Incontro a Brigadoon
Maria Teresa Cinanni
Articoli collegati:
Ambientalismo: una filosofia
del limite
"Ma tutti gli alimenti contengono
dei rischi"
Rai Educational/Virus e patologie
neurologiche
Chi non mangia questa minestra…
Itinerario/Vegetariani online
Incontro a Brigadoon
Segnalazione/Generazione mucca
pazza
Gli italiani modificano le proprie abitudini alimentari. Al posto
delle vecchie costate, carni bianche, pesce e legumi che, ovviamente,
hanno subito notevoli rincari nei prezzi e aumenti nelle vendite. C'è
chi si rivolge fiducioso al biologico, cominciando a consumare quei
prodotti solitamente confinati negli scaffali meno in vista dei
supermercati. Stando a uno studio condotto dal Censis nell'ambito del
"Forum per la ricerca biomedica", l'80,1% degli italiani è
favorevole a sviluppare e incentivare l'agricoltura biologica e il 55%
ritiene che da qui si debba partire per sconfiggere le malattie
genetiche. Metodi tradizionali per un'agricoltura innovativa che,
secondo le lezioni dell'antropologo mittleuropeo Rudolf Steiner, si
basa su principi semplici, come quello di favorire la crescita di
piante resistenti a parassiti e malattie.

Anche in questa circostanza però l'Italia mostra le sue innumerevoli
risorse, i suoi tanti volti, poco conosciuti, ma non per questo meno
apprezzabili. Così, girando senza meta per le strade della Capitale,
m'imbatto per caso in un luogo ameno, un paesaggio bucolico che sembra
tratto da un'agreste descrizione virgiliana. Una specie di Brigadoon,
il mitico villaggio che appariva e scompariva ai confini della
civiltà. Ho lasciato la trafficata Circonvallazione Gianicolense da
pochi minuti e... improvvisamente dinanzi a me una vasta distesa
verde, un gregge di pecore che pascola liberamente, un castello in
ristrutturazione in lontananza e un agnellino che sta venendo alla
luce dinanzi ai miei occhi increduli.
Un anziano ma vivace signore con indosso un camice bianco da
macellaio, sporco di sangue ancora fresco, mi si avvicina e domanda
cosa stia cercando. Non ho una risposta. La mia scoperta è del tutto
casuale. Sono a Valle dei Casali, m'informa solerte, e quella è la
sua proprietà, il suo regno, la sua fortuna. Entusiasta del mio
interesse, comincia a raccontarmi la sua vita in mezzo ai campi e agli
animali appena alle porte di Roma, e m'invita a seguirlo in una
piccola cascina attigua al luogo ove ci troviamo. All'interno
macchinari, resti di bestiame, coltelli e strumenti vari. Poco più in
là un'enorme cella frigorifera stracolma di formaggi. "E' tutta
roba genuina - m'informa con l'orgoglio del mestiere - altro che
farine animali e mucca pazza! Io allevo il mio bestiame all'aria
aperta con i prodotti della terra".

Sono ancora incredula. Sto a pochi isolati dal centro e mi sembra di
essere stata proiettata in un'altra realtà. Nessun rumore intorno,
solo questo verde sterminato e il belato del gregge. L'anziano signore
mi spiega il procedimento per condensare il formaggio, quello per i
salumi e, per entrambi, l'importanza della stagionatura e della
conservazione. Non si tratta di una produzione industriale, ma l'uomo
riesce a vivere più che dignitosamente con i guadagni dei prodotti
che vende ad amici e conoscenti. La garanzia per gli acquirenti? Il
fatto che egli stesso sia il primo consumatore di ciò che produce.
Ci avviciniamo all'agnellino appena nato, che io continuo a fissare
con stupore e tenerezza.
"Se avessi accettato - continua il nostro amico - le proposte di
alcuni veterinari, oggi ne arebbero nati molti altri".
"In che senso?" - domando con curiosità.
"Nel senso che i metodi per far soldi ci sono - risponde,
sorridendo della mia ingenuità - basta non avere troppi scrupoli.
Sarebbe stata sufficiente un'iniezione perché tutte le pecore
andassero in calore contemporaneamente e quindi fossero fecondate
insieme".
Non riesco ancora a capire dove sia il vantaggio di queste nascite
collettive.
"Beh... con semplici calcoli, si programmano le nascite per i
periodi più fruttuosi economicamente, come le feste natalizie e
pasquali, quando l'incremento del consumo di carne ovina è
notevole".
Tra una battuta e un ricordo di gioventù, l'uomo s'indigna per gli
scandali delle farine animali e l'exploit della notizia. "Stanno
facendo passare per scoperte rivelatrici, ciò che noi sapevamo da
anni. Il Governo ha favorito l'uso delle farine animali, vendute
sempre a basso costo. E adesso ci si rivolta contro. Parlo a nome di
tanti allevatori - ci tiene a precisare - e non per me che non ne ho
mai fatto uso".
Articoli collegati:
Ambientalismo: una filosofia
del limite
"Ma tutti gli alimenti contengono
dei rischi"
Rai Educational/Virus e patologie
neurologiche
Chi non mangia questa minestra…
Itinerario/Vegetariani online
Incontro a Brigadoon
Segnalazione/Generazione mucca
pazza
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio
Attualita' |