| Il forum dei teenager 
 
 
 a cura di Michela Gentili
 
 
 
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 Otto adolescenti intorno al tavolo della sala riunioni di Caffè
          Europa. Otto ragazzi e ragazze dai 13 ai 18 anni, pronti a
          raccontarsi e a raccontare la loro "età incerta", come l'ha
          definita Silvia Vegetti Finzi, che a questa stagione della vita ha
          dedicato il suo ultimo saggio, scritto con Anna Maria Battistin (vedi
          articoli collegati).
 
 Proprio da questo saggio ha preso spunto la discussione, che ha
          toccato alcuni degli argomenti più significativi per i giovani: il
          rapporto con la famiglia e con gli amici, paure e speranze, la scuola
          e la preparazione al futuro lavorativo.
 
 Gli otto partecipanti al forum sono diversi per età, studi,
          background familiare. Ma dopo oltre un'ora di discussione, a volte
          anche accesa, hanno trovato molti punti in comune, e alcuni di loro se
          ne sono usciti dalla redazione insieme, per proseguire il dialogo al
          di fuori degli sguardi critici degli adulti.
 
 Silvia Vegetti Finzi, che ha seguito il forum al telefono in viva
          voce, ha commentato alcuni dei loro interventi (potete leggere i suoi
          commenti nel resoconto che segue), rimarcando in seguito che il gruppo
          le è sembrato particolarmente vivace e partecipe.
  
 Ecco le loro risposte - dirette, esaurienti, e qualche volta davvero
          sorprendenti.
 
 E’ vero che l'adolescenza è un’età difficile?
 
 Shankaron, 13 anni: Dipende, ci sono momenti alti e momenti
          bassi.
 Svenja, 13 anni: Io non l’ho ancora vissuta tutta, ma per
          quel ho vissuto posso dire che la trovo divertente
 Luca, 18 anni: Io sono arrivato alla fine dell’adolescenza,
          perché sto ormai entrando nell’età adulta, ma è vero che ci sono
          sia alti che bassi, cose positive e negative, dipende dai punti di
          vista e naturalmente dalle varie cose che ti possono capitare.
 Giordano, 17 anni: Anche se mi affido molto all’educazione
          dei genitori, che sono una presenza costante nella mia vita, sono d’accordo
          con l’affermazione di Shankaron: nell’adolescenza ci sono momenti
          alti e momenti bassi, a volte sei al settimo cielo a volte ti vorresti
          davvero uccidere.
 
 Qual è il rapporto con i tuoi genitori?
 
 Giordano Non proprio di amicizia e di apertura totale, ma la loro
          presenza è costante: sanno consigliarmi, mi danno risposte anche
          quando non riesco ad esprimere i miei problemi, mi sanno comprendere e
          aiutare. Io sono una persona molto riservata e difficilmente chiedo
          consiglio a mia madre o a mio padre, ma loro riescono a capirmi lo
          stesso, e mi hanno saputo dare consigli molto utili.
 Luca Con i miei genitori ho due rapporti diversi: con mia madre
          è un rapporto confidenziale, con mio padre tutt’altro. Non parlo
          molto dei miei problemi con lui, anzi cerco di evitare, perché so che
          non sa darmi le risposte che viceversa riesce darmi mia madre. Con lei
          non ho solo un rapporto madre-figlio ma anche un rapporto di amicizia:
          è un madre comprensiva, posso parlare di argomenti sessuali senza che
          lei si scandalizzi.
 Shankaron Anche io sono abbastanza riservata, parlo solo con
          mia madre soprattutto quando mi piace un ragazzo. Mio padre, invece,
          è indifferente a queste cose, non vuole mai sapere nulla, e quando sa
          che una mia amica si è fidanzata mi fa domande così stupide che sono
          quasi felice che non chieda a me le stesse cose.
 Svenja Io non sono riservata, ma con i miei genitori ho un
          brutto rapporto: mio padre vive in Germania e lo vedo solo due volte l’anno,
          mia madre invece è sempre un po’ isterica e non mi va di parlare
          con lei.
 Piercarlo, 17 anni: Il mio rapporto con i genitori è
          molto indipendente, io non ascolto loro e loro non ascoltano me. C’è
          incomprensione anche se non parliamo, e io non accetto consigli
          perché preferisco risolvere le cose da solo.
 
 “Il padre di oggi è l’esatto contrario del gigante monolitico che
          in passato dominava la scena familiare. Salvo eccezioni, appare sempre
          più come una figura mite, conciliante, più incline ad aggirare i
          conflitti che ad affrontarli”. Che cosa pensate di questa frase
          tratta dal libro di Silvia Vegetti Finzi “L’età incerta”?
 
 Giordano Secondo me la donna è la presenza predominante della
          famiglia. Nel corso dei secoli è stata discriminata e condannata, ma
          è sempre stata lei la colonna portante della famiglia, mentre l’uomo
          ha avuto soltanto per antonomasia il suo ruolo di “gigante”.
          Adesso che la donna ha raggiunto la sua indipendenza e non è più
          emarginata il suo ruolo fondamentale è evidente. Nella mia famiglia
          il ruolo di mia madre predomina su quello di mio padre. Non è una
          cosa esplicita, però la sento guardando attentamente i loro
          comportamenti.
 Shankaron Quando in famiglia c’è una discussione sulla casa
          o sui pagamenti, mia madre vuole affrontare l’argomento mentre mio
          padre cerca sempre di cambiare discorso.
 Luca Io sono dell’opinione che anche se all’inizio era
          sottomessa, ultimamente la donna è emersa sia nel campo familiare che
          nella società. Quando lavorava dentro casa, la donna dipendeva dall’uomo
          che guadagnava e “portava avanti la baracca” , di conseguenza era
          costretta a fare anche ciò che l’uomo le imponeva anche contro la
          sua volontà. Ora invece ha un’autonomia personale perché lavora e
          quindi la sua vita nella società è migliorata: non è più
          sottomessa nei confronti dell’uomo, ha più libertà, più scelta,
          più voce in capitolo. I miei genitori sono separati. Il rapporto con
          mio padre non è idilliaco, ci sentiamo poco, non riesco a trovare un
          contatto, a dialogare con lui. Con mia madre, invece, anche se lavora
          tutto il giorno, riesco sempre a trovare punti in comune.
 Giulia, 15 anni: Anche i miei sono separati, ma la separazione
          per me è stata quasi un inizio. Il rapporto con mio padre è
          cominciato subito dopo il divorzio, perché quando i miei vivevano
          nella stessa casa c’era una tensione terribile e nel momento in cui
          mia madre entrava in casa, mio padre usciva. So che mio padre mi ha
          sempre voluto bene, ma il rapporto umano tra noi è cominciato due
          anni fa ed io non pensavo che sarebbe stato possibile, perché prima c’era
          zero totale. Devo dire che con lui posso ragionare di certi argomenti
          più di quanto io riesca a fare con mia madre: è più aperto, mi dà
          libertà, mi responsabilizza
 Alice, I miei genitori sono separati. Vedo poco mio padre ma
          quando lo vedo il dialogo è più significativo che con mia madre.
 Marzia, 14 anni: Mio padre lo vedo solo due volte l’anno e
          quando capita non so che dirgli. E anche con mia madre non parlo
          volentieri.
 
 Vi sentite incompresi?
 
 Marzia Non mi sono mai aspettata comprensione dai miei genitori,
          fin da quando ero piccola, e non l’ho mai avuta.
 Alice Mia madre ci prova ed è convinta di capirmi, mentre mio
          padre tende a fare discorsi filosofici, però mi ascolta e gli fa
          piacere quando gli parlo di me.
 Giulia Mi risulta facile parlare con mia madre, visto che sono
          una ragazza. È la persona che stimo di più in assoluto. Tra noi c’è
          un bel rapporto, non ci sono segreti. Mentre mio padre mi ritiene
          matura per le cose superficiali, come uscire la sera, ma non mi
          ritiene abbastanza matura per affrontare altri tipi di argomento, come
          la separazione. Lui mi ha spiegato che questo comportamento deriva in
          parte dal fatto che mi vuole vedere ancora come la sua bambina.
 
 Silvia Vegetti Finzi scrive: “Al messaggio esplicito che i genitori
          di oggi comunicano ai figli - cioè diventa grande, autonomo, adulto -
          in molti casi si sovrappone quello inconscio - sei ancora piccolo, non
          sei in grado di sbrigartela da solo”. Siete d’accordo con questa
          affermazione?
 
 Luca Io ritengo di essermi formato da solo, e col passare degli
          anni penso di avere raggiunto un buon livello i maturità, non perché
          me l’hanno insegnano gli altri ma perché l’ho appurato con
          esperienze che mi sono servite nella vita. Devo dire anche che ho
          avuto molta libertà in tutte le cose che ho fatto, non ho mai avuto
          restrizioni, obblighi, e mi sono sempre assunto la responsabilità dei
          miei sbagli, cercando di non ripetere i miei errori.
 Giordano. Da parte mia, devo ringraziare i miei genitori
          perché mi hanno lasciato libero ma nello stesso tempo mi hanno
          corretto, e lo fanno tuttora. Anche io, come Luca, mi sento una
          persona responsabile. Ho imparato a comprendermi da solo più che ad
          essere compreso, rifletto con me stesso, non ho persone con le quali
          mi apro completamente. Come sono lo so solo io e ne sono anche geloso.
          In caso di problemi più che con i miei genitori mi confido con la mia
          ragazza che svolge un ruolo fondamentale nella mia vita. Se lei non c’è
          tengo tutto per me e cerco di trovare soluzioni da solo, senza
          chiedere consigli a nessuno
 Svenja Io non mi confido con i miei perché non hanno tempo.
          Mio padre lo vedo due-tre volte l’anno, mia madre lavora
          continuamente e io sto quasi sempre con le donne di servizio.
 Shankaron Ho l’impressione che mia madre si comporta con me a
          seconda di come le fa comodo. Quando non può andare a comprare la
          carne, che sta lontano da casa, mi dice: “Sei grande, puoi andarci
          tu!”, quando invece voglio uscire e andare in giro, anche più
          vicino di dove si compra la carne, mi dice che non si fida a lasciarmi
          uscire da sola e mi costringe a chiamare qualche amica.
 
 Con chi vi confidate?
 
 Luca Io mi confido con Giordano, lo conosco da tre anni e siamo
          molto amici, ma in linea di massima con la mia ragazza. Sono cinque
          mesi che sto con lei ed è una ragazza molto matura, le racconto cose
          che ad un’altra ragazza non avrei mai raccontato.
 Giulia Innanzitutto tengo a precisare che anche se ho un buon
          rapporto con mia madre, non le dico proprio tutto. Io tendo ad avere
          più amici che amiche, di vere amiche ne ho proprio poche, si contano
          sulle dita di una mano. Trovo che i ragazzi abbiamo la tendenza ad
          essere più sinceri, ho riscontrato che in molti casi non hanno
          problemi a dirti le cose come stanno. Io racconto tutto al mio
          migliore amico, anche se da tre anni intrattengo con lui rapporti solo
          telefonici perché abita a Novara, ci sentiamo praticamente tutti i
          giorni ed è un ragazzo molto maturo che sa capire benissimo le mie
          sensazioni. Ovviamente parlo anche con le mie amiche, ma da lui mi
          sento compresa sotto tutti gli aspetti, perché mi sa dare consigli,
          sa ascoltarmi e quindi è la persona con cui mi confido di più.
 Marzia Io mi confido con Alice e, quando scoppio, con le altre
          mie amiche a cui tengo.
 Alice Quando c’è, mi confido con il ragazzo, ma solo se se
          lo merita, normalmente con gli amici maschi. Secondo me l’amicizia
          con un maschio è sempre più bella, perché non c’è invidia o
          competizione. Io tendo a dire tutto di me senza problemi anche a
          persone con cui non ho rapporti molto stretti, mentre magari certe
          cose veramente importanti non le dico a nessuno. Con i miei non mi
          confido perché ci sono aspettative diverse, hanno avuto un genere di
          vita molto distante dal mio e spesso tendono a giudicare. Mia madre
          alla mia età studiava solo e non usciva mai, a me piace andare a
          scuola, ma la mia vita non esisterebbe senza i rapporti sociali, che
          sono una delle cose più importanti, se non li avessi, cadrei in
          depressione! Di mio padre so poco, so solo che andava male a scuola,
          nient’altro. I miei genitori dovrebbero cercare di capire come sono,
          ma senza dare giudizi. Per esempio, mio padre abita a Genova ed è
          convinto di sapere tutto di me: quando gli dico che sono uscita, lui
          pensa di sapere esattamente ciò che ho fatto, ma non è vero, non lo
          sa, perché non è mai venuto qua e non ha mai visto dove vivo.
 Svenja Con i genitori non mi sono mai confidata e non mi
          confiderò mai. Mi confido con il mio amico del cuore.
 Shankaron Io non sto stare zitta, mi confido anch’io con un
          amico, con l’amica del cuore e con il mio diario.
 Piercarlo Io mi confido con le persone a cui voglio bene, con
          un amico o anche con una persona che conosco da cinque minuti, di
          certo non con Dio o con la famiglia. Comunque, non con un’amica
          perché non credo assolutamente all’amicizia tra maschi e femmine
 
 Avete la sensazione che alla vostra età tra maschi e femmine ci sia
          un’uguaglianza maggiore di quella che c’era un tempo?
 
 Shankaron Secondo me maschi e femmine non sono mai stati uguali.
          Nella mia classe la maggior parte dei ragazzi sono molto infantili,
          sono ancora bambini. Il ragazzo con cui mi confido, invece, mi sembra
          molto maturo.
 Svenja Anche se lui è maschio ed io femmina, io e il mio
          migliore amico abbiamo sempre le stesse idee, io a lui dico tutto e
          sento di avere lo stesso valore, le sue stesse possibilità.
 Alice Secondo me le idee magari possono essere uguali però
          metterle in pratica è sempre diverso. Io non avrò mai la libertà
          che ha un mio amico, credo che sia difficile essere uguali.
 Giulia Credo che ci siano delle differenze tra ragazzi e
          ragazze. Per esperienza personale, penso che talvolta sia più facile
          trovare delle affinità con un ragazzo piuttosto che con una ragazza.
          A volte lo scambio di idee è più vasto e più interessante, ti può
          aiutare a vedere le situazioni dal punto di vista maschile, ti
          permette di avere un’ottica più ampia nei confronti della vita in
          generale e poi, ribadisco, il grande vantaggio di un amico ragazzo è
          che è completamente eliminato il problema di una possibile invidia,
          della competizione, anche nelle cose stupide.
 Luca Io sono dell’opinione che maschi e femmine devono essere
          giudicati dalla maturità che assumono in se stessi, nel senso un
          ragazzo di diciotto anni può essere meno maturo di uno di quindici.
          Stesso ragionamento per le ragazze, ci sono quelle più mature
          rispetto all’età che hanno e viceversa. L’età per me non ha
          importanza, è tutta una questione di educazione data dai genitori nel
          passato e portata avanti nel tempo. La base sta nell’educazione che
          ricevi dalla famiglia: se la famiglia ti segue, tu avrai un’educazione
          tale che renderà presto maturo, mentre se fai parte di una famiglia
          sbandata, che non ti segue, crescerai nella strada sbagliata.
 Alice Però ci sono alcuni ragazzi della mia classe che sono
          seguitissimi dalla famiglia, ma sono degli idioti, si tirano le penne,
          si sputano.
 Svenja Io mi volevo riallacciare al discorso di Alice che dice
          che i ragazzi troppo seguiti sono degli idioti. Infatti ci può essere
          anche un’esagerazione in questo senso. Conosco una ragazza troppo
          seguita dalla famiglia che è un po’ troppo bigotta.
 Piercarlo Se uno è troppo seguito, può reagire anche con la
          ribellione
 Giulia Ovviamente dipende anche dal modo in cui uno è seguito.
          Se hai dei genitori che vogliono essere partecipi della tua vita ma si
          rendono conto dei limiti che non vanno oltrepassati va bene, ma se
          sono genitori che si dimostrano invadenti, che tendono a prevaricarti,
          a darti lezioni di vita che a te non servono, che ti impediscono di
          fare esperienze perché ti danno sempre “la pappa pronta” e non ti
          lasciano vivere la tua vita liberamente, nei limiti di quanto sia
          possibile essendo minorenni, in questo caso vengono su degli idioti
          che si ritrovano a 20 anni abituati ad essere serviti e riveriti. Io
          ho solo quindici anni, ma nel mio piccolo le esperienze le ho fatte
          perché i miei genitori, per quanto pieni di difetti, non si sono mai
          presi la libertà di prevaricarmi o di impedirmi di fare le mie
          esperienze. Il mio bagaglio, per quanto piccolo, ce l’ho e me lo
          gestisco a modo mio.
 
 Quali sono i vostri valori?
 
 Giordano Ne esiste uno che si ramifica però in modo molto più
          ampio, quello della famiglia. La famiglia è un punto di partenza dal
          quale maturano i figli, ma anche i genitori stessi che cercano di
          adeguarsi alle nuove tendenze e al nuovo modo di pensare. Un altro
          valore è l’amore, per la famiglia, per la moglie o la ragazza che
          si ha. Per me la famiglia contiene tutto il resto, se una persona ha
          alle spalle una famiglia che gli ha dato delle basi corrette e ben
          definite, sarà una persona che si troverà benissimo e saprà anche
          adeguarsi alle diverse situazioni che si verranno a creare.
 Luca Sono dell’opinione che l’amore è importante, ma lo
          metterei allo stesso livello della fede. Io sono molto cristiano,
          anche se da quando ho fatto la prima comunione vado poco o per nulla
          in Chiesa, ho molta fede in Dio e ogni sera devo fare per forza una
          preghiera, altrimenti non dormo. Per me la fede è importante, ma lo
          è anche l’amore, non nei riguardi dei genitori, ma nei riguardi
          della ragazza, che è un amore diverso. Anche se i miei genitori mi
          hanno sempre voluto bene, io ritengo che questi cinque mesi passati
          con la mia ragazza equivalgano ai diciotto anni passati con i miei
          genitori, perché con la mia ragazza ho un rapporto speciale, sto
          molto bene. La fede e l’amore, quindi, per me sono i valori
          principali.
 Giulia Purtroppo, non posso essere d’accordo con Giordano e
          con Luca perché, non avendo mai vissuto in una famiglia unitaria, io
          il senso della famiglia non l’ho mai avuto, anche se non mi è mai
          mancato l’amore dei miei genitori. Mi sarebbe piaciuto avere l’idea
          di famiglia, ma da quando ho cinque anni vivo in una situazione
          familiare scombussolata e non posso creare questo valore dal nulla.
          Per quanto mi riguarda il valore in assoluto più importante è la
          sincerità, in qualsiasi tipo di rapporto con altre persone. Spesso la
          gente tende a ad essere ipocrita e per questo si possono avere brutte
          esperienze. Anche se non so se può definire un valore, per me è
          importante l’indipendenza, non quella economica ma quella personale.
          Non bisogna farsi influenzare dalle altre persone, ma riuscire a
          formarsi una propria personalità, senza chiedere sempre il parere di
          qualcuno prima di esprimere una propria opinione, bisogna mantenere la
          propria mentalità ed esprimere i propri valori a prescindere, anche
          in mezzo ad una folla di persone che cerca di farti cambiare idea.
 Marzia Secondo me per tutti sono importanti valori basilari
          come l’amore, perché senza amore non si può vivere. C’è bisogno
          dell’appoggio di qualcuno altrimenti ci si trova soli al mondo. È
          importante anche, come diceva Giulia, l’indipendenza.
 Alice Io veramente non ho mai pensato ai valori. Secondo me non
          basta un valore solo, sono molte cose insieme che ti danno l’armonia,
          sicuramente l’amicizia, ma da sola non basta quindi anche l’amore
          e l’autonomia. La fede no, perché non ci credo.
 Shankaron Per me tutte le cose positive sono valori.
 Svenja Sono d’accordo con Alice: anche per me è un’armonia
          fra varie cose.
 Pierpaolo I miei valori non rispecchiano quelli detti finora, in
          fondo anche sesso, droga e rock&roll possono essere valori. Un
          valore importante secondo me è l’amicizia, anche se non credo
          assolutamente a quella tra uomo e donna.
 
 Cercate di rispondermi d’istinto: che cosa vi fa paura?
 
 Giulia La solitudine, penso che non sopravviverei più di cinque
          minuti da sola. Naturalmente non parlo della solitudine per scelta, un
          conto è che uno decide di stare da solo per un po’ perché magari
          ha bisogno di riflettere, questo va bene, però non sopporto l’idea
          di essere abbandonata. La paura più grande per me è l’abbandono,
          la distanza dalle persone che amo.
 Marzia Rimanere sola, non avere una persona che mi vuole bene
 Svenja Ho paura del dolore e della solitudine
 Alice Sicuramente la solitudine, io ho il complesso che mia
          madre mi abbia abbandonata.
 Piercarlo A me fa paura… la vita.
 Giordano Ho paura di tutto ciò che non conosco, a cui non
          posso dare una risposta, dell’ignoto, dell’esoterismo, di ciò che
          so che esiste che nessuno gli può dare una spiegazione.
 Luca Non sopporto la menzogna, che una persona ti fa buon viso
          davanti e poi ti pugnala alle spalle. Ho paura del tradimento, non
          solo amoroso ma anche di quello di un amico. Io preferisco che tu mi
          dica in faccia le cose, almeno so che tipo di persona ho di fronte e
          che comportamento devo adottare in quella determinata la circostanza.
          Un’altra grande paura è la morte delle persone a cui voglio bene,
          penso che sia un dolore atroce.
 
 Che atteggiamento avete nei confronti del futuro?
 
 Piercarlo Il futuro va preso con calma, secondo me è più
          importante imparare a vivere bene il presente. Io ne ho un po’
          paura, mi spaventa l’incertezza di non sapere cosa sarò o il fatto
          che le persone che amo mi possano lasciare solo.
 Alice Non ci penso molto, sono d’accordo con Piercarlo che è
          giusto vivere il presente. Io me lo immagino spettacolare il futuro,
          poi pensandoci bene vedo un sacco di ostacoli e allora mi viene il
          dubbio che non sarò in grado di affrontarlo. Anche a me spaventa il
          fatto che possa morire qualcuno dei miei cari, soprattutto mia nonna.
 Marzia Io sono fatalista: se succede succede, si cerca di
          evitare ciò che si può, si studia per un lavoro, ma non si può
          vivere per il futuro. Comunque, non penso che ciò che sto studiando
          adesso mi potrà servire per il futuro, non penso che conoscere come
          è fatto il cuore dell’ape potrà un giorno servirmi a qualcosa.
 Giulia A me il futuro affascina. Io amo sognare, non mi piace
          progettare o pianificare le cose, perché non sono una persona precisa
          e pignola, però mi piace immaginare come potrà essere. Sono molto
          curiosa e la curiosità cresce con me, quindi ogni volta che si
          presenta una novità sono felice. Mi piacerebbe farmi leggere i
          tarocchi, l’incognito mi incuriosisce non mi fa paura, sono sempre
          alla ricerca di qualcosa di stimolante.
 Luca Sono d’accordo sul concetto di vivere giorno per giorno,
          come dice Piercarlo. Tu puoi progettare quello che farai in un futuro
          prossimo, ma non sai se veramente quello che stai progettando si
          avvererà. È giusto vivere giorno per giorno al propria vita, il
          futuro viene con il presente, presente e futuro sono la stessa cosa,
          perché il futuro è agganciato al presente.
 Giordano Sono ottimista e realista verso il futuro, non me ne
          faccio un problema. Penso che il presente di oggi sia il futuro di
          domani. A me piacerebbe diventare un grande chef, è il mio sogno e
          studio per questo, mi impegno, mi ci dedico con tutta la passione
          possibile e mi riesce bene perché mi piace profondamente. Io ho la
          sensazione che ciò che ho studiato mi servirà, ad esempio quest’estate
          vorrei andare a lavorare sulle navi crociera. Non avrei problemi a
          spostarmi dall’altra parte del mondo o a lavorare sotto casa. Sono
          ottimista e convinto di ciò che faccio, e penso che la convinzione
          sia la prima marcia.
 Svenja Non ho mai pensato al futuro, voglio vivere giorno per
          giorno.
 Alice La mia peggiore paura per il futuro è quella di non
          essere preparata. Quello che ho fatto a scuola non mi servirà mai,
          non vedo perché devo sprecare il mio tempo a studiare cose inutili,
          non ha senso.
 
 Avete l’impressione di avere voce in capitolo nella società?
 
 Alice La mia esistenza è su un altro piano, non ci sono molti
          punti di incontro col mondo politico. Se io vado da un politico e gli
          dico qualcosa non è che cambia molto, non mi ascolta neanche mia
          madre. Non c’è molto da fare.
 Svenja Non c’è contatto con il mondo politico.
 Marzia La maggior parte della società neanche sa che sono al
          mondo quindi non posso avere voce in capitolo. La politica la sento
          molto lontana, è un altro mondo.
 Giulia Non sarei così pessimista, non mi piace buttarmi giù.
          È vero che il singolo da solo non conta così tanto ma
          collettivamente si. Per me è importante una manifestazione o fermarsi
          a parlare di politica con persone da cui posso ricevere più
          informazioni, anche una litigata o una discussione forte può essere
          interessante. C’è la politica dello Stato e quello che uno può
          fare nelle scuole o nell’ambiente che si frequenta, ci possono
          essere scambi di idee a livello collettivo, se c’è l’opportunità
          con la scuola o la classe di intervenire attivamente su argomenti che
          mi interessano, lo faccio.
 Luca Io non capisco niente di politica e non mi interessa
          proprio. Nell'ambito scolastico un minimo di interesse c’è, quando
          si fanno discussioni intervengo, per il resto mi sento un piccolo
          punto in un grande spazio. Per me non è il singolo che conta, ma la
          massa. Tu puoi essere d’accordo con un altro gruppo di persone e
          allora siamo d’accordo che quel gruppo può influire in un certo
          qual modo sul pensiero a livello politico. Della politica dei
          parlamentari non ne frega assolutamente niente, non mi interessa
          perché il voto non influisce, alla politica scolastica partecipo
          perché mi sento in grado di poter parlare. A livello scolastico il
          cerchio si restringe e tu hai più voce in capitolo.
 Giordano La mia più grande paura è non sapere, odio essere
          estraniato dalle discussioni, non voglio essere al centro ma
          partecipare sempre. Mi piace informarmi, sapere un po’ di tutto e
          partecipare alle discussioni. Mi interessa la politica, ma solo sulle
          cose attuali. Difficilmente mi schiero da una parte o dall’altra,
          sono aperto alle opinioni di tutti, in caso in cui fossi costretto a
          scegliere sceglierei la parte che mi conviene di più, che mi giova
          maggiormente. Se devo votare per qualcuno voglio sapere chi è, il mio
          voto non deve andare perso
 Piercarlo Io non mi rispecchio in nessuna parte politica, di
          destra, sinistra o centro.
 
 
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