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Da: "Prof.Fistetti" <fistetti81@libero.it
Data: Sat, 2 Jun 2001 16:46:39 +0200
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it
Oggetto: Con Berlusconi ha vinto l'Italia liberista
 



Sono d'accordo con l'intervento di N. Urbinati "Con Berlusconi ha vinto l'Italia liberista", ma con alcune precisazioni. In primo luogo, la questione cattolica (o, dovremmo dire con una vecchia locuzione, la questione vaticana?). Non la si può identificare integralmente, come sembra suggerire la Urbinati, con il "privato-sociale" di Comunione e Liberazione e di Formigoni.

Senza dubbio le gerarchie ecclesiastiche hanno in questi anni fatto proprio tale modello, che, se adottato come strategia di governo da parte di Berlusconi, garantirebbe alla Chiesa cattolica un'egemonia morale e culturale di cui nemmeno durante il ciclo politico democristiano ha mai goduto.Tuttavia, il mondo cattolico - per fortuna - non è riducibile entro questo schema teologico-politico e sono ancora forti le componenti cattolico-liberali attente a praticare l'"arte della separazione" tra Chiesa e Stato, tra etica della convinzione ed etica della responsabilità.

In secondo luogo, il ragionamento della Urbinati sulla vittoria dell'"Italia liberista" svela i suoi limiti se lo applichiamo al Sud, dove vivo e lavoro. Si può dire che in Sicilia o in Puglia abbia vinto la voglia di liberismo - gli spiriti animali del capitalismo, la deregulation, ecc. - o non è vero piuttosto che, accanto alle classiche domande di protezione sociale intercettate dal populismo berlusconiano, non abbia agito anche una sorta di "pensiero desiderante" a favore della "rivoluzione" proposta dal leader della "Casa delle libertà"? In breve, nel voto meridionale a Berlusconi si sono perversamente sommate istanze di modernizzazione economica e di arretratezza culturale, un nuovo individualismo e un cronico deficit di civismo democratico.

Infine, la madre di tutte questioni: l'incapacità della sinistra italiana di costruire un partito riformista di massa.

Francesco Fistetti



Da: Giuseppe Piscopo <giuseppe.piscopo@libero.it
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it
Data: Sabato, 2 giugno 2001 13:24
Oggetto: Perchè i giovani non votano più a sinistra?




Mi sembrano interessanti alcune argomentazioni che Corrado Ocone pone sul presunto dato riguardante il voto dei giovani che non premia il centro sinistra. Noto anche dal mio angolo di mondo che i giovani sono molto più sensibili alla corrispondenza tra l'idealità e realtà, tra la teoria e la pratica.

Ma NONOSTANTE questo possibile presupposto, non sono convinto con la sua tesi: egli afferma che il voto del senato premia maggiormante il centro sinistra a differenza della camera dove il diritto al voto si abbassa per età. Un'altra analisi del voto, diversa da quella di Acone ci potrebbe dire che alla camera tutti gli elettori di centro-sinistra (compreso rifondazione) si è orientata sull'Ulivo visto che nei collegi uinominali non vi era il candidato di rifondazione,cosa che non è avvenuta nei collegi del Senato. O no?

Io penso che i giovani si sono schierati metà per il centro-destra e metà per il centro-sinistra. CIò NON VUOL DIRE CHE i dirigenti politici non debbano prestare molta attenzione alle giovani generazioni.

Giuseppe Piscopo
giuseppe.piscopo@libero.it
 


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