Guerra/Tacciano le bombe, parli la politica
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Premesse.
Limmonda teoria della pulizia etnica è intollerabile per un
sistema multinazionale e multiculturale come quello europeo. Così come è intollerabile
lesistenza di un esercito potentemente armato ai confini dellUnione sotto il
controllo di un despota che sostiene una ideologia e un modo di governo che, se si
dovessero rivelare vincenti, rappresenterebbero un pericolo gravissimo per lUnione e
in generale per lassetto politico mondiale.
Tuttavia la strategia apparentemente seguita dalla Nato non ha uno
scopo plausibile e convincente. Infatti i risultati per il momento sono: a) un
rafforzamento del despota, perchè i tiranni sono impermeabili alle sofferenze dei loro
popoli. Quella che nei regimi pluralisti è una debolezza delle azioni impopolari di
governo in una dittatura diventa una risorsa. Le vittime civili e le distruzioni sono
unarma che Milosevic usa spregiudicatamente. La popolazione urbana serba, che è
sempre stata in maggioranza contraria a Milosevic non può esprimere il proprio dissenso
per il dittatore, ma sicuramente coltiva un crescente sentimento contro la NATO che rende
questa alleanza sempre meno adatta ad essere un attore significativo in qualsiasi tipo di
iniziativa internazionale successiva al conflitto. b) La continuazione accelerata della
deportazione di massa per stabilire come fatto compiuto una futura spartizione del Kossovo
e un suo probabile ripopolamento con i rifugiati serbi della Krajna e della Bosnia, prime
vittime della sciagurata politica di Milosevic. c) La distruzione delleconomia
serba, con conseguenze che sono già ora drammatiche, la cui inevitabile e nccessaria
ricostruzione costerà a tutti i popoli europei duri decenni di sacrifici. d) La mancata
distruzione delle forze armate serbe: forse si è ottenuto un indebolimento delle retrovie
militari serbe, e forse di una parte dellesercito, ma quasi certamente non delle
forze paramilitari che sostengono e proteggono Milosevic. E anzi probabile che i
saccheggi, le ruberie e i contrabbandi da sempre parte integrante delle economie di
guerra, rafforzino la cricca di Milosevic e le strutture criminose che sostengono la sua
dittatura. e) Una generale destabilizzazione politica dellarea che favorisce
Milosevic, lunico dittatore con un forte esercito di terra della regione,
probabilmente capace e deciso a usare armi devastanti imputandone la reponsabilità alla
NATO che è laggressore ufficiale. Milosevic, rinunciando a usare i mezzi antiaerei
e aerei a difesa della propria popolazione ed economia si prepara a usarli in una futura
fase della guerra, forse più locale.

Quindi lazione della NATO, per insipienza, errore o per altre
ragioni che solo gli storici delle prossime generazioni - se ci saranno - potranno sapere
, non ottiene nessuno degli scopi plausibili essenzialmente perchè viene a mancare il
punto di appoggio perchè la leva della distruzione non trova il fulcro di una opposizione
capace di restringere Milosevic. Così mentre la NATO bombarda, Milosevic fa politica, con
i suoi potenziali alleati, Russia, Bielorussia e forse anche Grecia, contro il popolo
kossovano di etnia albanese, e in ultima analisi contro il popolo serbo usato come scudo.
Occorre rovesciare completamente la filosofia dellintervento e
riprendere in mano la politica con un piano clamoroso che permetta di perseguire
lindebolimento militare di Milosevic, che fermi le distruzioni economiche
nellarea e apra una prospettiva chiara di pace e sviluppo nellarea aperta a
tutte le popolazioni della regione.
Un piano per uscire dal pantano.
1) Interruzione immediata unilaterale e incondizionata dei
bombardamenti sul territorio della Repubblica di Serbia.
2) Le azioni belliche vengono limitate a quelle che hanno per obiettivo
le truppe serbe, polizia, paramilitari ed esercito che agiscono in Kosovo.
3) Proclamazione di un piano massiccio di intervento umanitario e
ricostruttivo per tutte le popolazioni.
4) Il piano potrebbe mettere immediatamente sul tappeto le risorse che
sarebbero altrimenti impiegate per proseguire la guerra. Ma molte altre vanno trovate e i
governi dellUnione possono da subito riconvertire lopposizione alla guerra in
un sostegno per un piano di grandi ambizioni capace di offrire una prospettiva per il
prossimo secolo.

5) Il piano dovrebbe puntare pesantemente su segmenti selezionati della
popolazione. Dovrebbe contenere iniziative volte a sottrarre le giovani generazioni di
tutte le popolazioni della regione al prevedibile clima di risentimento, odi, frustrazione
e disperazione che qualsivoglia pace lascerà sul terreno. Per esempio potrebbe contenere,
tra laltro, un progetto di formazione e qualificazione dei giovani di tutti i paesi
coinvolti presso le università europee. Ogni ateneo si quota per ospitare un numero
minimo di studenti. La Commissione mette a punto un piano per il contatto via rete di
tutti gli studenti compresi quelli rimasti nelle università della zona che potrebbero
essere compensati con borse di studio, in modo da formare una futura classe dirigente
balcanica abituata a lavorare assieme senza distinzione di etnie. Il target potrebbe
essere quello di un milione di studenti per i prossimi tre anni. Uno studente
universitario costa in Italia circa 10 milioni, ma il costo aggiuntivo non sarebbe più
della metà, cui aggiungere un costo di mantenimento a prezzi di terzo settore per un
totale di 20 milioni di lire. Ma si tratta di un costo molto teorico con un costo reale
molto inferiore. Un milione di studenti costerebbe tra 10 e 15mila miliardi, ma una guerra
di terra per un anno non costerebbe molto meno. La Commissione può usare molte leve per
incentivare una azione dal basso in questo senso, per esempio gli atenei che non si
quotano possono essere esclusi dallaccesso alle risorse di ricerca della Commissione
per un certo periodo di tempo.
Si tratta di un esempio, forse ingenuamente utopico, delle proposte
possibili in un quadro di ripresa dellazione politica, ma senza qualche iniziativa
clamorosa e coraggiosa che capovolga la conduzione strategica della guerra senza
comprometterne i fini cè il rischio che la guerra si estenda o si concluda con un
fallimento economico, morale e psicologico di proporzioni incalcolabili.
Copyright l'Unita'/Caffe' Europa
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