Letti per voi/L'omosessualità come fatto
politico.
Franco Grillini
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Questo editoriale è stato pubblicato sul sito Gay.it il 25 maggio
Non era mai accaduto che tutti, ma proprio tutti, i quotidiani italiani aprissero con le
prime pagine taglio alto sulla questione omosessuale. L'occasione è la polemica sul World
pride innescata dalle improvvide dichiarazioni di Giuliano Amato, Presidente del Consiglio
dei Ministri, il quale ha definito "inopportuna" la manifestazione di luglio
rincarando la dose con quel "purtroppo" riferito alle garanzie costituzionali in
materia di libertà civili.
Amato, evidentemente, ha voluto "ingraziarsi" la gerarchia vaticana per
accreditarsi come leader del prossimo centrosinistra capace di catturare il voto di centro
identificato tout court con quello cattolico a sua volta identificato con le gerarchie
vaticane. E' evidente che con questa strategia si apre la falla gigantesca del consenso
dell'Italia laica e di sinistra che ormai, giustamente, si identifica con la battaglia di
libertà e democrazia del movimento per i diritti umani delle lesbiche e degli
omosessuali.
Qualcuno si può preoccupare della sproporzione tra le forze del movimento gay e le
dimensioni dello scontro. Tuttavia non si può non registrare l'enorme opportunità che si
offre al movimento in termini di "visibilità" e, soprattutto, di ruolo politico
come mai prima d'ora. E' bene, infatti, che si colga questa occasione per affermare un
ruolo non marginale del movimento "GLBT", per far capire una volta per tutte che
l'omosessualità e i sui diritti sono la cartina al tornasole del tasso di libertà e di
democrazia di una nazione.
In Italia l'inopinata abitudine delle gerarchie vaticane di considerare il paese come
proprio giardino di casa, con logica proprietaria, ha portato ad un intollerabile livello
di intromissione clericale negli affari interni dello Stato. Sul terreno dei diritti e
delle libertà abbiamo subito un'intollerabile veto che non ha consentito, nei 4 anni e
mezzo di governo del centrosinistra, l'approvazione della benché minima norma in materia.
Con l'attuale conflitto sul world pride, quindi, stiamo vivendo il pieno ed irreversibile
"sdoganamento" degli omosessuali e dell'omosessualità perché la sinistra non
è più "imbarazzata" nello schierarsi apertamente e perché una fetta sempre
più grande di italiani si identifica con la battaglia laica e liberale di affermazione
dei diritti individuali di libertà a partire anche dalle rivendicazioni sui diritti umani
e civili del movimento GLBT.
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