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La madre di tutte le scalate: Una svolta per il capitalismo italiano

 

Alan Friedman

 

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E' raro che una vicenda finanziaria riesca ad appassionare il Paese nel modo in cui la saga Olivetti-Telecom sta facendo, ma questa, la madre di tutte le scalate, e' oramai una telenovela che interessa non soltanto quelli della finanza, ma oltre un milione di piccoli risparmiatori italiani che possiedono azioni Telecom (il cosiddetto Popolo Telecom) e anche i tassisti e i baristi del Bel Paese.

Io ritengo che siamo molto fortunati che la partita Olivetti-Telecom abbia questo "appeal" per la gente, perche' cosi si capira' meglio che qui si tratta di una vicenda che potrebbe segnare una svolta per il capitalismo italiano. Che cosa intendo dire? Vediamo subito.

A mio avviso, alla fine, non importa veramente chi vince o chi perde. Quello che importa e' che il sistema italiano, grazie all'OPA Olivetti per la Telecom, e grazie anche alla difesa che la Telecom sta montando, comincera' a vedere come si gioca alla luce del giorno, in piena trasparenza, senza burattinai e pupazzi e teste di legno come e' stato per troppi anni in questo sistema ancora molto oligopolistico.

Il mero fatto che abbiamo di fronte a noi un tentativo di una mega-scalata di 100 mila miliardi (che a mio parere diventera' un'offerta di almeno 115 mila miliardi o piu' fra qualche settimana) significa che gli italiani hanno gia' cominciato a capire come funziona un mercato piu' palese. Va ricordato che per la maggior parte del dopoguerra e' stato il Burattinaio per eccellenza, il Signor Enrico Cuccia, quel siciliano prepotente che ama lavorare dietro le quinte, nell'ombra, che ha dettato il bello e cattivo tempo nella finanza italiana. E fino a pochi anni fa l'asse fra Cuccia e alcune grandi famiglie tipo gli Agnelli, Pirelli, Lucchini, Orlando e Pesenti era imbattibile. Nessuno osava contestarli, o raramente, e spesso chi osava finiva punito.

Ma il fatto che ci sia oggi una legge sull'OPA che determina le regole di mercato, il fatto che Roberto Colaninno di Olivetti e Franco Bernabe' di Telecom si scontrino pubblicamente, nei giornali e anche in Tv, vuol dire che stiamo assistendo alla democratizzazione del mercato italiano. Francesco Micheli, uno dei consiglieri dell'Olivetti, ha detto che qui si tratta di una specie di "elezione democratica" in cui sono i risparmiatori e i fondi a votare. Bernabe' stesso ha detto che lui spera di respingere l'Olivetti mettendo in evidenza il suo piano industriale per la Telecom e chiedendo l'appoggio dei risparmiatori.

La saga, dopo quasi tre settimane, adesso sta per entrare in una nuova fase, in cui la Telecom cerchera' di utilizzare vie legali, la fusione fra Telecom e TIM, e la presentazione del nuovo piano industriale per convincere gli azionisti a votare Telecom e non Olivetti. E l'Olivetti cerchera' di utilizzare la presentazione del suo piano industriale, insieme con l'offerta finanziaria, e chissa', forse anche i ricorsi legali, per vincere i cuori e i portafogli degli azionisti. Io non ricordo una vicenda cosi', se non quella, in chiave molto minore, nella battaglia degli anni '80 per il controllo della Banca Rolo.

Vorrei sottolineare l'importanza di questa svolta nel capitalismo italiano, ricordando a chi non lo sa che la stessa Mediobanca di Enrico Cuccia, oramai un signore di una certo eta' (91 anni se non sbaglio) si trova in un ruolo del tutto secondario. Il piano Olivetti esisteva ben prima dell'arrivo di Mediobanca. E Cuccia non fa piu' il mago dietro le quinte, ma ha meramente deciso di buttarsi, di affiancare Olivetti insieme con altre banche, altre advisors. "Questa e' anche una lotta per la sopravivenza di Mediobanca," mi diceva un amico a Piazza Affari, aggiungendo che "Cuccia ha dovuto vestirsi da giovane, arrivando dopo gli altri e oggi fa parte di un piano che non e' la sua creazione."

L'importante, adesso, e' che il governo D'Alema mostri la sua neutralita' non soltanto con le parole, ma con i fatti; che la Consob di Luigi Spaventa continui a vigilare nello stesso modo ineccepibile come ha fatto finora, e che alla fine sia davvero il mercato (piccoli risparmiatori e anche investitori istituzionali italiani ed internazionali) a determinare le sorti della Telecom.

Io sono convinto che se il mercato si mostrera' sovrano in questo caso, sara' una precedente importantissimo per il capitalismo italiano che dara' un contributo alla modernizzazione del Paese e provochera' altre OPA, anche piu' piccole, che daranno quelle scosse al sistema indispensabili per rendere l'Italia piu' competitiva in questa Nuova Europa. Niente inciuci signori, per favore! Soltanto trasparenza, nell'interesse dei risparmiatori, degli azionisti. Tengo le dite incrociate affinche' la saga Olivetti-Telecom vada cosi'. Non importa chi vince, importa che vinca un mercato vero.

 

 

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