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Carlo Azeglio Ciampi è nato a Livorno il 9 Dicembre 1920. Dopo i primi
studi dai Gesuiti (Ciampi è da sempre un cattolico praticante), Ciampi si laurea prima in
Lettere, poi in Giurisprudenza. I suoi compagni di studio, alla Scuola Normale di Pisa, lo
ricordano come un allievo modello, serio e rigorosissimo, ma anche sensibile a quanto gli
accadeva intorno: "Il giorno in cui lItalia entrò nella Seconda Guerra
Mondiale - racconta un suo amico di allora - ci alzammo tutti in piedi, alla mensa nel
refettorio della Normale, e intonammo la Marsigliese. Tra coloro che più
convintamente parteciparono a quelliniziativa cera proprio Ciampi".
Giovanissimo, Ciampi milita nelle file del Partito dAzione, e subito dopo comincia
ad occuparsi di economia. Nel 1950, entra in Banca dItalia come
ispettore nelle Marche e in Emilia. La sua carriera, nellistituto di Via
Nazionale, viene coronata nel 1978 dalla nomina a direttore generale. Il grande traguardo,
Ciampi lo raggiunge nel 1979 quando, dopo lo scandalo che travolge i vertici della Banca
dItalia (con larresto di Baffi e Sarcinelli) , viene chiamato al ruolo di
Governatore dellistituto di Via Nazionale, che ricoprirà ininterrottamente per
quattordici anni. Non è un periodo facile, per leconomia italiana.
Nellautunno 1985, Ciampi, già sessantacinquenne, scrive allallora Ministro
del Tesoro Goria di venir sollevato dal gravoso incarico. Goria lo prega di restare.
Analoghe richieste , il Governatore le rivolgerà nel 1987 a Giuliano Amato e nel 1989 a
Guido Carli. Lanno più difficile per Ciampi è probabilmente il 1992. La lira
affonda e la difesa tentata da Bankitalia si rivela inutile: nel mese di Settembre, il
futuro Capo dello Stato scrive a Barucci , ministro del Tesoro del governo Amato:
"Sento di aver terminato la mia corsa". A Novembre, nuova lettera a Barucci:
"Ho informato in via confidenziale il decano del Consiglio superiore della Banca
dItalia della decisione di dimettermi". Ogni volta, il presidente del Consiglio
lo prega di restare. "E una delle persone che più stimo al mondo, un amico
carissimo, un uomo indispensabile per lItalia", confida oggi Giuliano Amato.

Nel 1993, nel pieno della delicatissima fase di transizione tra Prima e
Seconda Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro chiama Ciampi a succedere ad Amato come
presidente del Consiglio. Vi rimarrà per un anno, fino allaprile 1994, quando la
vittoria elettorale del Polo delle Libertà porterà al governo Berlusconi. Da Palazzo
Chigi, Ciampi deve affrontare, oltre al dilagare dellinchiesta su Tangentopoli,
lemergenza economica e loffensiva del terrorismo (con la serie di attentati
del Luglio 1993 contro il patrimonio artistico). Quando la situazione sembra precipitare,
è proprio il sodalizio Scalfaro-Ciampi, corroborato ogni domenica dai lunghi, riservati
incontri a Santa Severa dopo la messa, a dare slancio allazione dellesecutivo.
Nel 1996, viene chiesto a Ciampi di candidarsi alle elezioni, nelle file dellUlivo.
Lui rifiuta: "Sono governatore onorario, e non posso usare la Banca dItalia
come trampolino di lancio per la politica" LUlivo vince, e Romano Prodi chiama
Ciampi a far parte del governo di centro-sinistra, in qualità di ministro per il Tesoro e
Bilancio. Inizia così quel lavoro tenace, a tratti irto di ostacoli, che vedrà Ciampi
adoperarsi per lingresso dellItalia nellEuro: unopera compiuta sia
attraverso il risanamento delleconomia (al fine di raggiungere il rispetto dei
parametri di Maastricht), sia attraverso un paziente sforzo di convincimento dei partners
europei. Alla fine del 1998, quando cade il governo Prodi, è opinione comune che debba
toccare proprio a Ciampi lincarico di formare il nuovo esecutivo. Ma Cossiga blocca
la sua candidatura definendolo un nemico storico della Dc. Lincarico andrà a
DAlema, che riconfermerà immediatamente Ciampi al superministero
delleconomia. Ciampi accetta lincarico dopo qualche esitazione: non è errato
intravedere, dietro le quinte, le amichevoli pressioni di Scalfaro, deciso a non privare a
nessun costo lesecutivo dellapporto prezioso dellex Governatore. Qualche
giornalista sparge la voce che la stella di Ciampi sia ormai al tramonto. Ma,
allinizio del 1999, Veltroni fa il suo nome per il Quirinale. Da allora, gli strali
contro Ciampi si moltiplicano. "E un candidato dellestrema
sinistra", afferma Dini che spesso viene ricordato come suo rivale ai tempi di
Bankitalia. "E sostenuto dai poteri forti", dichiara il 9 Maggio Mastella.
Ciampi replica una sola volta: quando viene adombrata la sua appartenenza alla massoneria.
Il superministro sinfuria e querela il quotidiano che aveva dato spazio a quella
notizia. Appena capisce che la sua candidatura al Quirinale si va consolidando, dice:
"Ho già avuto tanto dal mio Paese. Mi accontento." Forse quellespressione
era sincera, forse, invece, era frutto di accorta scaramanzia. Di certo, a Ciampi ha
portato fortuna

Sposato con Franca Pilla (unemiliana lontana cugina di Prodi) e
padre di due figli, Ciampi non ama la vita mondana. Pochissimi i suoi amici: tra i più
stretti Antonio Maccanico, Andrea Manzella, Giorgio La Malfa, Eugenio Scalfari e Oscar
Luigi Scalfaro (la cui casa al mare, a Santa Severa, è vicina a quella dei coniugi
Ciampi). Fra i passatempi preferiti del nuovo Capo dello Stato, le letture. Ciampi ama i
classici e legge, in lingua originale, i grandi della letteratura tedesca: conosce
pressoché a memoria lopera di Reiner Maria Rilke e il Faust di Goethe.
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