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La grande abbuffata

Valentina Furlanetto


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La grande abbuffata televisiva è cominciata, ma se siete ghiotti di film o varietà rimarrete a bocca asciutta: alla tavola 1999-2000 il piatto forte è la fiction, servita in tutte le salse, per accontentare tutti i gusti. Si va dallo sceneggiato a puntate stile anni cinquanta come Commesse al prodotto familiare ma progressista tipo Un medico in famiglia, dalle soap opera di ispirazione americana come Vivere a quelle di matrice partenopea come Un posto al sole. Meglio arrendersi subito: le nostre serate (ma anche pomeriggi) invernali saranno invasi da brigadieri, farmaciste e portinai da piccolo schermo.

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E’ una tendenza ormai inarrestabile quella che sta portando i paesi europei ad autoprodurre prodotti seriali per la Tv, contrariamente al recente passato, quando il grosso della fiction televisiva veniva importato dagli Stati Uniti . Solo nel 1998 Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania, hanno prodotto, da soli o in parternship, ben 5095 ore di fiction (dati Eurofiction, Università di Firenze). Ma perchè quest’insaziabile e improvvisa fame di narrativa seriale nazionale? Innanzi tutto perchè è il pubblico a chiederlo, e si sa, quando il pubblico chiama l’industria risponde: nel 1997 la fiction italiana ha avuto un aumento di pubblico del 16 per cento, e un ulteriore incremento dell’8 per cento nel 1998. Inoltre, i network nostrani hanno dovuto fare i conti con l’aumento dei prezzi di acquisto dei diritti di passaggio cinematografico e di trasmissione degli eventi sportivi, il che ha reso conveniente l’auto-produzione di programmi nostrani.

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Difficile fare paragoni con i prodotti d’oltreoceano. Professionalità, esperienza e mezzi non sono chiaramente gli stessi. E anche i contenuti differiscono non poco: di là i misteri di X-Files e Millennium, di qua le rassicuranti certezze del maresciallo Rocca, da una parte la spumeggiante leggerezza di Friends dall’altra le macchiette domestiche di Baldini & Simoni, dall’America il realismo ansiogeno di E.R.-Medici in prima linea, da noi la paciosa quotidianità di Un medico in famiglia. Ma in fondo ognuno ha i medici, e la fiction, che si merita.

 

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