. Come il piccolo Portnoy riusciva a
sgattaiolare fuori dalla trimillenaria compattezza dellidentita ebraica,
cosi il giovane Klaus Uhltzscht di 'Eroi come noi' riesce ad aprirsi un varco tra i
tormenti della gloriosa, granitica identita comunista. Si, appunto, ma come?
Il mondo e ovunque, e ovunque ha gli stessi tratti amichevoli, famigliari, scontati.
Il mondo e la vita, anzi la Vita, da cui non ce che una via di fuga: e
il ragazzo infatti scappa, vola in bagno a menarsi luccello.
A New York come a Berlino la vita, anzi la Vita, ruota attorno a una mamma che occupa
tutti gli spazi di tutto il mondo, di tutti i mondi ipoteticamente possibili. A Berlino
come a New York e la parola la miccia che fa deflagrare una storia di serena
frustrazione sessual-famigliare in un ammasso di schegge impazzite, scene grottesche,
personaggi incredibili nella loro assoluta credibilita narrativa. In Roth
ce lAmerica e il mondo, in Eroi come noi la Ddr, la Stasi, e
soprattutto lui, il Muro. Della cui caduta il romanzo di Brussig racconta la vera e
incredibile storia.
Nel successivo romanzo (e nel film che lo accompagna) Brussig addolcisce lo sguardo e
sembra fare (bene, sia nel film che nel romanzo) il verso alle nostalgie nostrane per gli
anni Settanta, in cui tutti eravamo piu puri, piu buoni e soprattutto
piu giovani. Sonnenallee, il film che ha spopolato in decine di sale
berlinesi, presenta quindi la faccia mite della Ddr, uno stato poliziesco ma tollerante,
in cui tutti si spiavano ma nessuno faceva del male a nessuno. E in cui soprattutto
contavano piu gli sguardi della ragazzina della porta accanto che le direttive del
Comitato centrale.
Eroi come noi e anche tutto questo, ma senza la distanza del ricordo
e della nostalgia: e un racconto in presa diretta in cui si sente tutta la furia, la
rabbia, la forza di chi ha scovato unarma piu potente di tutta la retorica che
lo circonda, ed e ben deciso ad usarla. E il protagonista infatti la usera,
anche se a giorni alterni e in direzioni contrastanti: eccolo quindi a sognare un
Occidente in cui tutte le donne hanno le misure delle modelle del catalogo Postal Market,
o ad arruolarsi speranzoso nelle file della Stasi; eccolo sicuro di se e serenamente
convinto di essere il futuro vincitore dei Nobel unificati della pace e della letteratura,
o eccolo invece costretto ad amari bilanci autobiografici del tipo: durante tutta la
puberta non ebbi nullaltro da fare che eliminare le mie erezioni.
Larma non e quindi particolarmente affidabile, comporta effetti collaterali
imprevedibili, ma e sicuro che ce, e potente e che una volta
aggiustata la mira sara in grado di cambiare definitivamente il corso delle cose.
Per il giovane Klaus Uhltzscht lappuntamento con la Storia e fissato il 9
novembre 1989: da settimane in tutta la Germania est si susseguono le manifestazioni di
protesta, pochi giorni prima in Alexanderplatz anche la grande scrittrice ha dato la
propria adesione ai moti di piazza, ormai la folla e arrivata a un passo dal Muro.
Che fare? Le guardie sono sempre li, e i mansueti cittadini della Ddr sono pronti a
fare marcia indietro, per poi raccontare, ancora cinquantanni dopo ai nipoti,
con occhi romanticamente esaltati, che allora erano quasi stati in Occidente. E
invece
e invece il giovane Klaus Uhltzscht si decide finalmente a puntare la sua
unica arma nella giusta direzione: e un attimo, ma tanto basta ai temibili Vopos per
arrendersi alle dimensioni smisurate del suo membro e spalancargli le porte della
liberta occidentale. Chi non crede alla mia storia - puo concludere a
buon diritto il memoriale del protagonista- non potra capire cosa succede in
Germania! Senza di me e tutto senza senso! Perche io sono lanello
mancante della piu recente storia tedesca! E magari non solo tedesca.