Keynes e morto Gianni Riotta
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Questo articolo è uscito su La Stampa (www.lastampa.it)
del 7 Settembre 1999
Quiz politico per lettrici e lettori. Il primo ministro di un
importante Paese scrive di pugno il suo manifesto. Promette di ridurre le tasse, e di
conseguenza la spesa pubblica, prima delle elezioni. Minaccia gli impiegati statali: chi
non accetta i tagli sulla sanità e listruzione verrà licenziato. Conclude con un
sermone morale alle fanciulle: meglio astenersi dai rapporti sessuali per evitare
gravidanze indesiderate. Di quale leader conservatore si tratta? Il giovane George Bush in
corsa per la Casa Bianca? Il premier Aznar, matador di tutte le sinistre? Silvio
Berlusconi in rincorsa verso Palazzo Chigi II?
Risposte sbagliate. La soluzione esatta è "Tony Blair",
primo ministro britannico e simbolo della generazione di sinistra che governa Londra,
Washington, Parigi, Roma e Berlino. Nel manifesto che pubblichiamo in esclusiva, il
laburista Blair disegna una politica che, solo dieci anni fa, sarebbe stata considerata
"alla Reagan", dal presidente americano padre della rivoluzione conservatrice.
Che succede? Perché la sinistra perde colpo dopo colpo in Germania? Leggete laltro
testo che la Stampa ospita oggi, firmato dallillustre sconfitto tedesco, Gerhard
Schroeder.
Il cancelliere socialdemocratico si affanna a ripetere che quando si
arriva alle scelte vitali del pianeta non ci sono formule di "destra o di
sinistra". "E il consenso a stabilire i grandi orientamenti di politica
estera nelle moderne democrazie del dopoguerra". Insomma la sinistra deve parlare con
i toni dei moderati. E allora che cosa ne resta? Solo unalternativa quando i
conservatori hanno stufato?

Per capire lansia di Blair, le sconfitte in serie di Schroeder e
le divisioni che lacerano in Italia lUlivo, dobbiamo tornare proprio alla
rivoluzione di Ronald Reagan, dalla California, a Washington, al mondo. Perché il
reaganismo ha segnato il punto alto dello Stato sociale e della presenza statale
nelleconomia, nella società e nella cultura in Occidente. Da allora il Welfare non
sè più allargato in nessun Paese. Certo, la rete assistenziale resta più solida
in Scandinavia, o in Italia, che non negli Usa, ma non si espanderà più da nessuna
parte, per una generazione. Non, almeno, nel modo familiare a noi, nipotini di Lord
Keynes.
Dopo le sconfitte in Brandeburgo e nella Saar, Schroeder rischia ora la
débâcle nelle sfide in Sassonia (19 settembre), Turingia (12 settembre) e Berlino (10
ottobre). Eppure cè nel suo partito chi, come il leader della Saar, Reinhard
Klimmt, è persuaso che radicalizzarsi a sinistra, arroccandosi sulle pensioni, resti la
strada giusta per battere i democristiani. Una trappola: la sinistra non può aumentare le
tasse, perché da Reagan in poi è mossa suicida. Ma, perduta la possibilità di
intervenire nella società, che sinistra può sopravvivere in Occidente?
Le strategie di ripresa appaiono vaghe. Ritrovare uno spirito di
comunità. Impugnare la rivoluzione tecnologica, come promozione sociale. Saper vedere
nella globalizzazione un alleato dei poveri, non un nemico. Non rinunciare ai propri
ideali di giustizia e uguaglianza, ma farli vivere oggi, e non nel 1960. Blair conclude
"O noi o la destra". Slogan amaro e che non basta a ricreare identità. Perché
gli elettori di centro non si accontentano della scelta e la sinistra perde: alla tedesca.
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