Il Cammello e' il nuovo esperimento di
Radiorai: in onda su RadioDue tutti i giorni della settimana, e da febbraio anche durante
i weekend, e' un unicum che abbraccia l'intera giornata, creando collegamenti fra uno
spazio musicale e il successivo, fra un'intervista e un servizio di attualita', e fra i
programmi-culto dell'emittente, quelli che il direttore Valsania chiama "i gioielli
della corona": Fabio e Fiamma, Se telefonando, Il ruggito del coniglio, Caterpillar.
A meta' fra il contenitore televisivo domenicale (ma con frequenza quotidiana) e il
flusso musicale non-stop delle radio private (ma con numerosi inserti redazionali), Il
Cammello cerca di conciliare intrattenimento e informazione, la "radio parlata"
con l'hit parade dei brani piu' richiesti, e rappresenta il maggior numero di ore di
trasmissione radiofonica coordinate in un'unica trasmissione attualmente in onda in
Italia. Un esperimento azzardato per una rete istituzionale, e una scommessa professionale
per tutti coloro che ne sono direttamente coinvolti, dai conduttori agli autori (la
redazione e' la piu' vasta per un'emittente di intrattenimento, al di fuori delle testate
giornalistiche), dai dirigenti di RadioDue alla responsabile del programma, Marina
Mancini.
Abbiamo chiesto ad Antonio Santirocco, caporedattore del Cammello, di spiegarci come
funziona il programma, e a tre dei suoi conduttori piu' popolari - Massimo Cervelli,
Sabrina D'Orsi e Roberto Gentile - di raccontarci le loro impressioni "a caldo".

"Il Cammello ha cominciato ad andare in onda il 27 settembre, e conclude il suo
primo ciclo il 21 di gennaio", attacca Santirocco. "L'idea era quella di creare
un flusso di musica commerciale e contemporanea, al ritmo di 12 brani all'ora, che e' la
media delle radio private, inframmezzato pero' dai programmi 'storici' di RadioDue e da
una serie di raccordi promozionali da un minuto per 'lanciare' quei programmi, evitando i
famosi 'buchi' radiofonici fra un'Onda verde e un pezzo musicale.
"All'interno del Cammello, sono incastonati alcuni servizi brevissimi: non piu' di
tre minuti di parlato consecutivi, anche trattando di cose serissime, il che per la Rai,
notoriamente prolissa, e' una vera novita'. I servizi sono di natura diversa: si va
dall'intervista al musicista o allo scrittore alla presentazione di un film al flash su un
nuovo sito Internet. Sono segmenti informativi ma anche divertenti, perche' vogliamo
mantenere il tono dell'intrattenimento, non quello della trasmissione giornalistica. Ci
interessa soprattutto l'agilita' nel passare da Sepulveda a Beppe Signori a Laura Pausini
senza mai storcere il naso, facendo conoscere personaggi diversi a diversi tipi di
ascoltatori.
"E gli ascoltatori a quanto pare ci seguono: i dati sono molto buoni, soprattutto
nella fascia pomeridiana. La fascia piu' difficile e' quella mattutina, perche' il
pubblico di RadioDue a quell'ora e' composto di persone che non erano abituate ad
ascoltare tanta musica. Ma se Il Cammello ha scontentato gli ascoltatori piu' anziani, ha
avvicinato il quarantenne che va a lavorare presto la mattina, e questo ha contribuito a
svecchiare l'ascolto, che era uno dei nostri obbiettivi.
"La redazione e' gigantesca, sia come numero di persone che come quantita' di
materiale che 'passa' quotidianamente. Io ho a che fare con quattro registi, tre
dirigenti, tre redattori, otto conduttori. Spesso faccio la notte, e comunque alle cinque
di mattina accendo la radio per non perdermi l'inizio della trasmissione.
"I conduttori sono assolutamente diversi fra loro per gusti, tipo di conduzione,
sesso e anche eta': i 'giovani', cioe' Flavia Cercato, Massimo Cervelli, Sabrina D'Orsi e
Roberto Gentile, e i 'meno giovani', cioe' Maurizio Becker, Barbara Condorelli, Barbara
Marchand e Riccardo Pandolfi. Ognuno ha la sua specialita': Barbara Marchand si occupa di
New Age, Riccardo Pandolfi tiene uno spazio fisso per i comici, Sabrina D'Orsi spiega al
pubblico le nuove tecnologie. Alcuni lavorano in Rai da anni, altri sono arrivati da poco.
Il tentativo e' quello di creare una grande famiglia, i cui componenti si alternino al
microfono senza soluzione di continuita'".
"C'è un rischio, però", osserva Roberto Gentile, trentenne con un passato
di DJ a TMC2, "quello dell'omologazione totale: la trasmissione viene riconosciuta
come tale nell'arco della giornata, ma i conduttori diventano indistinguibili fra loro.
Oltretutto, mettendo insieme un'umanita' cosi' varia, c'e' il rischio che, invece di un
flusso unico, si crei un'accozzaglia."
"Io e Roberto, che eravamo abituati a lavorare in coppia (al talk show Fusi Orari,
di loro ideazione, nda), siamo riusciti a condurre insieme solo dopo un mese e mezzo
dall'inizio del Cammello", aggiunge Massimo Cervelli, 33 anni, gia' conduttore, oltre
che di Fusi Orari, anche de I duellanti con l'Andrea Pellizzari delle Iene. "Adesso
accettiamo le levatacce - noi che adoravamo dormire fino a tardi - perche' la mattina e'
zona franca, ci sono spazi per parlare di tre, anche quattro minuti, che rispetto a quelli
del pomeriggio sono praterie. Durante il resto della trasmissione riesci appena a
disannunciare un disco e annunciare il successivo, che parte inesorabile."
"Anche io parlo solo due volte all'ora", conferma Sabrina D'Orsi, la piu'
giovane del gruppo (e l'ultima arrivata in Rai: Il Cammello e' il suo primo programma da
conduttrice, prima si occupava della grafica del sito Internet di Hit Parade), che conduce
lo spazio pomeridiano insieme a Cervelli e Gentile, oltre ai miniservizi sulle nuove
tecnologie. "I ritmi sono molto serrati, gli spazi di informazione ridotti, a scapito
dell'approfondimento: una certa superficialita' diventa un requisito necessario, e questo
diminuisce il livello di qualita' della trasmissione."
"A volte e' comodo avere cosi' poco tempo: quando non hai voglia di parlare, metti
il pilota automatico e vai", dice Gentile. "Viceversa quando sei allegro e hai
tante cose da dire la mancanza di spazio e' frustrante, cosi' come e' frustrante la
mancanza di contatto con il pubblico."
"Devastante", rincara Cervelli, nel suo classico tono laconico, quello che,
fra le altre cose, gli fa patire la mancanza di spazi di interazione con gli ascoltatori
("se non parlo con qualcuno, faccio subito dormire"). "E' un formato che
lascia poco spazio alla spontaneita', e la conduzione rischia di diventare
spersonalizzante"
"Adesso pero', dopo qualche mese di rodaggio, il concetto di famiglia del Cammello
comincia a funzionare" dice D'Orsi. "Si e' creato un rapporto di affetto non
solo fra noi conduttori, ma anche con gli ascoltatori, che ci riconoscono come
gruppo."
"La varieta' delle voci che si alternano al microfono, alla fin fine, e' un dato
positivo", aggiunge Gentile, "come lo sono il fatto di eliminare i compartimenti
stagni fra i programmi Rai e la scelta musicale basata sui dischi nuovi".
"Bisogna trovare il giusto equilibrio tra spazi di conduzione e musica, per
utilizzare al meglio il nostro 'mestiere'", conclude Cervelli. "E bisogna creare
gli abbinamenti giusti fra i conduttori: ognuno ha la sua specialita', i suoi punti di
forza. E' un gioco a incastro: il fatto di essere amici, per me e Roberto, e' un bel
vantaggio".