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Italia, come punire chi fa ricerca


La testimonianza di un lettore

 

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From: "Massimo Brambilla" brambilla@fisica.uniba.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Cervelli in fuga a Silicon Valley
Date: Mon, 28 Feb 2000 17:36:18 +0100

Vorrei confermare con una testimonianza personalissima, ma di certo non isolata, i problemi evidenziati dalla redattrice dell'articolo, in particolare per quanto riguarda la ricerca accademica alla quale purtroppo ho voluto appartenere.

Ho partecipato ad almeno 5 progetti ESPRIT (Information Technology) della Unione Europea, prima come postdoc, poi come key researcher ed ora come responsabile di gruppo, ho contribuito a portare nel mio Paese più di un miliardo (che per dei teorici come noi e' una cifra elevatissima) che è servito anche a pagare borse di studio, e cioe', nella filosofia del governo, a creare nuovi posti di lavoro (almeno 12 anni-uomo tra il 90 e il 2000). Sono stato tenuto a borse di studio (che fino al 1994 non prevedevano trattamento previdenziale: parliamo di riforma delle pensioni?) fino a 34 anni, poi ho avuto il bene di divenire ricercatore (con 50 pubblicazioni).

Ho passato tre anni con uno stipendio di 1.950.000 lire lavorando 45-50 ore la settimana. Al passaggio della conferma lo stipendio sale a 2.600.000 (con un Ph.D. e 13 anni di esperienza nella ricerca applicata di punta), ma - sorpresa - la legge finanziaria 2000 cancella la riconoscibilita' del dottorato di ricerca ai fini dell'anzianita' in servizio: "Grazie per aver passato tre anni a formarti - nel mio caso a Zurigo - e soprattutto grazie per essere rientrato in Italia"...

Per come e' stata concepita la riforma del reclutamento accademico, ora tutte le facolta' stanno "promuovendo" i loro ricercatori a professori associati, senza riguardo al valore. Cosi' con 70 pubblicazioni sono stato ripetutamente superato da candidati molto piu' deboli, piu' giovani, ma interni (tenderei a confermare le sensazioni del Prof. Celi).

A 39 anni non mi illudo molto: forse trovero' qualcosa fuori dall'Italia, l'alternativa e' fare quello che sono veramente tenuto a fare, e cioe' 350 ore di didattica l'anno, e per il resto godermi altri aspetti della vita... ma di certo non ho motivo di prodigarmi per un Paese che mi ha significato solo disistima e (magari involontaria) irrisione.

Cordialmente

Massimo Brambilla
Dipartimento di Fisica Interateneo
Politecnico di Bari,
Via E. Orabona 4, BARI 70126 ITALY
Tel. +39-080-5443229 / Fax. +39-080-5442434
Email: brambilla@fisica.uniba.it
brambilla@ba.infn.it

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