Quando la lettura diventa navigazione
Piero Comandè
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La vendita del CD della Letteratura italiana
Einaudi a cura di Alberto Asor Rosa in allegato a "Panorama"
riapre la discussione sul rapporto fra testo e tecnologie digitali e
le nuove forme che ha assunto la lettura. Già nell'edizione
originaria dell'opera il punto di vista sistemico prevaleva su quello
storico-lineare: l'architettura ipertestuale sembra portare a
compimento tale epistème originaria fatta di incroci e di
catene conoscitive. Perduta la linearità del testo, ci si apre alla
progettazione ed alla sperimentazione di molteplici percorsi. Si
assiste alla metamorfosi della storia letteraria in un mezzo -
l'ipertesto - che comprime il tempo e frantuma gli spazi: museo
didattico, dove passeggiare, fermarsi, tornare indietro e poi
riprendere il cammino. In questi nuovi confini - si è usata la
metafora della mappa geografica - la lettura diventa navigazione,
un'attività libera e personale, persino egocentrica, insofferente
alla disciplina ed alle discipline.
Sostituito il libro con il CD - una forma disciplinata di Web - è
difficile separare il testo dalle tecnologie: cambia la lettura,
diventa navigazione, composizione di mappe concettuali. Queste
introducono una componente esplicitamente ludica nella frequentazione
dei classici. Si definisce un modello di apprendimento in cui
convivono la dimensione simbolico-ricostruttiva e quella
percettivo-motoria: il navigatore-lettore ne ricava un'esperienza
dell'interattività assai simile a quella che offrono i videogiochi.
Egli è intrinsecamente attivo, impegnato da motivazioni significative
in un "fare" ed ogni suo passo è una risposta ha ciò che
percepisce nell'ambiente. Questo apprendimento esperienziale
appartiene alle fasi più arcaiche dell'evoluzione umana e ad esse
facciamo ricorso non appena possiamo. Di qui il piacere che se ne può
ritrarre e, probabilmente, l'attenzione che ad esse prestano le
operazioni editoriali mirate al grande pubblico.
Non sfuggono ad osservatori attenti i limiti di questa nuova posizione
del lettore in una società nella quale il modo in cui noi creiamo ed
elaboriamo la conoscenza è profondamente mutato. Ci accorgiamo ogni
giorno della crescita esponenziale dell'informazione, notiamo come
prevalgono modalità non alfabetiche di acquisizione: il libro ha
cessato di essere il mezzo esclusivo di formazione del sapere
(probabilmente per molti non è neanche il più importante). Da più
parti, anche con valutazioni diverse, si segnala l'arretramento della
scrittura dinanzi all'oralità, alla visione, all'esperienza. La
tecnologia e l'industria dell'audiovisivo - fotografia, cinema,
televisione, multimedialità - hanno imposto la loro centralità,
riforzando l’ascolto e la visione non alfabetica. Cresce il timore
che le tecnologie digitali polverizzino il sapere in “record”
generici e disarticolati. Né manca l’allarme per la perdita
dell'intelligenza sequenziale, sostituita da quella simultanea, per l’indebolimento
delle capacità analitiche e ricostruttive del pensiero, specialmente
dei giovani.

La Letteratura italiana Einaudi distribuita con "Panorama” si
inserisce in tale problematica, evidenziando il rapporto fra le
tecnologie digitali, la crisi del canone e della stessa idea di “classico”
- (intercettati nel dibattito fra Alberto Asor Rosa, Marco Belpoliti
ed Alberto Abruzzese in occasione della presentazione dell’opera
presso la Società Dante Alighieri di Roma, il 23 ottobre 2000). La
scrittura e la lettura paiono uscire fuori da queste cornici,
inseguendo interessi e bisogni particolari irriducibili all'ordine;
ciò che renderebbe inutile persino l'attesa di una ricomposizione.
Quest’operazione è proposta quando a molti la letteratura sembra
aver perso il ruolo, che un tempo aveva, di genesi di valore e di
modelli di comportamento. La frantumazione dello spazio, consentita
anche da queste nuove tecnologie, si farebbe così culturale, sociale,
politica. La traslazione digitale paleserebbe l’esigenza di
forgiare, utilizzando le stesse risorse dell’elettronica e dell’informatica,
strumenti che consentano di orientarsi nella complessità senza
soccombere al caos. In tale prospettiva sembrano prendere forma nuovi
(e potenti) strumenti di selezione ed associazione con i quali magari
costruire nuove e personali biblioteche ideali. Un'operazione che
però pone questi CD su un piano diverso da quello della mera
divulgazione: qui la complessità è trattata con strumenti complessi
ed in parte essi stessi fattori dell’espansione e ramificazione
della conoscenza che si desidera governare (ed anche del temuto
vaniloquium). Non a caso Asor Rosa ha rivendicato per questi CD in
primis la qualità di opera di transizione: un nuovo sistema potrà
esserci solo quando si potrà riformulare compiutamente l’analisi
letteraria a partire dalle nuove tecnologie. La divulgazione richiede
l’universalità, la semplificazione e persino la massificazione del
sapere su cui hanno messo le radici l'identità e la democrazia (nel
dibattito citato Belpoliti ed Abruzzese hanno espresso idee diverse
sulla democraticità o meno del computer, sostenendola il primo,
negandola il secondo). Ed è proprio quello che la rete del computer,
per le sue caratteristiche intrinseche non può dare, anzi mette in
discussione, modificando la lettura e la scrittura. Inoltre l'accesso
informatico alle conoscenze, sempre più plurali del mondo
contemporaneo, presuppone la padronanza di conoscenze previe ed un
apprendistato, non breve, di interazione uomo-macchina (nonché la
frequentazione di istituzioni specializzate del cyberspazio: demo,
manuali, tutorial e f.a.q.).
La Letteratura italiana Einaudi può trovare la sua collocazione
ideale nelle università, nelle scuole e nelle biblioteche. Il
Ministero della Pubblica Istruzione ha promosso, anche in
collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali,
progetti di diffusione della lettura che fanno leva sul sistema delle
biblioteche pubbliche e scolastiche (che saranno presto collegate alla
rete SBN). Gli editori Arnoldo Mondadori ed Einaudi si sono inseriti
in tali iniziative, donando - caso per ora unico nel panorama
editoriale italiano - alcune centinaia di copie dell’opera portata
su supporto informatico a biblioteche scolastiche e di pubblica
lettura come anche ad alcuni istituti di cultura italiana all’estero.
Il contesto legislativo verso i prodotti editoriali è in
trasformazione, la nuova Legge sul Libro, che si avvia ad
intraprendere il suo iter parlamentare, non distingue più i prodotti
a seconda del loro supporto cartaceo o informatico, inoltre sono state
disposte facilitazioni fiscali per le donazioni alle istituzioni
pubbliche. Un’opera simile però non vive di vita propria, le
difficoltà dell’accesso alla navigazione ipertestuale, dunque la
necessità di un “maestro” che accompagni il lettore inesperto
resta. Anzi si fa ancora più urgente con la diffusione delle
tecnologie digitali, proprio perché si tratta di media interattivi e
personali. E’ evidente che il ruolo e la funzione della scuola,
lungi dallo scomparire sono enfatizzati. Ma dove sono i “maestri”,
i tutor, le guide che possano orientare, condurre i giovani (e meno
giovani) in questi mondi nel contempo virtuali e testuali? Non si
tratta solo di formare competenze tecniche all’uso del computer (che
è un “personal media”), bensì soprattutto ed essenzialmente di
una riflessione sulla qualità di queste tecnologie, il cui uso
consapevole conduce inevitabilmente fuori dagli orizzonti della
modernità. Ritenere che la semplice traslazione su supporto digitale
di un’opera cartacea, seppure molto speciale come l’Enciclopedia
Einaudi sia sufficiente a sensibilizzare i giovani alla letteratura ed
alla lettura a molti pare un’illusione. Il CD ed il Web incidono
profondamente sul libro e sul paradigma cognitivo che lo attraversa:
qualcosa certamente si acquista, qualcosa forse si perde. Le nuove
tecnologie digitali richiedono più facilitazioni di quanto siano in
grado di darne. Tuttavia, se ben guidate, l’incremento in termini di
conoscenza che offrono è notevole e sempre significativo.
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