Questo brano è tratto dal
terzo capitolo di Golem idoli e televisioni di Gianluca Nicoletti, in uscita a fine
novembre per le edizioni RAI-ERI
La radio, ad onta di chi la considerava la nonna fuori moda della famiglia delle nuove
tecnologie comunicative, ha iniziato una sua seconda giovinezza mostrandosi più che
adatta al connubio e allibridazione con lInternet. Sono moltissime le radio in
tutto il mondo che si sono espanse in rete, anche in Italia si possono notare interessanti
fenomeni di "comunità" radiofonica che si ritrova a combaciare per una parte
del suo bacino di utenza con unanaloga "comunità telematica".
La rete con la tecnologia Real Player o Media Player, non penalizza eccessivamente il
cambio di hardware (apparecchio radiofonico>computer multimediale) attribuendo al
secondo una funzione (reale) in più: quella di poter ascoltare il proprio programma
daffezione in orario più comodo e non condizionato dalle rigidità di palinsesto.
Questo senza togliere nulla allascolto tradizionale, anzi in certi casi con il
valore aggiunto dei forum, la lettura della posta elettronica, il racconto di notizie,
eventi, curiosità dalla rete che, a loro volta, possono diventare materia di
programmazione radiofonica. Il Golem nella sua versione on line ha già dovuto
affrontare una serie di problemi che sono via via nati dal non facile obiettivo che mi ero
prefissato, quello cioè di dare segni di cambiamento al programma senza però scontentare
gli affezionati alla formula tradizionale.
Ho dovuto quindi tener conto di alcune circostanze che mutavano notevolmente i
parametri del lavoro radiofonico svolto sino a quel momento. All'inizio significa muoversi
in un territorio sconosciuto, stabilire cosa debba contenere e come deve essere impostata
la versione web di una rubrica radiofonica, limportanza del repertorio, il
magazzino, il riuso e la discussione sul materiale audio, scritto e grafico che
"arreda" il sito: ovvero il nuovo club dove si incontra la comunità dei
radio/internet/amatori, rappresentava un primo terreno di riflessione.
In un secondo momento ci siamo posti pure il problema di come spettacolarizzare la
posta elettronica e trasformarla in evento radiofonico (per chi ascolta la radio e non ha
possibilità di collegarsi, la rete deve essere rappresentata come un racconto a puntate),
come usare al massimo il potenziale emotivo dello spaziamento geografico che la rete
permette. Per il solo pubblico della rete, ho fatto realizzare prodotti promozionali da
fornire on line come video-giochi. Poi, secondo le intenzioni, Golem ad
appuntamenti prefissati sarebbe dovuto essere presente in una chat con audio e video. La
trasmissione tradizionale avrebbe dovuto sostenerla e promuoverla continuamente. Dalla
registrazione audio della chat avevo pensato di estrarre i passi più significativi e
originali; con un adeguato lavoro di editing riproporli poi alla radio e
"golemicamente" commentarli e quindi farli cortocircuitare con il materiale
audio/televisivo che già ogni giorno trattavamo.
Laspetto tecnico è semplicissimo: dalla scheda audio si può riversare su
qualsiasi altro supporto tutto laudio che passa per il pc. Il fatto che le
conversazioni che vengono dalla rete non hanno la stessa qualità (in termini di
frequenze) dellaudio radiofonico non fu visto come un limite, ma anzi come un
espediente emotivo di grande efficacia per dare una coloritura diversa e suggestiva a
tutto ciò che accade in rete. La chat avrebbe dovuto veder collegati tra loro più
personaggi noti del mondo del pensiero, del giornalismo, della divulgazione scientifica.
Come una compagnia di pellegrini avrebbero dovuto navigare assieme attraverso i vari
server entrando in discussioni già in corso, contattando personaggi o attribuendosi,
daccordo tra loro, alias di diverso tipo e poi commentando le reazioni e analizzando
i fenomeni comunicativi. Il Golem alla guida della navigazione di volta in volta avrebbe
attribuito i ruoli, animato la discussione, fatto domande, suggerito letture trasversali,
secondo differenti punti di vista, ai suoi ospiti fissi e riproposto il tutto
allascolto del programma radiofonico. Questa fase al momento è stata solo lambita
in occasioni limitate e questo per le oggettive difficoltà nel poter usufruire, in una
struttura nata per produrre unicamente radio, di un supporto tecnologico e informatico che
permettesse la realizzazione del progetto. Il senso di entusiasmo pionieristico ha però
fatto intuire le sconfinate possibilità di sfruttamento di un meccanismo in fondo
abbastanza semplice da progettare, ma sicuramente molto complesso nelle sfumature del suo
utilizzo.
Con ammirevole costanza da anni i golemaniaci si incontrano nel canale IRC: #golem,
preferibilmente il giovedì notte, ma anche durante la settimana. Sono l'avanguardia più
esasperata di un tentativo felice di rottura delle barriere comunicative tra chi produce
comunicazione e chi solitamente la subisce (anche con piacere, s'intende).
Il brano da me "piratato" e tagliuzzato non è significativo di nulla, la
chat dura ore e può passare dall'analisi delle varie proposte di connessione gratuita a
Internet a domandarsi se la poesia sia stata uccisa o no dalla modernità. Trovo però
singolare che adulti con famiglia e impegni sicuramente più impellenti riescano a
ritagliarsi uno spazio di confronto in totale anonimato e senza alcun altro fine se non
quello del piacere della conversazione. I temi sono a volte futili, a volte demenziali, ma
spesso si intravede la volontà precisa di costituire un luogo in cui il pensiero si possa
liberamente articolare senza costrizioni né ipocrisie. Quando mi appaleso in chat con la
mia identità reale sono io a essere torchiato e sottoposto all'implacabile vaglio critico
di chi mi ascolta. Per il conduttore è un esercizio di umiltà utilissimo, ci si rende
conto di quanto l'immagine che ci regala il medium per cui esistiamo sia a volte lontana
dalla nostra limitata realtà.
L'ultima fase di interazione che ho idato è quella di vedere la chat attraverso una
pagina a fumetti. Tra le tante ne ho scelta una secondo me assai graziosa perché non
imita nessuna realtà: è a tutti gli effetti una strip a fumetti Il programma permette di
entrare dentro uno dei personaggi della storia, di crearne di nuovi e di interagire con
varie mimiche e balloon con sconosciuti. La mimica dei peronaggi muta a seconda delle
parole e della punteggiatura grazie ad automatismi sorprendenti: se si scrive ciao il
personaggio saluta con la mano, se si scrive io indica se stesso, se invece si rivolge
direttamente a un altro personaggio del fumetto lo indica con il dito.
Può ridere, piangere, arrabbiarsi o mostrare timidezza o malizia, la storia si
impagina da sola con l'entrata di nuovi personaggi, dei loro discorsi, dei loro pensieri.
Noi abbiamo creato il personaggio del Golem e iniziato una storia che continuerà a
scriveri da sola anche con il contributo del pubblico giorno dopo giorno. Chi lo desideri
può scegliersi un personaggio ed entrare nella nuova dimensione golem-strip, che sarebbe
quella di un fumetto un po arcaico, ma sicuramente per questo più che mai adatto
per scardinare le barriere psico-carnali che separano il Golem dalla natura umana.
Il fatto poi di poter rendere visibile la chat nella versione televisiva di Golem
e di pubblicarla a puntate sulla pagina web contribuisce fortemente ad amplificare la
sensazione di "uscita dal mondo" con la non indifferente componente additiva di
una certificazione televisiva dell'avvenuto passaggio in una realtà separata e condivisa.
Altra vera svolta fu anche lacquisto di un piccolo software che trasformava in
una voce elettronica modulabile un qualsiasi testo scritto. Divenne la formula di
trasformazione radiofonica della e-mail che fino a quel momento mi ero limitato a leggere
come qualsiasi lettera. La voce dava un colorito artificioso e sinistramente sublime alla
posta del pubblico che si animava di vita sintetica, appunto trasformando gli ascoltatori
in una miriade di Golem.
I messaggi golemaniaci perdevano così ogni diritto d'autore, non appartenevano più
nella loro essenza né a me che li ricevevo, tanto meno a chi li aveva pensati e scritti,
avevo tolto loro ogni caratteristica individuale e li disumanizzavo con una voce sintetica
e inesistente. Un acuto ascoltatore lha identificata con quella del servizio 1412
della Telecom: era vero! Risposi alla radio dicendo: "Non vi allieta la possibilità
di questa mortificazione dell'ego a buon mercato? Il vostro pensiero allo stesso rango dei
numeri dell'elenco telefonico
"
La voce sintetica, che nonostante le mie richieste fu destinata ineluttabilmente a non
avere nome, per varie settimane riuscì a destare raccapriccio e timore in gran parte del
pubblico della radio. A qualcuno ricordava le protesi vocali per gli operati alla laringe,
questo accentuò il disagio per l'innesto deformante, quasi la voce demoniaca evocata da
un famoso esorcismo di monsignor Milingo, trasmesso dalla televisione misteriofila, che
mutava timbro e tonalità passando da quella di una bambina a quella cavernosa e profonda
tipica di ogni esorcizzato.
La voce è banalmente essenziale alla comunicazione radiofonica e quella voce
disarticolata appartenente a nessun essere vivente e semplice evocazione sonora di uno
scritto che viaggia scomposto e riassemblato attraverso i mail server mi sembrò la più
golemicamente affascinante possibilità sonora di cui potessi disporre. In fondo anche se
la vecchia radio oggi riposa perfettamente mummificata in un archivio digitale
consultabile nelle Teche Rai, questo è un luogo di evocazione ("teche" come
avelli) per ridare presenza ectoplasmatica ai nostri padri fondatori, per confrontarci
continuamente con le nostre origini.
L'importante è che non ci si allinei alla tendenza televisiva di spacciare il passato
come sostituto del vacuum creativo. La voce degli archivi deve essere un innesto, uno
snodo, un contrappunto continuo con la contemporaneità e con le evoluzioni degli stili
espressivi. Oggi al contrario l'archivio on line di Golem è in file .RA che sono
molto compressi e impoveriti in termini di frequenze rispetto allaudio originale. La
voce in streaming subisce una sorta di mutilazione imprevedibile, ma ci piace che sia
così, ambiamo all'immemoria e non vogliamo finire in un archivio fedele ed eterno, la
dissoluzione naturale deve essere percepibile nel riascolto di una voce che il tempo ha
mutato e che si può riascoltare sempre con sfumature diverse. Può essere cristallina di
notte e a singhiozzo di giorno o viceversa, una voce continuamente mutata dall'ora di
connessione e dalla conseguente congestione della rete.
La voce sintetica era dunque assai affine al Golem pensiero e ci ha permesso una
moltitudine di applicazioni, allinizio fu testata dai radio-ascoltatori che
pensavano fosse un lettore umano elaborato elettronicamente e quindi ci proponevano
difficilissimi scioglilingua da sottoporre al nuovo personaggio, poi cominciarono a
immedesimarsi nel clone elettronico che deturpava il loro ego. La voce, poi, in seconda
istanza, oltre che lettrice di posta, divenne speaker degli annunci in sigla e infine
incarnò un inesistente inviato a cui affidavamo le inchieste più spinose via telefono
per poi in postproduzione sostituire le nostre domande ad altre formulate a misura del
nostro inviato inesistente.
La sua specializzazione presto divenne quella di indagare sui retroscena di molte
messaggerie che usavano numeri a pagamento 166, lo smascheramento di ciarlatani,
chiromanti e pataccari vari e soprattutto fu memorabile nella serie "Telefonic
Broadcast" dedicata agli annunci porno e alle segreterie di prostitute, club di
scambisti e via dicendo. Concludeva ogni servizio con il classico: "Qui voce del
Golem a voi la linea." L'effetto era a volte sinistro altre esilarante, col passar
del tempo mi affezionai alle inchieste con la voce e cominciai a fare doppiare le domande
di ogni intervista dall'inviato inesistente, anzi dagli inviati, visto che la voce può
essere modulata nel tono, nella velocità e nel timbro maschile o femminile. Moltiplicai
la redazione semplicemente sostituendo con una macchina parlante una funzione fino al
momento svolta da umani che naturalmente non avrebbero mai replicato, fino alla virgola,
ogni mio pensiero, come faceva la docile voce del Golem.