Letti per voi/Ricomincio da capo
Roberto Casati
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Quello che segue è un estratto della lezione che Roberto Casati ha
tenuto il primo ottobre 2000 presso lo Spazio Oberdan di Milano
nell'ambito di "Filosofia & Cinema", uno dei Percorsi di
Cultura & Economia organizzati dal Sole 24 Ore
(http://sole.ilsole24ore.com/cultura/percorsi).
Il testo integrale dell'intervento verrà riproposto nel contesto
degli incontri organizzati dal Vieusseux di Firenze il 9 marzo. Il
Centro Fiorentino di Storia e Filosofia della Scienza organizza tutti
gli anni una serie di conferenze pubbliche dal titolo "Sapere e
narrare". Quest'anno il tema è "Le origini e il tempo: tra
mito e logos". Per ulteriori informazioni contattare il sito
http://www.vieusseux.fi.it/sapnarr.html
Ricomincio da capo Scritto da Danny Rubin, regia di Harold
Ramis. Con Bill Murray (Phil Connors), Andie MacDowell (Rita), Chris
Elliott (I) (Larry), Stephen Tobolowsky (Ned Ryerson), Brian
Doyle-Murray (Buster), Harold Ramis (lo psichiatra) Marita Geraghty (Nancy),
Angela Paton (Mrs. Lancaster), Rick Ducommun (Gus), Rick Overton (Ralph),
Robin Duke (Doris la cameriera), Carol Bivins (presentatrice), Willie
Garson (Kenny, assistente di Connors), Les Podewell (il vecchio).
La storia:
Il 2 febbraio, il "giorno della marmotta" che dà il titolo
al film nell’edizione originale (il titolo americano è Groundhog
day), è un’istituzione statunitense celebrata nel villaggio di
Punxsutawney, a nord di Pittsburgh in Pennsylvania. Ricomincio da
capo inizia il 1 febbraio. Phil Connors (Bill Murray),
annunciatore meteorologico per una catena televisiva che ha sede a
Pittsburgh, parte alla volta di Punxsutawney per il suo quarto anno di
reportage sul giorno della marmotta, una prospettiva che non lo
entusiasma. Lo accompagnano il suo operatore Larry (Chris Elliott),
che Connors tiranneggia e che lo ricambia con antipatia, e la sua
produttrice Rita (Andie MacDowell). Rita è agli antipodi di Phil per
gusti e atteggiamenti ma sembra cercare comunque in lui un lato buono.

L’indomani, dopo la breve diretta sul festival, in cui la marmotta
vede la sua ombra, i tre ripartono per Pittsburgh ma vengono bloccati
da una tempesta di neve che Connors non aveva previsto. Rientrano a
Punxsutawney e vi trascorrono la notte. Connors si risveglia alle sei
del mattino e si accorge subito che qualcosa non quadra: la radio
trasmette esattamente le stesse voci del giorno innanzi, le stesse
persone lo incontrano alla pensione e per strada, e si ritrova a
raccontare in diretta l’identico festival del giorno della marmotta.
A questo punto inizia un ciclo infernale. Giorno dopo giorno, alle sei
del mattino, Connors si risveglia ritrovandosi alla casella di
partenza del due febbraio. Superato lo choc iniziale decide di trarre
un qualche partito dalla situazione e comincia a raccogliere
informazioni sugli abitanti del villaggio. Grazie a questa strategia
seduce l’avvenente Nancy Taylor, svaligia un furgone per il
trasporto valori, si dà alla bella vita, eccetera - episodi che
naturalmente non si estendono al di là dello spazio del due febbraio.
Quando però cerca di applicare i suoi piani a Rita la differenza tra
i due si rivela insuperabile. Faticosamente Connors cerca di costruire
la giornata perfetta, che dovrebbe culminare nella seduzione di Rita,
ma inesorabilmente si scontra con il bisogno di sincerità della
ragazza che intuisce la macchinosità dei suoi tentativi.

Dopo alcuni tentatividi suicidio del tutto inutili perché Phil
continua a svegliarsi la mattina del due febbraio, l'uomo diventa
sempre più affabile affabile con Rita e Larry. Si dà alla scultura
di statue di ghiaccio. Decide di dedicarsi agli studi. Inizia a
seguire un corso di pianoforte. Ne seguiamo i progressi. Conosciamo un
Connors buono, che si dispera per non riuscire a salvare un pover’uomo
che pare condannato a morire un due di febbraio e che finisce con l’accettare
che alcune cose non possono venir comunque cambiate nel giorno che
egli vorrebbe perfetto.
Nell’ultimo giorno della marmotta Connors compie una serie di buone
azioni che gli permettono di guadagnare l’affetto degli abitanti di
Punxsutawney e l’ammirazione di Rita che lungi dal trovarlo
insopportabile lo compra all’asta degli scapoli. L’amore infine
conquistato lo libera dalla ripetizione; il risveglio al tre febbraio
porta con sé l’accettazione del destino: Connors vuole vivere a
Punxsutawney.
La morale:
Se non ci fosse domani, non ci sarebbero conseguenze e cattivi
risvegli. È la morale bonariamente sottoproletaria che Phil Connors
fa scoprire con facile maieutica ai suoi compagni di bevuta Gus e
Ralph. Se non ci sono conseguenze tutto è permesso e possiamo non
star più alle regole. La morale ha un’importante dimensione
metafisica. In un mondo con una struttura diversa dalla nostra - come
sembra essere quello in cui è temporaneamente confinato Connors - gli
atti potrebbero avere conseguenze modeste e comunque circoscritte per
colui chi li compie.
Avrebbero comunque delle conseguenze, contrariamente a quanto sostiene
Ralph. Connors dà qui un’ulteriore prova di cinismo, dato che le
conseguenze sono circoscritte per lui e non per gli altri. Ma certo i
vincoli della situazione sono più deboli per Connors, che sa che per
lui non ci sarà "domani". Il successo morale dipende in
buona parte dalla fortuna morale, dal gioco di conseguenze che rendono
un atto buono o cattivo, ma la situazione di Connors indica che tale
successo dipende anche dalla possibilità di conoscerne le
conseguenze. E Connors sa che le conseguenze dei suoi atti non saranno
mai avvertite da lui. In questo senso è una creatura morale bizzarra.
La conoscenza di Connors è diversa dalla nostra. Un po’ come il
pianista che ripete lo stesso pezzo per impararlo, Connors ripete la
cassetta metafisica dello stesso giorno. Tuttavia la conoscenza che ne
ottiene si rivela inutile là dove dovrebbe dare i frutti migliori.
Nonostante egli riesca a ottenere facilmente sesso e denaro, non
riesce a conquistare Rita. A Rita non interessa quello che Connors sa,
e addirittura la indispone che egli sappia anticipare tutti suoi
desideri. Connors è un filologo di Rita, ma la sua erudizione è
totalmente inutile. A Rita interessa un certo tipo di Connors, un
Connors con certe qualità. La conoscenza è inutile perché non
cambia Connors.

Non nasce mai un Connors nuovo o migliore, e difatti egli si ritrova
ogni giorno ad essere il Connors che era il giorno prima. Questo è il
vero significato della seconda parte del film, il vero senso,
incidentalmente, del ricominciare da capo. Connors spezzerà il
cerchio infernale quando passerà da una conoscenza che si limita a
raccogliere dati a una conoscenza che lo trasforma. Imparare a suonare
il piano trasforma colui che impara perché nell’apprendimento non
ci si limita a memorizzare un pezzo, ma si acquisisce una tecnica che
permette la padronanza di un numero virtualmente illimitato di pezzi.
Sto prendendo il film troppo sul serio? Si potrebbe anche
interpretarlo come una caricatura di un certo messaggio tipicamente
‘americano’, dell’ansia di migliorarsi, delle guide per il ‘self-improvement’
che suggeriscono, per l’appunto, di dedicarsi appassionatamente a un
hobby come la scultura del ghiaccio o il pianoforte, non certo di
passare cinque anni a studiare il sanscrito o la meccanica
quantistica. Forzando la mano alle intenzioni dello sceneggiatore,
vorrei sostenere che il film mostra quanto conti la decisione di
intraprendere questo viaggio che conduce alla conoscenza, e la
decisione, sempre ripetuta, di continuarlo.
Possiamo parlare qui di un valore intrinseco della conoscenza, al di
là di tutti gli usi strumentali che Connors può farne: limitati alle
circostanze del momento nella prima parte del film, o inseriti in un
grande progetto di vita nella seconda parte.
La metafisica del film, come abbiamo visto, è particolarmente
deviante. Alle sei del mattino il protagonista si muove
simultaneamente su due coordinate metafisiche, tempo e universi
paralleli. Il tipo di conoscenza che può ottenere e il modo in cui
questa si lega all’intuizione morale per cui la conoscenza ha un
valore intrinseco potrebbero semplicemente dipendere dall’artificiosità
della situazione, dalla metafisica molto particolare che ci propone lo
sceneggiatore. Ma il legame con il mondo reale è in agguato dietro l’angolo,
e ci viene offerto già al terzo giorno. Connors chiede a Gus e Ralph
che cosa accadrebbe se uno fosse condannato a vivere sempre nello
stesso luogo e i giorni fossero tutti uguali e nulla fosse veramente
importante. Gus osserva, sconsolato, che questa è in fondo la sua
vita: "That sums it up for me". Il mondo reale non è
poi così diverso.
L’onniscienza è moralmente insufficiente in quanto non rende
necessariamente migliori. Il punto di vista fuori dal tempo e l’onniscienza
sono irrilevanti ai fini morali. Non dovremmo accettare consigli e
leggi da un dio. Gli inventori delle religioni sembrano averlo intuito
quando hanno creato i miti degli dei fattisi uomini e scesi sulla
terra a prodursi in spettacoli strani che attirassero l’attenzione
degli umani. Per gli umani il viaggio alla ricerca della conoscenza è
l’unica cosa che sembra veramente poter contare, e su cui nessun dio
ha alcunché da insegnare.
La conoscenza e persino l’onniscienza possono non aver valore se non
nella contingenza delle situazioni. Non basta essere dei e a volte la
compagnia di un dio è noiosa. Anzi, gli umani hanno il privilegio di
potersi migliorare, ed è questo che li rende così interessanti. Ciò
che sembra avere un valore intrinseco è il cammino che ci porta alla
conoscenza, e la conoscenza stessa. Per trarre questa morale Ricomincio
da capo ci mostra una situazione che mancava al repertorio delle
tragedie classiche. Ci mostra l’epica di un dio che diventa uomo e
scopre che da uomini si sta meglio.
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