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Contratti matrimoniali e altre stramberie
Eva e José, due ragazzi spagnoli, si conoscono sin da piccoli, vivono
insieme da diversi anni, hanno un bambino, Jago, non sono sposati. Hanno deciso di
formalizzare la loro unione ma rifiutano a priori di promettersi amore eterno. In altre
parole respingono con forza lidea del matrimonio religioso e dellunione civile
"per sempre". Hanno detto: "Non vogliamo chiese, municipi, sacerdoti o
sindaci a fare da terzi, e poi ci spaventa lidea che per rompere il nostro rapporto
si debba passare attraverso il trauma del divorzio". Insomma, Eva e Josè le regole
le vogliono decidere da soli. Così hanno avuto unidea: e se al posto del vecchio e
triste matrimonio ci inventassimo una sorta di contratto matrimoniale rinnovabile tra le
parti? Detto fatto, aiutati da un avvocato e da uno psicologo, hanno redatto un documento
in cui si impegnano a restare insieme per due anni e lo hanno firmato di fronte a un
notaio. Se alla scadenza dellaccordo i due "coniugi" se la sentiranno di
proseguire, dovranno semplicemente rinnovare il contratto, altrimenti si lasceranno, senza
rancore e, soprattutto, senza un giudice a fare da intermediario. Facendo un paragone
automobilistico, è come se una coppia ogni due anni facesse un tagliando di controllo, se
è in buone condizioni continua il viaggio oppure sceglie di farsi rottamare, dipende.

Daltronde il sentimento è il lato più debole del matrimonio,
destinato così comè a durare poco. Perché non accettare con serenità la
convinzione (ormai del tutto sbagliata) che l'amore non coincide con il concetto di
eternità? In fondo, tutti i matrimoni sono "a termine", basta volerlo e ci si
separa. E il numero di quelli che lo fanno è sempre più alto. Aggiungiamo che il
divorzio pone grossi problemi: avvocati, udienze interminabili, perdite di tempo, stress.
Per non parlare dei soldi, separarsi costa caro, soprattutto quando non si trova un
accordo tra le parti, e non tutti possono permetterselo. Eva e Josè hanno dichiarato:
"Con questa formula siamo obbligati a lottare ogni giorno per il nostro amore, ci
impegniamo a mantenerlo vivo, senza false certezze alle spalle. Siamo solo noi a decidere
sul serio del nostro futuro. Basta con le ipocrisie! Le formule tradizionali si basano su
di una promessa formale, ma questa volontà reciproca finisce per rimanere sepolta negli
archivi del Comuni e della parrocchie. E molto più bello, difficile e appagante,
combattere ogni giorno per restare insieme. E noi lo facciamo". Troppo semplicistico?
Forse. Eppure questo contratto sottoscritto in presenza un notaio a confermare la
legalità di tutta la procedura, sancisce lesistenza di una convivenza di fatto,
garantendola a norma di legge; in caso di morte, il coniuge otterrebbe leventuale
pensione di reversibilità, in caso di rottura verrebbero salvaguardati anche i diritti
dei figli. Quasi come un matrimonio vero.
Perché chi rifiuta il contratto matrimoniale tradizionale, non sempre
vuole fuggire le regole del vivere insieme. Anzi, ne vuole di nuove, disegnate ad hoc
sulle proprie esigenze, talvolta le desidera ancora più rigide. Insomma è stanco di una
istituzione ormai vecchia e zoppicante e affretta i tempi. D'altronde, sappiamo tutto del
matrimonio che cè, non riusciamo ancora ad immaginare il matrimonio che verrà.
Intanto, chi può si arrangia. Gli avvocati matrimonialisti sempre più spesso consigliano
ai loro clienti che convivono di redarre un vero e proprio contratto di convivenza. Una
forma di autonomia negoziale che serve a mettere nero su bianco attraverso una scrittura
privata una situazione familiare che altrimenti la legge non riconosce come tale. Angela
Bottaro, siciliana, 24 anni di convivenza alle spalle, ha combattuto una vita (è stata
anche parlamentare) per i diritti dei conviventi. Due anni fa ha deciso di sposarsi. Prima
di farlo ha convocato una conferenza stampa: "Avevamo scelto la convivenza perché
non volevamo che altri stabilissero le regole del nostro vivere insieme, in altre parole
non volevano che lo Stato intervenisse nella nostra relazione sentimentale. Eravamo
convinti, e lo siamo ancora, che in fondo fossero solo fatti nostri. Ma questo non
significava che avevamo deciso di rinunciare ai nostri diritti. Alla fine abbiamo ceduto
alla tirannia delle istituzioni, dovevamo tutelare noi stessi e i nostri figli. Per lo
Stato italiano le coppie sposate hanno un valore maggiore. E umiliante ammetterlo,
ma è così". In Francia intanto il governo presieduto da Lionel Jospen ha deciso di
riconoscere le convivenze di fatto, in Italia molti comuni hanno istituito la lista delle
unioni di fatto. Chi vive insieme può registrarsi in Comune. Non si acquisisce nessun
diritto legale perché non esiste al momento alcuna disciplina sulla convivenza non
matrimoniale, ma farlo resta un gesto simbolico che dà dignità e visibilità, che
inserisce un coppia, qualunque essa sia, in un tessuto sociale che la riconosce come tale.
Persino chi si sposa in modo "tradizionale" inizia a redigere
contratti di matrimonio "particolari", cerca cioè di tutelarsi al di la e al di
sopra della legge. Rex e Teresa, una coppia del New Mexico, sono andati da un avvocato e
hanno fissato sin nei minimi particolari i diritti e i doveri della loro vita
matrimoniale. Il contratto, redatto in sedici pagine, è stato registrato negli uffici del
comune di Albuquerque. Ecco alcune regole. Sono previsti tre rapporti sessuali a
settimana, dal lunedì al venerdì la sveglia suona alla 6,30, lora della buonanotte
arriva alle 23.30. Viene stabilito chi pulisce la cucina, chi il giardino, chi il bagno.
Ciascuno dei due coniugi, in parte uguale, dovrà rendersi disponibile per un po di
conversazione. Chi usa lautomobile non dovrà far scendere lindicatore della
benzina al di sotto di un certo livello. I figli non dovranno essere più di tre,
"dopo ci faremo sterilizzare". Rigorose le regole del bilancio familiare: per il
cibo non si devono spendere più di 620 mila lire al mese, 160 mila per abiti e
abbigliamento, 100 mila per la benzina. Le previsione di spesa, ovviamente, potranno
cambiare, ma solo previo accordo tra le parti".
Rex e Teresa sono persone normali, in genere i contratti
pre-matrimoniali sono prerogativa dei molto ricchi. Bill Gates ha preteso e ottenuto dalla
moglie di poter trascorrere almeno un weekend lanno in compagnia dellex
fidanzata. Potenza della Microsoft. Aristotele Onassis fece firmare un contratto a
Jacqueline Kennedy: dovevano avere almeno un rapporto sessuale a settimana. Pare che
Jacqueline si attenesse rigidamente al contratto, non uno di più. In Italia si racconta
di un imprenditore del nord che prima di sposarsi ha preteso e ottenuto un contratto che
obbligasse la moglie (molto più giovane di lui) ad impegnarsi a fondo nelle attività
sessuali. Aveva paura di un raffreddamento, e cè da capirlo. L'avvocato
matrimonialista Cesare Rimini racconta di un contratto, da lui redatto, dove la moglie si
impegna a mostrare in pubblico e in presenza del marito il seno almeno una volta alla
settimana. Curiosità pruriginose a parte, fare contratti pre-matrimoniali al di fuori del
normale contratto di matrimonio pare sia una cosa che in molti fanno e che nessuno dice.
Questo perché in genere ad essere rigidamente messi in chiaro sono i rapporti economici.
E di soldi, si sa, nessuno ama parlare in pubblico. Più che contratti matrimoniali, la
saggezza contadina li definirebbe così: patti chiari, amicizia lunga.