Charlie e Werther, sentire
con la mente
Tina Cosmai
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Charlie Boxer, Una volta, una sola, Neri Pozza Editore, Pag.158,
£ 28.000
Leggendo il romanzo di Charlie Boxer, il primo commento spontaneo è
che si tratti di un romanzo d’amore. Vero, ma solo per i lettori
poco attenti. In realtà Una volta, una sola (Neri Pozza
Editore) è un’opera sulla scoperta del proprio universo
emotivo, e certamente di quello dell’autore, che attraverso il
sentimento dell’amore si sorprende carico di passioni rispetto a
tutto ciò che lo circonda.

L’emozione per Boxer diviene la principale “modalità”
percettiva dell’esistenza. Una volta, una sola è un’opera
autobiografica in prosa epistolare: lettere che Boxer scrisse all’amico
Paul e alla madre quando era studente ad Edimburgo e poi riscritte
vent’anni dopo per dare vita a questo romanzo.
La scelta della missiva ha uno scopo preciso nella mente dell’autore,
quello di comunicare con immediatezza le proprie emozioni. In un’intervista
a The Times, Charlie Boxer dichiara: “Quand’ero bambino
avevo sempre dei problemi a dire le cose veramente importanti. Così
scrivevo lettere, lunghe lettere ai miei genitori. Ho un certo
esercizio nel genere epistolare, insomma”.
Il romanzo ha un’impronta tipicamente romantica e l’opera alla
quale Boxer si ispira è I dolori del giovane Werther di
Johann Wolfgang von Goethe, il maggior poeta tedesco che compendia
in sé una intera epoca, con tutti i suoi travagli e con tutte le
sue aspirazioni, i cui scritti sono divenuti il vero simbolo del
Romanticismo.
Charlie, come Werther, si innamora di una donna, Kate, che però è
impegnata con un altro uomo. Ma questo amore infelice, come fu
quello di Werther per Lotte, è un’occasione per scoprire e
misurare l’ampiezza del proprio mondo interiore, la necessità per
la propria potenza creatrice di rovesciarsi all’esterno
espandendosi senza limiti.
Il Werther, così come l’opera di Boxer, sono la
rivelazione e l’annuncio di una nuova spiritualità, di un nuovo
uomo, di quell’esercizio della mente di com/prendere le proprie
emozioni. Probabilmente Werther non le contenne, tanto che la sua
vicenda si concluse in modo tragico, con il suicidio. Perché
emozione non vuol dire solo amore, felicità, gioia, ma anche
dolore, gelosia, invidia, rabbia, frustrazione.

“Quando Werther esce e si uccide non provo verso
di lui alcun sentimento di affinità. Il suicidio, che fu la causa
delle controversie suscitate dal libro, non coincide con la mia
versione degli eventi. La conclusione del libro mi ha deluso. So che
se l’impeto delle pene d’amore non ci conduce diritti alla
morte, allora possiamo vivere in eterno”.
Charlie, autore e protagonista, vive la perdita della sua amata come
una ricerca di nuovi orizzonti di significato, come scoperta
dolorosa e stupita insieme di nuove emozioni. Senza scomporre e
ricomporre nulla, perché ogni analisi delle emozioni non avrebbe
senso, il giovane si addentra con coraggio in un universo carico di
sensazioni sconosciute. Le vive, non le medita. Charlie così
facendo contatta il mistero della vita, questo mondo infinito che
abita le nostre anime, dal quale spesso fuggiamo per non avvertirne
la potenza, la forza dirompente.
Ma più ci allontaniamo dalle emozioni, più la percezione che se ne
ha diviene distruttiva, come lo scoppio di un ordigno, che frantuma
l’intorno e distrugge la pienezza dell’esistenza. Chi non sa
emozionarsi vive frammenti di vita, non l’intero.
“Ma nonostante sia fisicamente distrutto e sconvolto, mentalmente
vivo su un piano di continuo entusiasmo che mi ha reso ipersensibile
alle bellezze di cui il mondo è così ricco. Come le sono grato”.
Tramite le emozioni Charlie stabilisce un legame con le persone,
con il mondo, di straordinaria intimità. Charlie è ispirato dalla
sua stessa infelicità, si emoziona rispetto alla gente, alla
natura, perché Kate rappresenta per lui proprio l’universo
emozionale, la scoperta stupefacente di una vitalità dolorosa e
felice che non può essere soppressa, perché è il legame
dialettico con la vita e della vita. L’equilibrio/ legame tra l’istinto
e la coscienza.
Con una prosa sensuale e lucida, senza eccessi narrativi, Boxer ci
racconta una storia vera, intensa, una storia che si lascia
trasportare dalla corrente delle emozioni che percorre l’essere
intero, fisico e spirituale, del protagonista.
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