Auster e Santayana, o la contemplazione
del caso
Tina Cosmai
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Esperimento di verità (Einaudi), ultimo lavoro di Paul Auster,
ha un titolo estremamente pragmatico. L’esperimento è qualcosa che
rimanda al tangibile, all’empirico, e l’autore applica il proprio
esperimento alla realtà quotidiana. Si tratta di una prova di verità
appunto, la verità della vita, l'intreccio di occasioni e coincidenze
che costituisce l’esistenza.
Esperimento di verità è una raccolta di microracconti, il cui
protagonista è il caso. Legami sciolti o ritrovati grazie a piccoli,
insignificanti coincidenze che Auster, con una prosa laconica,
asciutta, mette in rilievo, ripulendo gli episodi narrati da ogni
patina irrazionale, ma non eliminando quel sentimento di stupore che
il caso genera nell’uomo, quella percezione di un oltre, di un
qualcos’altro che irrompe nell’esistenza e la trasforma, sia nel
bene che nel male.

Paul Auster, nato nel 1947 a Newark (New Jersey), si è poi trasferito
in Francia dove ha vissuto per molti anni, lavorando occasionalmente e
facendo traduzioni. E’ lui l’autore dei tre racconti gialli
eccentrici che costituiscono la Trilogia di New York (1987).
Alcuni suoi lavori sono autobiografici, come L’Invenzione della
solitudine (1982) e Sbarcare il lunario (1997), e squarci
della sua vita riempiono anche le pagine di Esperimento di verità.
Tutta l’opera di Auster è contrassegnata dall’azione forte che il
caso ha nella vita di ogni giorno. Il caso traccia le storie, le
delinea e apre la strada al compimento di ciò che è il destino, la
vera storia di ognuno di noi. Fatalismo? No, affatto, semmai puro
realismo, come reale è la poesia di George Santayana.
Accostare questi due autori potrebbe sembrare addirittura creare un
contrasto, eppure Auster, come Santayana, ha scritto poesie e in tutti
e due esiste la coscienza della potenza dell’uomo nel cogliere il
proprio destino.
Sonetti (Aquilegia Edizioni), è una raccolta di liriche, scritte
nella metrica classica, in cui Santayana esprime quel rimando ad una
verità che va oltre la vita ma nella vita che si manifesta. L’esistenza
è per Santayana il luogo della contemplazione, dello stupore di
fronte al compimento del proprio destino, è evocato con i nomi di Dio
e di Sua Madre.
Così dal Golgota a te scesi, Madre Eterna,/
lascia che a medicarmi siano sole e mare,/
nel luogo ove dimori tu conservami.
Nato a Madrid nel 1863 e trapiantato a Boston, George Santayana fu uno
dei maggiori esponenti del realismo critico americano. Morì a Roma
nel 1952. Amò molto l’Italia e l’armonia della sua bellezza, non
celò le sue simpatie per Mussolini e il regime fascista, e per questo
si conquistò le antipatie del mondo culturale italiano.

Pur persistendo nel dichiararsi materialista e ateo, Santayana si pose
sulle tracce non solo della filosofia indiana, ma anche dell’immagine
evangelica del divino incarnato. Le sue liriche sono un intreccio di
paganesimo, ateismo e cristianesimo, che contrassegnano anche il suo
pensiero filosofico. La poesia di Santayana trabocca di coscienza
della libertà, libertà di riconoscere se stessi, di guidare la
propria anima verso sentimenti che esaltano il valore dell’uomo e
della vita.
Amore non è quello di uomini nella carne incatenati/
che di comprata, amara, sognano carezza,/
o di una tenera vergine dolcezza,/
che amano essi solo se riamati.
Certamente l’aspetto più affascinante di questi sonetti sta nell’affidarsi
del poeta a una realtà che trascende l’esistenza ma che nell’esistenza
opera. Ed emerge una sorta di arrendevolezza al destino colma di
stupore, la volontà di abbandonarsi ad un oltre, che come in Auster,
rimane sempre il punto di riferimento nella vita.
E’ la contemplazione del destino che unisce questi due autori, il
pensiero che la forza umana sta nel cogliere gli aspetti trascendenti
la vita. Un destino che in Santayana si identifica con Dio e in Auster
con il caso. Potrebbe apparire anticontemporaneo, ma non lo è,
perché le opere di entrambi gli autori sono contrassegnate da un
forte realismo, che è tale proprio nel riconoscimento di un’azione
necessaria ad ordinare il mondo: il destino, appunto.
La letteratura e la poesia divengono così il territorio d’espressione
di una libertà morale ritrovata nell’animo, e sentita e ricercata
nell’esistenza.
I link:
Il
webring dedicato a Paul Auster
Per ora comprende nove siti (piu' gli immancabili sponsor)
The Santayana Edition
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