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Da Abano porto la mia azienda in Bosnia

Stella Bianchi

 

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 Bambini bosniaci ospitati da famiglie venete nei momenti più drammatici del conflitto. Inizia così una conoscenza reciproca fra gente di Mostar e gente di Abano e Montegrotto Terme, presto un unico comune con 30 mila residenti. Un rapporto fatto prima di assistenza e solidarietà che diventa poi collaborazione imprenditoriale, rinsaldata dal gemellaggio tra i comuni di Mostar e Montegrotto. Anzi, vera e propria partnership fra imprese venete e bosniache.

Dall'incontro tra imprese venete, in genere di piccole dimensioni, e imprenditori bosniaci, desiderosi di avviare la stessa attività, sono già nate delle società miste, che usufruiscono anche di finanziamenti pubblici italiani e comunitari nell'ambito del progetto JOP. Ci sono, insomma, stabilimenti per l'alluminio, fabbriche di scarpe, allevamenti di polli veneto-bosniaci, come spiega Mauro Donolato, imprenditore e assessore verde alla cultura di Abano.



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E' un modo concreto per aiutare, dal basso, la ripresa della Bosnia e la costruzione, praticamente ex-novo, di un tessuto imprenditoriale locale: nelle società miste, a capitale integrato italiano e straniero, il management e i quadri bosniaci sono coinvolti nella gestione fin dall'inizio. E questo garantisce la tenuta e l'autonomia in prospettiva della nuova impresa. I veneti si trovano quindi nella condizione di esportare know-how, tratto tipico del processo di delocalizzazione produttiva che sta vivendo la regione. Ma come Donolato ci avverte, non dobbiamo leggerla solo come fuga degli imprenditori veneti dall'Italia sia perché, in alcuni casi, ad un trasferimento della produzione all'estero ha fatto poi seguito il rientro in Italia, sia perché l'elemento caratteristico qui è quello della partecipazione nella costituzione di una nuova impresa nello spazio dei Balcani.

Un contributo, quindi, piccolo quanto si vuole ma comunque significativo, alla inclusione di un'area della ex-Jugoslavia nell'economia europea, un'area nella quale, non dimentichiamolo, sono ancora stanziati gli uomini dello SFOR, permangono incertezze sul piano normativo e gli interessi etnici continuano ad essere dominanti, anche sul piano della rappresentanza politica. E il caso di Abano non è certo isolato se regioni come le Marche e l'Emilia-Romagna hanno aperto a Mostar uffici di consulenza per gli operatori economici delle loro regioni.

 


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