Letti per voi/Un diritto si può limitare?
Pierluigi
Battista e Gianni Vattimo
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Questo doppio editoriale è stato pubblicato su La Stampa del 25 maggio
Un diritto si può limitare, di Pierluigi Battista
Un diritto è un diritto, senza la mannaia di arbitrarie restrizioni. Il diritto di
manifestare liberamente (e senza violenza) è un diritto che non può mai considerarsi
«inopportuno», come ha lasciato intendere Giuliano Amato a proposito del raduno gay
osteggiato dal Vaticano e da una parte del centro-destra. E un diritto tutelato
(fortunatamente, e non «purtroppo», come ha aggiunto il presidente del Consiglio) dalla
Costituzione.
Ma anche il capo del governo ha il diritto di essere ascoltato, senza demonizzazioni.
Amato, fortunatamente, non ha infatti accolto la richiesta di chi intendeva vietare la
manifestazione gay. Ha però auspicato che la sfilata che tanto turba i cattolici raccolti
nella celebrazione del Giubileo possa svolgersi «in un luogo definito» e «isolata» dal
resto della città. E un bene o un male? E un male, se lauspicio vale
soltanto per la manifestazione gay e si configura come un atto discriminatorio e di
ghettizzazione ad hoc. Ma perché non dovrebbe essere un bene se lauspicio si
estendesse a tutte le manifestazioni, politiche e sindacali, musicali e di costume, di
categoria e di corporazione, di allevatori e di studenti, di pensionati, insegnanti e
tifosi del calcio?
In Inghilterra la manifestazione separata dal resto della città è una prassi: non lede
il diritto sacrosanto di chi vuole manifestare senza compromettere il diritto di una
città a non partecipare alla manifestazione, subendone i danni e i disagi. Dagli Stati
Uniti giungono continuamente filmati di manifestanti che occupano i marciapedi senza
ostruire il traffico e la libera circolazione di chi non è daccordo o esercita il
suo diritto allindifferenza, sacrosanto anchesso. Quella di Amato potrebbe
essere una buona idea, purché non sia dominata dalla logica perversa dei due pesi e due
misure. Capita sovente che diritti egualmente intoccabili entrino in collisione. Il
compito della politica è di sciogliere il nodo. Purché valga per tutti
Un diritto non si può limitare, di Gianni Vattimo
Fin dove arriveranno le ragioni di opportunità, l'esigenza di non turbare il Giubileo e
il carattere sacro della città di Roma nell'anno giubilare? Ieri il presidente del
Consiglio del governo di sinistra-centro, non contento di inneggiare al Papa e alla sua
marcia in più in ogni occasione, prende apertamente posizione a favore della richiesta -
del Vaticano e di Alleanza nazionale (clerico-fascista non si dice più) di vietare il
corteo del World Gay Pride. Dice Amato: vietare il corteo non viola la libertà di
pensiero (con la marcia in più papale, direbbe: i gay meritano tutto il rispetto, purché
si astengano da ogni rapporto sessuale). Viola però un altro diritto, quello di
manifestare liberamente in pubblico. E lo viola per non turbare una manifestazione
confessionale che per giunta dura tutto l'anno e che, se Amato ha ragione, fa di Roma una
specie di zona extraterritoriale dove alcune libertà della nostra Costituzione sono
sospese.
Amato dice anche che il raduno potrebbe svolgersi se fosse «stanziale» (sic), e se si
potesse «isolarlo dal resto della città». Perché non pensare al Portico di Ottavia,
opportunamente circondato da cavalli di Frisia? Esagero? Ma la discriminazione si
legittima sempre con gli stessi argomenti e pregiudizi «popolari». Una volta era il
pregiudizio antisemita, oggi è quello omofobo, xenofobo, contro ogni forma di diversità.
Infine: i motivi di ordine pubblico per vietare il corteo, che Amato sembra augurarsi di
trovare, sono già bell'e pronti. Con mirabile coordinazione, i giovani fascisti hanno
indetto, per gli stessi giorni da tempo annunciati dai gay per il loro corteo, una
settimana di manifestazioni per la Famiglia e la Tradizione, prenotando le principali
piazze e vie di Roma. La sinistra - per bocca di Veltroni - rivendica il buon diritto dei
gay ma si augura anche di poter risolvere il problema con il dialogo. Dopo la dura presa
di posizione del presidente del Consiglio, sarà davvero possibile?
Parlamentare europeo Ds
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